Nuovo strumento per valutare i dati sull’acuità visiva delle protesi retiniche
Offrire la vista una seconda volta alle persone non vedenti mediante un occhio bionico costituisce da sempre una delle principali aspirazioni scientifiche. L’impianto ha lo scopo di fornire ai pazienti informazioni visive, stimolando elettricamente i neuroni presenti nella retina. Diversi studi clinici sono stati condotti per testare la sicurezza e l’efficacia dei dispositivi di protesi visiva, dimostrando che non vi sono problemi di sicurezza relativi al loro utilizzo. Tuttavia, ogni volta vengono eseguite procedure differenti, rendendo difficile il confronto tra diversi dispositivi. I ricercatori del progetto VISUAL PROSTHESIS (Visual prosthesis: From clinical trials to the psychophysics lab and back) hanno mirato a cambiare la situazione, sviluppando un nuovo strumento simulatore in grado di valutare l’acuità visiva dei dati forniti dai test. Il simulatore inizia con una piccola telecamera digitale montata sugli occhiali, traduce le immagini scattate con la fotocamera in dati, e li invia a un computer. Il software del simulatore esegue un campionamento dell’immagine per corrispondere alla risoluzione dei dispositivi di protesi retinica. Inoltre, sfoca l’immagine per una più accurata percezione della visione da parte del paziente. I test di acuità visiva sono le misure quantitative di principio utilizzate per valutare l’efficacia e l’efficacia dei costi relative ai trattamenti oftalmologici e alle procedure atte a migliorare o ripristinare la visione. Utilizzando questo nuovo simulatore, i ricercatori hanno valutato se e a quali condizioni il livello di acuità visiva misurato costituisce una vera indicazione che la protesi visiva fornisce un’immagine precisa. Utilizzando il simulatore alle varie condizioni di sfocatura, il team ha scoperto che gli speciali grafici per la misurazione della vista, come per esempio l’ottotipo a C di Landolt, non forniscono dati coerenti circa l’acuità visiva. Quando la risoluzione è limitata, il cervello delle persone vedenti è in grado di integrare al meglio le informazioni piane e offuscate in relazione a dati con pixel distinti e quadrati. I movimenti della testa e degli occhi aiutano il cervello ad acquisire informazioni visive da posizioni diverse e a migliorare la rilevabilità. I ricercatori hanno studiato anche il modo in cui i movimenti oculari possono influenzare le protesi retiniche. I risultati raccolti da due soggetti hanno dimostrato che è molto più facile individuare una destinazione utilizzando l’occhio piuttosto che i movimenti della testa. Le prove che valutano i vantaggi delle protesi retiniche dovrebbero concentrarsi sull’utilizzabilità quotidiana del dispositivo. I ricercatori hanno concluso che le valutazioni devono concentrarsi sulle attività di localizzazione, ossia il principale vantaggio delle attuali protesi retiniche.