Una relazione dell'ONU evidenzia i paesi che investono maggiormente in R&S, ma sottolinea il perseverare del divario tecnologico
Il Giappone, gli Stati Uniti e la Germania hanno riportato i più alti livelli di spesa in ricerca e sviluppo (R&S) nel 1998, secondo una recente relazione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (UNIDO). Il documento pone a confronto gli anni 1985 e 1998 ed illustra i risultati comparati. Tra il 1985 ed il 1998, la Germania ha perso la sua posizione di maggior investitore in R&S, invertendo la propria collocazione in classifica rispetto al Giappone, che è risalito dal terzo al primo posto. Gli Stati Uniti hanno conservato il secondo posto, mentre la Svizzera, la Svezia e la Francia hanno tutte migliorato la propria posizione collocandosi tra le prime dieci nazioni. La relazione sottolinea la connessione tra gli sforzi di ricerca/innovazione e la competitività: "L'impegno locale nel favorire la tecnologia (rappresentato dalla R&S aziendale) si presenta come uno dei fattori principali per il miglioramento delle performance industriali, sia nei paesi industrializzati sia in quelli in via di sviluppo", si legge nel documento. In questo contesto, si osserva che i paesi in via di sviluppo si trovano ancora in fondo alla graduatoria relativamente alla spesa in R&S: "[Nelle] 30 economie ultime classificate... la spesa in R&S, i pagamenti per le licenze correlate alla tecnologia ed il numero di host di Internet sono quasi trascurabili". La relazione dell'UNIDO evidenzia però, unitamente alla R&S nazionale, che le economie di successo hanno fondato le proprie performance anche sugli investimenti esteri diretti e sull'offerta di prodotti e componentistica ad alta intensità di manodopera. I paesi che hanno conseguito i progressi più notevoli nella performance industriale tra il 1985 ed il 1998 sono i seguenti: Cina, Filippine, Indonesia, Tailandia, Irlanda ed Egitto.