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Secondo il capo della Direzione "Scienza e società", solo con l'aiuto della scienza possiamo progredire e sopravvivere

Le iniziative della Commissione europea sul tema "Scienza e società" non costituiscono certo "un mero congegno per reclamizzare meglio le scienze esatte o per costringere la gente ad accettare qualcosa suo malgrado", ha dichiarato al Notiziario CORDIS Rainer Gerold, capo della...

Le iniziative della Commissione europea sul tema "Scienza e società" non costituiscono certo "un mero congegno per reclamizzare meglio le scienze esatte o per costringere la gente ad accettare qualcosa suo malgrado", ha dichiarato al Notiziario CORDIS Rainer Gerold, capo della Direzione "Scienza e società" presso la DG Ricerca. Sebbene tale direzione sia stata istituita solo nel 2001, Gerold ritiene che il suo team abbia già compiuto dei progressi verso la realizzazione della propria missione di riavvicinare la scienza e la società, ed afferma di avere molti altri progetti per il futuro. "Il compito di contemperare la scienza e la società resta di attualità. La scienza fa progressi e penso che la società debba essere consapevole che solo con l'aiuto della scienza possiamo progredire e sopravvivere, ad esempio salvaguardando la nostra economia ed il nostro ambiente", ha dichiarato Gerold. La Commissione si propone di migliorare il rapporto tra scienza e società tramite il finanziamento di conferenze, di manifestazioni quali la settimana europea della scienza e di iniziative quali la rete dei musei scientifici. Il direttore ammette che "non si tratta di un programma di spesa imponente", dato che a tale settore è assegnato solo lo 0,3 per cento del bilancio del sesto programma quadro (6PQ); non manca però di rilevare che, per affrontare il tema "Scienza e società", la Commissione può far leva su diversi strumenti e non solo sul denaro. "La parte visibile dedicata a 'Scienza e società' nel programma quadro è solo la punta dell'iceberg. Si tratta del denaro destinato esclusivamente a tale scopo. Ma esiste anche la chiara intenzione di includere tali iniziative nelle sette priorità [...] come attività di divulgazione. Sommando tutto ciò, si vedrebbe un bilancio molto superiore", ha dichiarato Gerold. La Commissione si propone di "fungere da catalizzatore" e "aiutare a coordinare le attività nazionali", non di assumersi la piena responsabilità di riavvicinare la scienza e la società, ha affermato Gerold. Tale approccio coordinativo gode del sostegno del Consiglio, il quale ha invitato sia la Commissione sia gli Stati membri ad agire. Gerold ritiene che ciò rappresenti "il riconoscimento che insieme possiamo ottenere di più. Possiamo imparare gli uni dagli altri". Un altro motivo per cui la Commissione si dedica al rapporto tra scienza e società è correlato, a parere di Gerold, alle grandi somme di fondi pubblici in gioco. "La Commissione sta finanziando in misura imponente la ricerca tramite i programmi quadro e quest'attività non deve essere svolta isolandosi dalla società", ha dichiarato. La Commissione utilizza una combinazione di strumenti per rivolgersi alla società, comprese le grandi manifestazioni straordinarie, quali le conferenze dell'anno scorso sulle questioni di genere e sul tema "Scienza e governo", ma anche attività di basso profilo svolte in modo assiduo. L'obiettivo delle grandi manifestazioni è "attirare il pubblico e guadagnarsi un certo spazio e risonanza sui media", ha dichiarato Gerold, "ma ciò che conta davvero, probabilmente, è il duro lavoro svolto ad un livello inferiore". Non tutti gli strumenti hanno avuto successo in tutti i paesi. Gerold ha citato come esempio le conferenze di consenso, nelle quali una sezione trasversale della società discute in maniera aperta un determinato problema cercando di raggiungere un consenso sulla politica da adottare. Sebbene il risultato non abbia validità legale, si tratta di un'indicazione del pubblico