L'UE ratifica il Protocollo di Kyoto
Il 31 maggio l'Unione europea, rappresentata dal presidente spagnolo del Consiglio "Ambiente" Jaume Matas e dal commissario per l'Ambiente Margot Wallström, ha ratificato il Protocollo di Kyoto sul cambiamento climatico. La firma è avvenuta a New York presso la sede delle Nazioni Unite, dove sono custoditi i documenti di ratifica. Tale accordo rappresenta un passo avanti verso l'entrata in vigore del Protocollo, per la quale è necessaria la ratifica da parte dei paesi responsabili del 55 per cento delle emissioni prodotte dal mondo industrializzato nel 1990. Esso inoltre è indice del fatto che l'UE ha raggiunto il proprio obiettivo di consentire l'entrata in vigore del Protocollo prima dell'inizio del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile, previsto per il mese di agosto di quest'anno. Il ministro spagnolo dell'Ambiente Matas ha affermato che la ratifica dell'UE è la prova tangibile della convinzione di milioni di cittadini europei - per i quali il Protocollo di Kyoto rappresenta il migliore strumento di collaborazione esistente per il raggiungimento del nostro obiettivo comune - nonché del loro impegno nei confronti di tale traguardo". La Wallström ha esortato i partner dell'UE nel mondo industrializzato e in via di sviluppo a ratificare quanto prima il Protocollo. "Le prove scientifiche a sostegno del cambiamento climatico sono più che mai solide", ha affermato il Commissario. "Sappiamo tutti che perfino gli obiettivi del Protocollo di Kyoto non rappresentano che il primo passo per scongiurare le gravi conseguenze che il cambiamento del clima potrebbe comportare". La Wallström ha posto altresì l'accento sulla necessità di intraprendere ulteriori azioni al fine di ridurre le emissioni di gas-serra nell'UE. A tal proposito, il Commissario ha affermato che la Commissione europea ha proposto alcuni provvedimenti volti a ridurre le emissioni ad un costo quanto più contenuto possibile, compreso il lancio, nel 2005, di un programma di scambio delle emissioni all'interno dell'UE. La Wallström tuttavia ha avvertito che tutti gli Stati membri devono assumersi la responsabilità del conseguimento dei propri obiettivi, in base al principio di condivisione degli oneri. L'UE, nel frattempo, continua ad esortare gli USA a partecipare all'azione globale per la lotta contro il cambiamento climatico. La BBC ha reso noto il rifiuto degli Stati Uniti a rivedere la propria decisione di restare al di fuori del Protocollo di Kyoto, nonostante il governo americano abbia riconosciuto, per la prima volta, che l'inquinamento prodotto dall'uomo è una delle principali cause del cambiamento climatico. In una relazione presentata alle Nazioni Unite, l'Agenzia statunitense per la protezione ambientale ha avallato la convinzione scientifica, ampiamente condivisa, secondo la quale le emissioni di gas-serra prodotte dall'attività umana (industria e trasporti) sono ampiamente responsabili del surriscaldamento del globo. La Casa Bianca, al contrario, sosteneva che non vi erano prove sufficienti a dimostrazione del fatto che le emissioni industriali rappresentano la causa del cambiamento climatico. Philip Clapp, presidente del gruppo ambientalista National Environmental Trust, ha dichiarato che la nuova relazione "smentisce tutto ciò che [il presidente Bush] ha affermato sul riscaldamento globale dall'inizio del suo mandato". Il governo giapponese ha approvato la ratifica del Protocollo il 4 giugno, a seguito dell'assenso unanime espresso la settimana scorsa dal Senato (229 voti a favore e 0 contrari). Il primo ministro Junichiro Koizumi ha esortato gli USA a rivedere la propria posizione sul Protocollo, affermando: "Il governo del Giappone si adopererà al meglio per la definizione di un regime comune al quale partecipino tutti i paesi, compresi gli Stati Uniti e i paesi in via di sviluppo".