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La Commissione propone dei parametri di riferimento scientifici per l'istruzione e la formazione

In risposta alla sfida, lanciata dal Consiglio europeo di Lisbona, di trasformare l'Europa nell'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica al mondo entro il 2010, la Commissione europea, unitamente agli Stati membri dell'UE, ha proposto cinque parametri europe...

In risposta alla sfida, lanciata dal Consiglio europeo di Lisbona, di trasformare l'Europa nell'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica al mondo entro il 2010, la Commissione europea, unitamente agli Stati membri dell'UE, ha proposto cinque parametri europei di riferimento per l'istruzione e la formazione. "Tutti gli Stati membri hanno già concordato obiettivi comuni per i sistemi educativi e di formazione e hanno approvato l'uso del metodo aperto di coordinamento per misurare i progressi compiuti verso la loro realizzazione. I cinque parametri proposti dalla Commissione contribuiranno ad una migliore misurazione dei progressi ottenuti e favoriranno lo scambio delle migliori prassi e le valutazioni tra pari, al fine di conseguire l'obiettivo del 2010", ha dichiarato il commissario europeo per l'Istruzione e la Cultura Viviane Reding. La definizione dei parametri è finalizzata ad assicurare che entro il 2010 tutti gli Stati membri riducano almeno della metà lo squilibrio di genere tra i laureati in matematica, scienza e discipline tecnologiche, garantendo nel contempo un significativo aumento del numero totale dei laureati rispetto al 2000. L'Unione europea produce più laureati in matematica, scienza e discipline tecnologiche (circa 550.000 all'anno) rispetto agli Stati Uniti (370.000) e al Giappone (240.000) ma registra una numero molto inferiore di laureati che intraprendono la carriera di ricerca. Esiste una forte disparità tra gli Stati membri in relazione al tasso di laureati in tali discipline. Secondo la Commissione occorre compiere degli sforzi nell'intero sistema educativo per motivare gli studenti, ed in particolar modo le ragazze, alla scelta di insegnamenti scientifici e tecnologici nel corso dell'istruzione primaria, secondaria e superiore. I tre paesi che riportano i migliori risultati in questo campo sono l'Irlanda, il Portogallo e l'Italia, con un rapporto di 1,6:1 tra maschi e femmine laureati in matematica, scienza e materie tecnologiche, contro un rapporto di 4,7:1 nei Paesi Bassi. Entro il 2010, inoltre, si auspica che la percentuale dei quindicenni con risultati insufficienti nella lettura, nella matematica e nelle scienze venga perlomeno dimezzata in ciascuno degli Stati membri. Tra gli altri obiettivi figurano la riduzione del 50 per cento del tasso di abbandono scolastico fra i giovani, il raggiungimento di un livello di istruzione almeno secondario per l'80 per cento della fascia di popolazione tra i 25 e i 59 anni nell'UE, nonché la partecipazione di almeno il 15 per cento degli adulti ai programmi di formazione permanente. Infine, la Commissione invita gli Stati membri a continuare a contribuire al raggiungimento dell'obiettivo di Lisbona incrementando notevolmente gli investimenti pro capite annuali a favore delle risorse umane, nonché a fissare dei parametri di riferimento nazionali in materia, comunicandoli al Consiglio e alla Commissione. Nella maggior parte dei paesi dell'OCSE la spesa pubblica per l'istruzione è aumentata di oltre il cinque per cento nel periodo dal 1995 al 1999. L'UE dedica in media il 5 per cento del PIL alla spesa pubblica per l'istruzione, e i tre paesi comunitari che vantano i migliori risultati (Svezia, Finlandia e Francia) riportano una media del 7,4 per cento.

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