sentire. Tali conferenze hanno avuto successo in alcuni paesi, ma si sono rivelate disastrose in altri, ha spiegato Gerold. "Non credo che possiamo tralasciare tutti gli strumenti che non hanno funzionato in tutti i 15 paesi, perché in questo caso forse non potremmo agire affatto", ha dichiarato. "Non si dovrebbero sopravvalutare le differenze [tra i paesi] e certamente, in un mondo in via di globalizzazione ed in un'Europa più unificata, credo che tali differenze saranno sempre meno decisive", ha aggiunto. Il direttore ritiene che sia necessaria una combinazione di vari strumenti per colmare il divario tra scienza e società. "Se si tengono solo grandi conferenze, si verrà accusati di mettersi in mostra e di avere pochi risultati concreti. Se invece ci sono solo i risultati, credo che si avrà bisogno dei media per pubblicizzarli e per ricevere sostegno", ha dichiarato. La DG Ricerca sta attualmente preparando per il 2004 una conferenza scientifica di proporzioni senza precedenti in Europa. Il concetto della manifestazione s'ispira alle conferenze svolte dall'Associazione americana per il progresso della scienza (AAAS), che riuniscono, negli Stati Uniti, tutti coloro che sono interessati alla scienza, per circa quattro giorni. Il progetto di una versione europea è abbozzato nel piano d'azione "Scienza e società" della Commissione. Per l'Esecutivo è molto importante che la conferenza venga organizzata, a livello di base, dalla stessa comunità scientifica. "Non sarà la Commissione ad elaborare il programma bensì la comunità scientifica. Tuttavia, siamo pronti a prestare assistenza organizzativa e finanziaria, perché vogliamo che questa manifestazione sia realizzata e perché temiamo che le piccole organizzazioni, se non riceveranno sostegno, non siano in grado di pianificarla in ragione dei costi elevati. Assisterle è nostro dovere, anche se si tratterà della loro conferenza", afferma Gerold. "La conferenza sarà la prima del suo genere e indubbiamente diversa dalla versione americana, dato che l'Europa è diversa", ha aggiunto. I progressi compiuti dalla direzione verso l'obiettivo di contribuire all'accettazione della scienza da parte della società sono difficili da misurare. Tuttavia, alcuni sotto obiettivi sono stati già raggiunti, quale l'istituzione di due reti: una dedicata all'etica nei paesi candidati e l'altra al ruolo svolto dalle donne nella ricerca industriale. Gerold ammette che la Commissione non può rivolgersi unicamente alla "società" per migliorare il rapporto tra gli scienziati ed i cittadini dell'Unione, ma deve altresì incoraggiare un diverso atteggiamento nei ricercatori. "In maggioranza, gli scienziati sono ormai consapevoli [...] che la loro consuetudine di lavorare in una torre d'avorio, ignorando quasi completamente cosa avviene intorno a loro, sta lentamente cambiando. Ciò che manca ancora alla maggior parte di loro sono le capacità necessarie per adottare la forma mentis del giornalista", ha dichiarato Gerold. Resta ancora molto da fare prima che la società accetti interamente il progresso scientifico, ma l'attuazione del 6PQ dovrebbe contribuire a ciò. Per la prima volta in un programma quadro comunitario il rapporto tra scienza e società sarà indicato come argomento a pieno titolo ed integrato nei progetti individuali. L'integrazione dei temi relativi a scienza e società nei nuovi strumenti del 6PQ (le reti di eccellenza ed i progetti integrati) sarà un modo di "costringere" i contraenti a fare qualcosa, ha affermato Gerold. Gli atteggiamenti stanno già cambiando, come hanno dimostrato le reazioni all'ultimo invito a presentare proposte relativo alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica nei confronti del 5PQ, per il quale la Commissione ha ricevuto una quantità di proposte superiore di quattro o cinque volte alla media. A parere di Gerold, "la preparazione del 6PQ esercita già un effetto sulle azioni attuali".

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