Mitsos rassicura i ricercatori dei paesi candidati in merito ai nuovi strumenti per il 6PQ
Intervenendo alla conferenza sul tema "Allargamento dell'Europa: nuove opportunità di finanziamento per la ricerca", tenutasi a Bonn (Germania) il 7 marzo, il direttore generale della DG "Ricerca" Achilleas Mitsos ha affermato che i paesi candidati non si troveranno svantaggiati a causa dei nuovi strumenti proposti per il sesto programma quadro (6PQ) e neppure delle diverse posizioni di partenza che gli Stati occuperanno nel momento in cui cominceranno a partecipare appieno al programma. I rappresentanti di vari paesi candidati hanno apprezzato l'idea dei progetti integrati e delle reti di eccellenza, ma hanno espresso il timore che la mancanza di strutture nei loro paesi possa svantaggiarli nell'ambito del prossimo programma quadro. "Tutti i concorrenti sono sottoposti alle stesse regole, ma non beneficiano delle stesse opportunità iniziali. Le loro posizioni di partenza sono diverse", ha affermato il dott. Karel Jungwirth, ex vicepresidente dell'Accademia delle scienze della Repubblica Ceca. Il professor Wojciech Maciejewski, presidente della Commissione per i programmi internazionali in seno alla conferenza dei rettori delle università polacche di Varsavia (Polonia), ha aggiunto di temere che i programmi integrati altro non siano che progetti di grandi dimensioni e, come tali, svantaggiosi per i paesi più piccoli. "Non si tratta di contrapporre i progetti grandi a quelli più piccoli. Non sono le dimensioni che determinano l'efficacia di un progetto", ha risposto Mitsos. "L'obiettivo non è quello di prediligere il grande a scapito del piccolo, ma di optare per l'integrazione, piuttosto che la dispersione degli sforzi". Interrogato dal Notiziario CORDIS sul motivo per cui, spesso, egli si trova a dover rassicurare i ricercatori ribadendo che non verranno penalizzati quando il 6PQ sarà operativo, Mitsos ha spiegato che ciò, a suo avviso, è dovuto alla paura generale nei confronti del cambiamento. "La gente ha paura dei cambiamenti. È una reazione normale, anche se non necessariamente fondata". Mitsos ha sottolineato, inoltre, che il 6PQ beneficerà di una corposa sburocratizzazione e si è dichiarato sorpreso nel vedere come coloro che in passato avevano criticato l'eccessiva burocrazia dei programmi quadro, oggi contestino la semplicità che il 6PQ porterà con sé. Anche le reti d'eccellenza risulteranno vantaggiose per i paesi candidati e quelli più piccoli, sostiene il Direttore generale, sottolineando che in tutti i paesi candidati vi sono eccellenti scienziati e che tali reti non sono state concepite per riunire organismi di grandi dimensioni. Egli, infatti, ha dichiarato al Notiziario CORDIS che il nucleo di una rete comincerà a formarsi a seguito di un invito a presentare manifestazioni di interesse. "Le reti cresceranno. Riuniranno soggetti che fino a quel momento non avevano mai cooperato. È un processo in divenire", ha dichiarato Mitsos. Il dott. Jungwirth ha espresso il timore, tuttavia, che la mancanza di strutture in alcuni paesi possa creare una "differenza fra scienziati eccellenti e laboratori eccellenti". Quanto alla debolezza spesso riscontrata nelle infrastrutture di ricerca dei paesi candidati, Andrzej Siemaszko, membro dell'Accademia polacca delle scienze e direttore del Punto di contatto nazionale a Varsavia, ha chiesto che i fondi strutturali dell'UE vengano utilizzati per migliorare tali infrastrutture. Anche Karsten Brenner del ministero federale tedesco dell'Istruzione e della Ricerca ha affermato che la Comunità dovrebbe considerare la possibilità di fornire un "sostegno ancora più specifico ai paesi candidati impegnati nello sforzo di potenziare la loro base d'innovazione industriale". In reazione alla proposta, Mitsos ha ricordato ai partecipanti che l'assegnazione di tali fondi viene decisa dagli Stati membri e non dalla Commissione. Pur concordando su questo punto, Norbert Kroó, segretario generale dell'Accademia ungherese degli scienziati, ha dichiarato al Notiziario CORDIS di auspicare un intervento della Commissione volto ad influenzare i dibattiti degli Stati membri in merito all'assegnazione dei fondi strutturali. "La Commissione potrebbe chiedere che una parte del denaro venga spesa per le infrastrutture di ricerca", ha affermato il professor Kroo. Mitsos ha espresso la sua opposizione all'utilizzo di tali fondi a favore della ricerca nei paesi candidati, ricordando il motivo per cui egli aveva contestato le misure di coesione durante le discussioni preliminari sul 6PQ: "Non esiste presupposto peggiore dell'affermare che i paesi candidati mancano di eccellenza e hanno bisogno di qualcosa per raggiungerla. [...] Ciò non significa che non si debba incoraggiare la loro partecipazione, ma non attraverso delle sovvenzioni", ha dichiarato il Direttore generale. Preoccupato per i timori espressi dai ricercatori, Mitsos ha annunciato lo svolgimento di sette seminari nel mese di marzo, durante i quali verranno analizzati i costi e i benefici dei diversi strumenti per ciascun ambito prioritario del 6PQ. "Siamo pronti a rispondere a qualsiasi iniziativa, a spiegare ed analizzare", ha dichiarato al Notiziario CORDIS. Nel mese di aprile, la Commissione incontrerà anche i rappresentanti dei ministeri della Ricerca dei paesi candidati, al fine di discutere della base giuridica della loro partecipazione al 6PQ, ovvero dell'entità del contributo finanziario di tali paesi, decidendo se lasciarlo invariato oppure modificarlo. "La Commissione intende garantire la piena partecipazione dei paesi candidati, pertanto non avanzerà proposte che ostacolino quest'obiettivo", ha dichiarato Mitsos, aggiungendo che "il contributo deve essere lo stesso per tutti i paesi candidati". Ma ciò che più conta, secondo il Direttore generale, è che tali paesi partecipino al prossimo programma quadro e che tale partecipazione "non venga percepita come una concessione o un atto di rispetto puramente verbale. [...] Il loro coinvolgimento è chiaramente nell'interesse degli Stati membri, attuali e futuri, e in generale, di tutta l'Europa". Il professor Kroo ha apprezzato quest'affermazione e ha ricordato che per i paesi candidati è importante partecipare al 6PQ fin dal principio, "non perché pensiamo di perdere del denaro, ma perché riteniamo importante che gli altri membri ci considerino partecipanti a tutti gli effetti fin dall'inizio e non esitino di fronte all'idea di collaborare con noi". La conferenza di Bonn è stata organizzata dalla Commissione europea, dal ministero federale tedesco dell'Istruzione e della Ricerca e dal KoWi, l'ufficio tedesco di collegamento per le organizzazioni di ricerca.