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Prime immagini create con il nuovo strumento dell'ESO

Un nuovo strumento telescopico in grado di registrare immagini astronomiche provenienti da radiazioni con una lunghezza d'onda di solo 1,2 millimetri, recentemente installato presso l'Osservatorio europeo australe (ESO) a La Silla (Cile), ha prodotto le prime immagini dello sp...

Un nuovo strumento telescopico in grado di registrare immagini astronomiche provenienti da radiazioni con una lunghezza d'onda di solo 1,2 millimetri, recentemente installato presso l'Osservatorio europeo australe (ESO) a La Silla (Cile), ha prodotto le prime immagini dello spazio extra-atmosferico. SIMBA, (SEST Imaging Balometer Array - Complesso di balometri per l'imaging del SEST), il primo strumento millimetrico per l'imaging dell'emisfero australe, è stato installato presso il Telescopio submillimetrico svedese dell'ESO (SEST) dell'osservatorio di La Silla, nel luglio di quest'anno. Le radiazioni con questa lunghezza d'onda vengono principalmente emesse dalla polvere fredda e dal gas ionizzato in diversi oggetti nell'universo. Le osservazioni di SIMBA consentono dunque di studiare la formazione delle stelle nella profondità delle nuvole interstellari, impenetrabili dalla luce ottica. Inoltre, sarà possibile l'osservazione di fenomeni correlati, quali la polvere attorno alle stelle nascenti. SIMBA è anche particolarmente adatto ad osservare i dischi di polvere fredda attorno alle stelle vicine in cui si stanno formando pianeti, oltre a distanti galassie nelle fasi preliminari di formazione, nell'universo primordiale. Durante le prime osservazioni, SIMBA è stato utilizzato per studiare il contenuto di polvere e gas delle regioni di formazione delle stelle nella Via Lattea e in galassie più distanti. È stato inoltre usato per registrare le emissioni provenienti dalle nebulose planetarie, le nuvole di materia rilasciate dalle stelle morenti. Si è inoltre tentato di rilevare distanti galassie e quasar che si trovano in due regioni del cielo studiate approfonditamente, "Hubble Deep Field Sud" e "Chandra Deep Field". Questi risultati aprono inoltre la strada al progetto ALMA (Atacama Large Millimetre Array), un progetto di ricerca congiunto di Europa, Stati Uniti e Giappone. Si tratta di un radiotelescopio gigante che verrà costruito e utilizzato in collaborazione con la Repubblica del Cile, dove sarà situato. Tale telescopio è costituito da 64 antenne trasportabili, ha un diametro di 12 metri e si estenderà su un'area lunga 14 km. Puntando tutte le antenne all'unisono verso un unico oggetto astronomico e combinando i segnali rilevati grazie a un elaboratore di segnali digitale ultrarapido, ALMA è in grado di ottenere una precisione di imaging 10 volte superiore rispetto a quella del telescopio spaziale Hubble. Anche un telescopio dell'Agenzia spaziale europea (ESA) prenderà parte a questa nuova rivoluzionaria tecnica che potrebbe portare alla scoperta della vita nello spazio. Tra dieci anni, gli scienziati che utilizzano il telescopio dell'ESA Darwin e l'identificatore terrestre di pianeti della NASA potrebbero sfruttare tale tecnica per cercare variazioni significative nella luce emessa da un pianeta durante la sua rotazione. L'intensità e il colore di tale luce può fornire indizi sulla superficie e l'atmosfera del pianeta e persino rilevare la presenza della vita. I telescopi dell'ESA e della NASA utilizzeranno entrambi degli inferometri, sistemi costituiti da più telescopi che funzionano contemporaneamente, per cercare sistemi planetari lontani fino a 50 anni luce.

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