Con un appello dell'ultima ora, gli scienziati chiedono all'ONU di fermare il divieto della clonazione terapeutica
Il 5 novembre, alla vigilia del voto delle Nazioni Unite sul proposto divieto della clonazione umana, un gruppo di eminenti scienziati esperti in cellule staminali ha rivolto un ultimo appello all'Assemblea generale dell'ONU affinché la clonazione umana a scopo terapeutico non sia dichiarata illegale. Il divieto totale della clonazione umana a scopo riproduttivo e terapeutico è stato proposto dal Costa Rica, con l'appoggio degli Stati Uniti. Tuttavia, l'Istituto per una politica sulla clonazione umana (HCPI) ha mobilitato alcuni fra i più illustri scienziati al mondo, allo scopo di appoggiare una proposta di compromesso del Belgio che incoraggia gli Stati membri a proibire la clonazione riproduttiva, ma non il trasferimento del nucleo delle cellule somatiche (clonazione terapeutica). Secondo il direttore dello HCPI, Bernard Siegel, "è estremamente importante riconoscere la differenza fra clonazione riproduttiva e clonazione terapeutica. L'opinione scientifica internazionale specializzata in materia sostiene la clonazione delle cellule staminali a fini terapeutici". Siegel prosegue affermando che rinunciare al proseguimento delle ricerche sulle tecniche di clonazione terapeutica "equivarrebbe a voltare le spalle ad uno dei progressi medici potenzialmente più importanti del nostro tempo e, così facendo, si distruggerebbe la speranza di conoscere e curare molte malattie e affezioni mortali". Fra i sostenitori della posizione dello HCPI figurano il dott. Ian Wilmut, lo scienziato del Roslin Institute che ha clonato la pecora Dolly, e il giudice srilankese del Tribunale internazionale, Christopher Weeramantry, attualmente in pensione. Lo HCPI intende esprimere la propria disapprovazione nei confronti della clonazione umana a scopo riproduttivo e sostiene un'iniziativa del Tribunale internazionale volta a definire tale pratica un crimine contro l'umanità. "Dichiarare la clonazione umana a scopo riproduttivo un crimine contro l'umanità solleciterà tutti gli Stati membri a reprimere queste attività [e] fungerà da deterrente a lungo termine", ha concluso Siegel.