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Astronomi europei concludono che i buchi neri rilasciano energia

Un gruppo di astronomi gestito da europei, servendosi dell'osservatorio a raggi X dell'Agenzia spaziale europea (ESA), XMM Netwon, ha fornito prove che dimostrano che i buchi neri rilasciano energia, oltre a consumarne. Un'analisi particolareggiata della materia che gravita i...

Un gruppo di astronomi gestito da europei, servendosi dell'osservatorio a raggi X dell'Agenzia spaziale europea (ESA), XMM Netwon, ha fornito prove che dimostrano che i buchi neri rilasciano energia, oltre a consumarne. Un'analisi particolareggiata della materia che gravita intorno all'ingresso dei buchi neri, ha fornito nuovi sorprendenti risultati che sembrano corrispondere ad una teoria proposta più di un quarto di secolo fa, secondo la quale l'energia fuoriuscirebbe da un buco nero quando questo si trova in un forte campo magnetico. I buchi neri possono contenere la massa di un miliardo di soli compressi in uno spazio della misura del sistema solare. I loro campi gravitazionali sono così intensi che nulla, neanche la luce, può sfuggire alla loro attrazione. Prima di essere inghiottiti, il gas e la polvere assumono la forma di un "disco di accrescimento" rotante. Questo disco di materia si accumula intorno al buco nero dove l'attrito ne determina la forte incandescenza in raggi X. Nel giugno 2000, gli astronomi hanno concentrato le loro ricerche sulla galassia a spirale MCG-6-30-15, situata a 100 milioni di anni luce. Il Dr. Jörn Wilms dell'Astronomy and Astrophysics Institute (Istituto di astronomia ed astrofisica) presso la Eberhard-Karls University a Tuebingen (Germania), era alla guida del team di astronomi. I dati ottenuti li hanno portati a concludere che l'energia non soltanto entra nel buco nero della galassia, ma nel contempo ne fuoriesce. Il Dr. Christopher Reynolds, coinvestigatore alla University of Maryland ha dichiarato: "In precedenza non abbiamo mai assistito all'estrazione di energia dai buchi neri. Abbiamo sempre visto l'energia entrare, non uscire". "Grazie al grande potere di raccolta dell'XMM-Netwon abbiamo scoperto un qualcosa mai osservato prima in un buco nero", spiega il Dr. Wilms. "Le macchine fotografiche EPIC dell'osservatorio hanno ottenuto uno spettro, una sorta di impronta digitale chimica degli elementi presenti. Questo grafico mostra un'insolita ampia "linea" di emissione dei raggi X che è in relazione alla presenza di ferro nel disco di accrescimento. Questa ampia linea è stata scoperta per la prima volta nel 1995 tramite il satellite dell'ASCA, ma non l'avevamo mai vista con tanta chiarezza. In più, è ricca di caratteristiche sorprendenti". L'analisi di questa linea di ferro ha indotto il gruppo a dedurre che essa deriva dall'emissione di raggi X dalle aree più interne del disco di accrescimento, poco prima che la materia scompaia nel buco nero. Tuttavia l'energia misurata dall' XMM Netwon è di gran lunga superiore a quella che ci si potrebbe aspettare dai modelli di buchi neri provati, il che ha portato gli astronomi a concludere che un processo magnetodinamico fa sì che il buco nero rilasci energia, oltre ad assorbirla. Le conclusioni del team stanno già sollevando un acceso dibattito. "Riconosciamo che sono necessarie maggiori osservazioni per confermare il nostro lavoro", ha dichiarato il Dr. Wilms. "Non si può tuttavia contestare la presenza di una linea di ferro straordinariamente forte nello spettro del MCG-6-30-15. Ciò lascia estremamente perplessi ed è necessario trovare una spiegazione". L'osservatorio XMM Newton, seconda missione "portante" dell'ESA, è stato inaugurato a dicembre 1999. Lo stesso detiene tre avanzati telescopi a raggi X, con un potere di raccolta di questi ultimi senza precedenti. Le sue strumentazioni sono state fornite da grandi consorzi europei, nonché da istituti americani. La NASA ha contribuito a finanziare lo sviluppo della missione e porge il benvenuto a coloro che vorranno visitare l'osservatorio.

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