I paesi candidati condividono le preoccupazioni e il sostegno alle proposte per il 6PQ
Secondo quanto è emerso dalla riunione del 12 luglio, alla quale hanno partecipato per la prima volta tutti i Ministri della Ricerca dei 15 Stati membri, i loro 13 omologhi dei paesi candidati e il commissario per la Ricerca Philippe Busquin, i paesi candidati condividono sia le preoccupazioni, sia il sostegno per il FP6 (sesto programma quadro) dell'UE. Tale riunione informale è stata organizzata allo scopo di discutere della partecipazione dei paesi candidati al prossimo (sesto) programma quadro e allo Spazio europeo della ricerca (SER). Per garantire a tutti i partecipanti la possibilità di esprimere le rispettive posizioni, Busquin ha invitato ciascun ministro a limitare a cinque minuti il proprio intervento sulle proposte per il prossimo programma quadro e sulla creazione del SER in un'Europa allargata. Ogni paese candidato, ovviamente, ha le proprie priorità e preoccupazioni rispetto alla politica di ricerca dell'UE e alla partecipazione ai programmi quadro. Tuttavia, interrogati al termine della riunione dal Notiziario CORDIS sugli eventuali temi comuni emersi durante l'incontro, i rappresentanti dei paesi candidati hanno menzionato la questione dei paesi più piccoli, le priorità della ricerca e l'aspetto della coerenza. Il ministro Louis Galea, in rappresentanza di Malta, ha espresso il timore che i paesi più piccoli perdano terreno a seguito dell'adesione, affermando che le sette priorità illustrate dalla Commissione "non sono le più rilevanti" per tali paesi. Malta, ha sostenuto il Ministro, auspicherebbe l'inserimento di ambiti quali la cultura e il relativo patrimonio, le scienze marine e quelle telematiche. Il ministro sloveno, dott.ssa Lucija Cok, ha ribadito tali preoccupazioni in merito ai paesi più piccoli, dichiarandosi timorosa che i progetti integrati, il nuovo strumento proposto dalla Commissione, offrano minori opportunità per tali paesi. Il commissario Busquin ha tentato di placare i timori manifestati, spiegando come, sebbene egli comprenda l'inquietudine esistente, sia un errore ragionare in termini di paesi grandi e piccoli. Al contrario, ha dichiarato il Commissario, dobbiamo pensare in termini di massa critica e ciò non è possibile in presenza di un'eccessiva frammentazione delle nostre risorse. I Ministri ungherese e polacco hanno voluto sottolineare che malgrado le preoccupazioni, fra i paesi candidati esiste un consenso in merito ad alcuni aspetti positivi del prossimo programma quadro. Il ministro ungherese József Pálinkás ha fatto notare che in generale i paesi candidati reputano corretto l'orientamento del sesto programma quadro (6PQ) e ha evidenziato la necessità di concentrazione e sussidiarietà. Egli ha altresì posto l'accento sull'importanza di mantenere i programmi nazionali per affrontare i problemi interni a ciascun paese, chiedendo maggiore coerenza fra tali programmi e gli sforzi europei. Il desiderio di partecipare appieno alla strutturazione del programma, a seguito dell'adesione, rappresenta un altro punto in comune fra i paesi candidati. Il ministro polacco Andrzej Wiszniewski ha affermato che uno degli obiettivi della riunione è stato quello di giungere ad un compromesso e ha puntualizzato che il prossimo programma quadro dovrà soddisfare le esigenze sia dei paesi più sviluppati, sia di quelli che devono ancora recuperare il terreno perduto. Alla riunione si è discusso inoltre di centri d'eccellenza, reti d'eccellenza e metodi di pagamento. Busquin ha sottolineato come la mobilità dei ricercatori fra gli attuali Stati membri e i paesi candidati debba essere una strada a doppio senso, affermazione, questa, sostenuta anche dal ministro polacco Wiszniewski, secondo il quale una strada a senso unico sarebbe una forma di "furto o beneficenza". La Commissione sta attualmente esaminando la possibilità di istituire una borsa di ricerca che preveda il finanziamento di due anni all'estero e di un terzo al ritorno del ricercatore nel proprio paese. Intervenendo alla riunione, il commissario per l'Allargamento Günter Verheugen ha sottolineato come l'ampliamento nel campo della ricerca non sia più oggetto di negoziazione (i capitoli più importanti, infatti, sono stati ormai conclusi con tutti i paesi candidati), bensì di definizione di misure pratiche per garantire ai paesi candidati la piena integrazione nel SER su un piede di parità. "Nella pratica, tuttavia, i benefici sono ripartiti in modo disuguale. È una situazione che non possiamo accettare e non accetteremo", ha continuato Verheugen. Il Commissario ha rivolto un appello ai paesi candidati affinché rafforzino le loro capacità negoziali e le loro infrastrutture di ricerca e possano trarre così maggior vantaggio dal processo di allargamento. "Vogliamo integrazione, collaborazione e vantaggi comuni. Non esitate pertanto a proporre i vostri suggerimenti, affinché sia possibile avvicinarci al raggiungimento di tali obiettivi", ha concluso Verheugen.