L'apprendimento elettronico è la chiave per l'innovazione di domani
Una nuova relazione, presentata alla conferenza "Learning 2.0" di esperti europei dell'istruzione, ha concluso che è necessario intensificare gli sforzi per stimolare l'apprendimento elettronico e la conoscenza del computer tra gli scolari, al fine di incoraggiare l'innovazione nella società dell'informazione del futuro. La manifestazione, che si è tenuta a Västerås (Svezia) nel maggio scorso, era stata ospitata dal ministero svedese dell'Istruzione e dalla delegazione svedese per le TIC (tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni) nelle scuole. I partecipanti ai principali progetti nel campo dell'istruzione erano stati invitati a presentare i propri lavori nell'ambito del più ampio contesto del piano d'azione "e-learning'" della Commissione europea. La conferenza è giunta alla conclusione che le scuole devono utilizzare maggiormente le nuove tecnologie per dotare i ragazzi delle competenze di cui avranno bisogno in quanto forza lavoro di domani. La relazione ha affermato che è necessario un cambiamento nelle prospettive sociali e formative, promosso da decisori di primo piano, al fine di raggiungere l'obiettivo di una società dell'informazione effettivamente democratica e progressista. La relazione ha raccomandato l'uso del collegamento in rete e di tecnologie di "realtà aumentata" per arricchire ed ampliare l'apprendimento. Sono stati altresì messi in evidenza, come strumenti potenziali di apprendimento, la televisione interattiva, Internet ed i telefoni cellulari. Il direttore di European Schoolnet (uno dei progetti presentati alla conferenza), Ulf Lundin, ha dichiarato: "Stanno emergendo nuovi modelli di istruzione, ad esempio [...] le comunità di apprendimento on line e nuove forme di insegnamento come la scuola secondaria superiore mobile in Svezia. In tutte queste tipologie, le TIC stanno occupando un ruolo sempre meno marginale e sempre più centrale nell'ambito delle attività". Il professor Wim Veen dell'Università di Delft (Paesi Bassi) ha dichiarato: "La tecnologia sta creando una generazione nata per giocare e divertirsi, una nuova generazione di 'homo zappiens' a suo agio con tutti i media, capace di partecipare a chat in tre stanze diverse allo stesso tempo con varie personalità elettroniche". Il Professore ha però ammonito che le scuole ed i decisori sono stati lenti nel prendere atto di questa nuova generazione: "Esistono poche testimonianze di primi passi in questa direzione compiuti nelle scuole. La maggior parte delle implementazioni accadono in un contesto di strutture obsolete: si sostituiscono i libri di testo ma si mantiene il vecchio corso di studi, si valutano le competenze antiquate, si premiano gli insegnanti tradizionali. In quanti paesi la politica ufficiale si propone di costruire comunità di apprendimento e dare più autonomia alle scuole?"