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Donne e scienza: innescare il cambiamento

"Promuovere la partecipazione delle donne alla scienza costituisce una questione centrale nel processo di costituzione di uno Spazio europeo della ricerca", scrive il commissario per la Ricerca Philippe Busquin nella prefazione agli atti appena pubblicati della conferenza "Wom...

"Promuovere la partecipazione delle donne alla scienza costituisce una questione centrale nel processo di costituzione di uno Spazio europeo della ricerca", scrive il commissario per la Ricerca Philippe Busquin nella prefazione agli atti appena pubblicati della conferenza "Women and science; making change happen" (Donne e scienza: innescare il cambiamento), che si è svolta a Bruxelles nell'aprile 2000. Busquin aggiunge che la scarsa presenza femminile non solo rappresenta una grave perdita di potenziale in termini di risorse umane destinate alla R&S [ricerca e sviluppo] all'interno dell'Unione europea, "ma limita anche la diversificazione della ricerca e il suo contributo alla società europea". "Ascoltando i dibattiti che hanno animato la conferenza, mi sono reso conto di quanto la questione della sottorappresentazione delle donne sia legata a tematiche più ampie, e di come metta in luce l'esigenza di riforme nel mondo della scienza. Non si tratta solo di risolvere i problemi delle donne, ma piuttosto di riconoscere che la loro esclusione dal panorama scientifico testimonia il funzionamento inadeguato e inefficiente del sistema di ricerca europeo a livello strutturale", continua Busquin. La conferenza, organizzata dalla Commissione europea, ha trattato diverse questioni come la situazione generale e specifica in cui operano le donne scienziato, l'esistenza di un pregiudizio maschile nell'istruzione e nella carriera scientifica, la valutazione della diseguaglianza allo scopo di raggiungere la parità, il dibattito sulla discriminazione positiva e il "mainstreaming" (integrazione della dimensione delle pari opportunità), e le strategie per innescare il cambiamento. Alla manifestazione hanno partecipato docenti universitari, nonché rappresentanti degli organi di governo ed europarlamentari, i cui interventi sono tutti riportati nella pubblicazione. Nella sua prefazione, il direttore generale della DG Ricerca Achilleas Mitsos evidenzia quelle che, a suo giudizio, sono le conclusioni da trarre sulla conferenza: per esempio, egli avalla la relazione ETAN che è stata presentata durante i lavori. Tale documento, richiesto dalla Commissione europea allo scopo di valutare la politica dell'Unione sulla ricerca, sostiene che l'impegno verso le pari opportunità dovrebbe diventare parte integrante di tutte le politiche e le azioni comunitarie in materia di ricerca. I partecipanti hanno inoltre convenuto sul fatto che le donne sono sottorappresentate a causa di sistemi e strutture che compromettono la promozione dell'eccellenza nella scienza, e che il progresso per le donne non è un dato di fatto, ma il risultato di interventi e programmi volti al miglioramento. È stato espresso accordo anche sull'approccio dell'UE, che dovrebbe essere più attiva in merito al problema della partecipazione femminile alla pratica scientifica, incentivare la conoscenza del genere per superare il sottile pregiudizio contro le donne, mettere a punto concetti di eccellenza e merito svincolati dal sesso, elaborare indicatori sulla situazione delle donne nella ricerca, promuovere una politica basata sull'interazione tra trattamento paritario, azione affermativa e "mainstreaming" secondo prove e previsioni quantificabili mediante l'impiego di un approccio basato sulla tecnica "del bastone e della carota", monitorare ed eseguire analisi comparative dei cambiamenti. Infine, i presenti hanno sollecitato il settore privato ad interessarsi maggiormente alla questione. Mitsos scrive: "In qualità di direttore generale della DG Ricerca, sono convinto che una presenza più forte delle donne sia una "conditio sine qua non" per migliorare la ricerca e la società europea nel loro complesso. Per questo motivo, la Commissione continuerà ad agire da catalizzatore ed a sviluppare il settore "Donne e scienza" nel quadro dello Spazio europeo della ricerca".

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