Secondo uno studio, i casi di mortalità per cancro nell'UE sono in diminuzione
Secondo un recente studio, la mortalità per cancro nell'Unione europea è in diminuzione. Lo studio, pubblicato negli annali dell'Oncology Journal, si basa sui risultati del programma quinquennale dal titolo "L'Europa contro il cancro", un piano d'azione che si propone di ridurre l'incidenza e la mortalità per cancro, migliorando la formazione dei professionisti del settore sanitario, informando ed istruendo l'opinione pubblica e riunendo le risorse europee in progetti di collaborazione, al fine di garantire che l'impegno per la ricerca sul cancro in Europa superi le frontiere nazionali. Contrariamente alle previsioni iniziali, secondo le quali il numero di decessi per cancro sarebbe passato da 850.000 casi nel 1985 ad oltre 1,03 milioni di casi nel 2000, lo studio rivela che, nel 2000, si sono registrati nell'UE oltre 92.500 decessi in meno del previsto. Se da un lato, il programma europeo di lotta contro il cancro non ha raggiunto l'obiettivo di ridurre la mortalità del 15 per cento entro il 2000, dall'altro il ricercatore capo del programma, Peter Boyle, ritiene che i risultati dell'iniziativa siano tuttavia ottimistici. "Sebbene abbiamo mancato il nostro ambizioso obiettivo, la diminuzione dei decessi è degna di nota ed il previsto aumento della mortalità per cancro si è ridotto di circa la metà", ha commentato il professor Boyle. "Salvo alcune eccezioni, la maggior parte dei paesi mostra tendenze decrescenti dei tassi di mortalità per tumore, che dovrebbero mantenere lo stesso andamento almeno nei primi anni a venire". In realtà, lo studio mostra che il numero complessivo di decessi per cancro è diminuito nell'UE del dieci per cento fra gli uomini e dell'otto per cento fra le donne. Alcuni paesi, come la Finlandia e l'Austria, sono riusciti con successo a ridurre del 15 per cento la mortalità per cancro, sia negli uomini sia nelle donne, mentre altri paesi, come ad esempio il Regno Unito ed il Lussemburgo, hanno raggiunto questo traguardo soltanto per gli uomini. Tuttavia, nel caso del Portogallo e della Grecia, si è registrato un aumento superiore al previsto della mortalità maschile e femminile. Secondo il professor Boyle, vi sono ancora motivi di preoccupazione, poiché nel corso dei cinque anni di durata del programma, il numero di decessi per cancro è aumentato ancora del 12 per cento fra gli uomini e del nove per cento fra le donne. Egli ha posto altresì l'accento sul protrarsi della tendenza a fumare e sull'impatto che il fumo produce sulla salute di uomini e donne in Europa, evidenziando che il rischio di morte per cancro ai polmoni nella popolazione femminile è aumentato in maniera sostanziale in tutti i paesi, nel corso del periodo di osservazione. "Il mancato controllo del consumo di tabacco nelle donne è motivo di grave disappunto. Il fatto che le fumatrici siano sempre in maggior numero e fumino di più rappresenta per la sanità pubblica un grande fallimento per il recente passato ed un'importante sfida per il futuro prossimo. Se in ogni paese, il cancro ai polmoni nelle donne fosse diminuito nella stessa percentuale registrata per gli uomini, allora si sarebbe potuto raggiungere l'obiettivo proposto sia per la popolazione femminile sia per quella in generale", ha commentato Boyle. Egli ha aggiunto che le attività di controllo del tabacco favoriscono la riduzione del rischio di contrarre il cancro. "Efficaci attività di controllo del tabacco hanno contribuito validamente alla diminuzione dei tassi di mortalità per cancro negli uomini, ed il Regno Unito ne è un buon esempio", ha dichiarato Boyle. "Il controllo del tabacco deve continuare ad essere una priorità principale e, a tal fine, le donne, unitamente alle popolazioni più svantaggiate di ambo i sessi, vanno considerate un obiettivo primario", ha aggiunto il Professore.
Paesi
Austria, Grecia, Lussemburgo, Portogallo, Regno Unito