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Past Interglacial Climates at Key Sites: Sea Surface Temperature and Salinity Reconstructions from the Northern North Atlantic during MIS 5e and MIS 11

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I climi interglaciali del passato per prevedere il futuro

La paleoceanografia studia la storia degli oceani, compresi i dati relativi alla loro composizione chimica, alla temperatura e alla salinità. Queste informazioni consentono di trarre conclusioni riguardo alla configurazione e all’intensità della circolazione oceanica, che a sua volta rappresenta il principale amplificatore dei cambiamenti climatici.

Cambiamento climatico e Ambiente icon Cambiamento climatico e Ambiente

Il progetto PICKS (Past interglacial climates at key sites: Sea surface temperature and salinity reconstructions from the northern North Atlantic during MIS 5e and MIS 11) si proponeva di ricostruire le salinità e le temperature superficiali del mare in passato nell’Atlantico settentrionale, durante due periodi interglaciali. I due periodi oggetto dello studio sono stati proposti dal Gruppo intergovernativo di esperti dei cambiamenti climatici (IPCC - Intergovernmental Panel on Climate Change) delle Nazioni Unite (ONU). quali analoghi potenziali dei cambiamenti climatici futuri. Si è trattato degli stadi isotopici marini (MIS) 5e e 11, iniziati rispettivamente 125 000 e 420 000 anni fa. Sono stati identificati punti centrali selezionati, posti sotto importanti componenti della Circolazione invertita meridionale dell’Atlantico (AMOC - Atlantic Meridional Overturning Circulation) settentrionale. L’AMOC è il principale motore della circolazione oceanica globale e contribuisce in modo notevole al riscaldamento in Europa e nell’Artico. Un punto è stato ubicato sotto la Corrente nord-atlantica, uno sotto la Corrente norvegese e uno nella rotazione del mare di Norvegia. Tali posizioni centrali hanno consentito agli scienziati di ricostruire l’ingresso di acqua calda nella regione. I ricercatori hanno ricostruito la salinità superficiale marina e le temperature utilizzando rispettivamente la composizione isotopica di idrogeno di alchenoni e la composizione della membrana del microrganismo marino Thaumarchaea. I risultati relativi al MIS 11 hanno mostrato che un arrivo maggiore di acqua calda nella regione potrebbe aver intensificato la rotazione subpolare. Inoltre, le ricostruzioni riguardanti la temperatura hanno dimostrato che l’acqua di fusione rilasciata dalle croste ghiacciate causò eventi freddi transitori. I risultati ricavati dai mari nordici hanno evidenziato temperature comparativamente inferiori in tutto il MIS 11, con un momento ottimale della temperatura durante l’ultima fase dell’interglaciale esattamente coincidente con i valori maggiori di salinità. La registrazione delle temperature relative ai mari nordici ottenuta per il MIS 5e corrispondeva alle stime della temperatura ricavate dai dati relativi al plancton. Le ricostruzioni della salinità hanno rivelato un raffreddamento dei mari nordici verso la file dell’interglaciale. PICKS ha dimostrato che la stabilità degli eventi interglaciali può essere interrotta da eventi di freddo improvvisi, ad esempio la fusione di croste ghiacciate. Tali risultati possono servire in simulazioni tramite calcolatore, per predire climi futuri. Dopo la pubblicazione, i dati saranno disponibili nella libreria di dati PANGAEA, per l’utilizzo futuro in studi paleoclimatici ed esperimenti su modelli di clima. Il primo articolo sul progetto, intitolato “A cold and fresh ocean surface in the Nordic Seas during MIS 11: Significance for the future ocean”, è stato pubblicato nella rivista Geophysical Research Letters.

Parole chiave

Climi interglaciali, paleoceanografia, oceani, salinità, circolazione oceanica, cambiamento climatico

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