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Contenuto archiviato il 2023-01-13

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Secondo l'industria automobilistica, dovremo attenderci delle difficoltà iniziali con i nuovi strumenti del 6PQ

Le esperienze dell'industria dei trasporti su strada in merito all'utilizzo degli strumenti introdotti dal Sesto programma quadro (6PQ) sono state definite un "incubo e un sogno", in occasione del Consiglio europeo di ricerca e sviluppo nel settore automobilistico (EUCAR), ten...

Le esperienze dell'industria dei trasporti su strada in merito all'utilizzo degli strumenti introdotti dal Sesto programma quadro (6PQ) sono state definite un "incubo e un sogno", in occasione del Consiglio europeo di ricerca e sviluppo nel settore automobilistico (EUCAR), tenutosi il 13 novembre. Quest'antonimia, evocata dal direttore della ricerca presso la Daimler Chrysler, nonché membro del Comitato consultivo europeo della ricerca (EURAB) Horst Soboll, sintetizza le diverse esperienze dei presenti per ciò che concerne i progetti integrati e le reti di eccellenza. Soboll ha definito un "incubo" l'eccessivo numero di candidature, il taglio del 20-30 per cento al bilancio proposto durante la fase di negoziazione, la vaga definizione di rete di eccellenza e il tempo necessario per la fase di verifica. Tuttavia, egli ha affermato che il sostegno ricevuto dalla Commissione è stato davvero un "sogno". Secondo diversi partecipanti, occorre attendersi dei problemi iniziali, semplicemente perché si tratta di strumenti nuovi, ma molti altri hanno ricordato anche il potenziale offerto da tali meccanismi. Nel suo intervento a nome della Commissione, il capo dell'Unità "Trasporti terrestri e tecnologie marine" Christos Tokamanis ha sottolineato l'impossibilità di misurare l'efficacia dei nuovi strumenti finché non si comprenderanno le politiche alla base di tali meccanismi. Egli ha spiegato che i nuovi strumenti sono stati elaborati per superare il problema della frammentazione, per garantire l'assunzione di responsabilità e per promuovere un nuovo livello di governance nel settore europeo della ricerca, che assicuri la partecipazione dei leader dell'industria. "Se osservate gli obiettivi del programma (sicurezza integrata e prossima generazione di treni elettrici), noterete che abbiamo raggiunto una notevole capacità di finanziamento. Il 1° gennaio verranno avviati diversi progetti con finanziamenti superiori ai 30 milioni di euro. Siamo riusciti ad effettuare un'azione mirata e di mobilitazione e non abbiamo dimenticato le tecnologie chiave". Soboll ha ricordato ai partecipanti che i programmi quadro finanziati dall'UE non sono che una minima parte della ricerca sostenuta mediante fondi pubblici e ha invitato la comunità scientifica ad una più ampia riflessione sulla collaborazione nel settore della ricerca. "La risposta risiede nel metodo aperto di coordinamento", ha affermato Soboll. Quest'opinione è stata condivisa da Paul Mehring di Eureka, secondo il quale incrementare la cooperazione è essenziale per rispondere ad un cruciale interrogativo: "chi vincerà la sfida della competitività?". "Formiamo un comitato, riuniamoci per creare davvero una massa critica", ha affermato Mehring. Tale posizione è stata sostenuta anche dall'eurodeputato britannico Malcolm Harbour, il quale ha citato la questione delle celle a combustibile, che a suo avviso potrebbe essere affrontata in modo molto più efficace a livello globale, piuttosto che nell'ambito di numerosi progetti più piccoli a livello nazionale. I governi, ha affermato, spesso varano i programmi nazionali in funzione delle loro strategie: "I programmi nazionali sono spesso elaborati per ragioni politiche, al fine di dimostrare che i governi sono a conoscenza delle questioni. Temo che talvolta ciò accada". Harbour, inoltre, ha colto l'occasione per ricordare alla Commissione e ai rappresentanti dell'industria che il Parlamento europeo ha partecipato molto più attivamente alla politica di ricerca durante i negoziati sul 6PQ e che, pertanto, è interessato allo sviluppo e al successo del programma. "Non vogliamo essere estromessi dal circuito", ha dichiarato Harbour. "Vogliamo affrontare le questioni sollevate, a livello formale o informale".