Ancora irrisolti i problemi relativi alle cellule staminali
La decisione presa a fine luglio dal presidente statunitense George W. Bush in merito alle condizioni per la concessione di finanziamenti federali alla ricerca sulle cellule staminali negli USA, non ha chiarito la questione in misura sufficiente per gli scienziati statunitensi, stando a quanto afferma l'AAAS (Associazione americana per il progresso delle scienze). Nella sua decisione, che potrebbe avere un impatto notevole sull'eventuale scelta da parte degli scienziati statunitensi di proseguire le proprie ricerche in Europa piuttosto che negli Stati Uniti, Bush ha dichiarato che si sarebbero potute svolgere ricerche sulle 60 linee di cellule embrionali già esistenti. Ma l'AAAS ha espresso dubbi sia sulla quantità sia sull'accessibilità di tali linee. In primo luogo, l'Associazione ha posto in dubbio l'esistenza di 60 linee cellulari, rilevando che tale cifra sarebbe stata raggiunta in origine dagli istituti nazionali di sanità americani (NIH). Infatti questa organizzazione aveva dichiarato, non più tardi di luglio, che il numero di linee ammonta in realtà solo a 30. In secondo luogo, è dubbia la disponibilità effettiva di tali cellule, in quanto esse sono state probabilmente sviluppate da società del settore privato. Ciò significa che non saranno disponibili per la ricerca pubblica poiché protette da brevetto, oppure che saranno concesse solo dietro pagamento e ciò potrebbe essere eccessivamente oneroso per gli scienziati. Mentre perdura questa incertezza, è possibile che altri scienziati seguano l'esempio del ricercatore dell'Università di California Roger Pederson, specializzato nella ricerca sulle cellule staminali, il quale nell'anno in corso si è trasferito all'Università di Cambridge (Regno Unito) per continuare il suo lavoro.