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Contenuto archiviato il 2023-01-01

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Piani ambiziosi per utilizzare l'energia in eccedenza dell'Islanda

I ricercatori islandesi stanno elaborando soluzioni innovative per sfruttare il potenziale di ricchezza dell'isola in termini di fonti energetiche alternative. L'esportazione diretta di elettricità verso l'Europa continentale, attraverso quello che diventerebbe il cavo sottoma...

I ricercatori islandesi stanno elaborando soluzioni innovative per sfruttare il potenziale di ricchezza dell'isola in termini di fonti energetiche alternative. L'esportazione diretta di elettricità verso l'Europa continentale, attraverso quello che diventerebbe il cavo sottomarino più lungo del mondo, rappresenta una delle possibili opzioni. L'Islanda ha una popolazione di soli 300.000 abitanti, ma si stima che le sue risorse geotermiche e idroelettriche potrebbero soddisfare, da sole, il fabbisogno elettrico annuale di 6 milioni di persone, più dell'intera popolazione della Danimarca. Di conseguenza, la ricerca islandese in campo energetico, il secondo principale settore di ricerca dopo quello marino, si è sempre concentrata sull'elaborazione di nuovi metodi per sfruttare tali risorse. Tradizionalmente, l'Islanda utilizza l'energia in eccedenza per alimentare le proprie industrie ad alta intensità energetica (PII), soprattutto per la produzione di alluminio. Tali industrie fruttano all'Islanda circa 500 milioni di euro l'anno sotto forma di entrate da esportazioni, ovvero pressappoco la metà di quelle generate dalla pesca e dalla sua industria di trasformazione, principale voce di esportazione del paese. Sebbene il consumo energetico nazionale sia destinato ad aumentare a seguito degli investimenti su vasta scala previsti per gli impianti di fusione dell'alluminio, il potenziale di eccedenza energetica da destinare ad altri impieghi rimane enorme. Fra le soluzioni proposte, una molto ambiziosa riguarda la generazione e l'esportazione diretta di elettricità verso l'Europa continentale attraverso un cavo sottomarino. La domanda di fonti di energia pulite e rinnovabili è elevata in Europa, vista la necessità di raggiungere gli obiettivi in materia di emissioni fissati dal protocollo di Kyoto e gli ulteriori obiettivi individuati durante il Vertice mondiale di Johannesburg. Tuttavia, alcuni in Islanda sono restii all'idea di esportare questo tipo di materia prima e preferirebbero utilizzarla per produrre beni esportabili. Inoltre, l'esportazione di elettricità comporta difficoltà pratiche. Secondo le stime, infatti, all'attuale capacità mondiale di cablaggio, sarebbero necessari 6 anni per la costruzione dei 1.170 chilometri di cavi necessari per raggiungere la Scozia. Un'altra possibilità è rappresentata dall'utilizzo dell'energia per produrre combustibili puliti che potrebbero, a loro volta, essere esportati verso l'Europa e il resto del mondo. L'elettrolisi è uno dei possibili metodi di produzione dell'idrogeno e molti in Islanda sono ansiosi di esplorare le opportunità offerte dalla tecnologia all'idrogeno nell'intento di creare un mercato di massa fattibile. Attualmente nel paese sono in corso progetti di ricerca, compresa una serie di collaborazioni nell'ambito di iniziative finanziate dall'UE e la stragrande maggioranza degli islandesi vede nell'idrogeno il carburante del futuro. Tuttavia, per realizzare un mercato mondiale dell'idrogeno occorrerà attendere ancora diversi decenni poiché restano da risolvere ancora diversi problemi pratici, fra cui, per esempio, lo stoccaggio. Ciononostante, l'Islanda continua ad essere fortemente impegnata nell'aumento della produzione di energie pulite e rinnovabili e le industrie PII rappresentano lo sbocco più fattibile, a breve termine, per il loro impiego. Intervenendo alla "Giornata dell'energia" tenutasi a Bruxelles il 14 ottobre, il ministro islandese dell'Energia e del Commercio Valgerdur Sverrisdóttir ha affermato che "in qualità di paese che dispone di abbondanti risorse energetiche rinnovabili e del livello di competenze necessario in questo campo, l'Islanda indicherà la strada verso il raggiungimento degli obiettivi discussi durante il Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg".