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La Commissione segue i progressi verso l'obiettivo di Barcellona

Consegnando il 17 marzo la sua prima relazione annuale sull'avanzamento degli sforzi dell'Unione europea per portare al 3% del PIL l'investimento nella ricerca, il Commissario per la ricerca Philippe Busquin ha descritto i risultati ottenuti fino ad ora come 'positivi, sebbene...

Consegnando il 17 marzo la sua prima relazione annuale sull'avanzamento degli sforzi dell'Unione europea per portare al 3% del PIL l'investimento nella ricerca, il Commissario per la ricerca Philippe Busquin ha descritto i risultati ottenuti fino ad ora come 'positivi, sebbene ancora insufficienti'. I dati presentati da Busquin dovrebbero contribuire a monitorare l'attuazione del piano d'azione 2003 della Commissione per l'investimento nella ricerca. Le cifre sono state elaborate dalla Commissione in collaborazione con gli Stati membri e i paesi aderenti, e forniscono ai politici un quadro aggiornato della spesa pubblica nella ricerca e l'innovazione in Europa. 'Dopo un anno, il piano d'azione del 3% sta cominciando a dare frutti', ha dichiarato Busquin. 'Mediamente, l'investimento pubblico nella ricerca è aumentato nel 2003 e nel 2004. Questo aumento resta però ancora troppo lento. È vitale che gli Stati membri traggano vantaggio dallo sconvolgimento economico per ricentrare i loro bilanci sulla ricerca e l'innovazione'. Sulla base del finanziamento pubblico diretto pianificato, l'istantanea rivela una forte disparità nei tassi di crescita annuali dell'investimento tra i vari paesi inclusi nell'analisi. Ad esempio, mentre Lussemburgo, Irlanda, Austria e Regno Unito hanno tutti un tasso di crescita pari o superiore a quello richiesto per conseguire l'obiettivo di Barcellona, paesi come il Portogallo e i Paesi Bassi registrano in realtà un tasso di crescita negativo. Nel caso dei paesi aderenti, il quadro non è dissimile. Sebbene Busquin abbia fatto notare che 'in molti casi i nuovi Stati membri stanno facendo uno sforzo tremendo', con tassi di crescita nella Repubblica Ceca, in Estonia, Slovenia, Lettonia e Cipro, con cifre che vanno dal 12 al 28% annuo, altri paesi non si comportano altrettanto bene. 'Il tasso medio di crescita annuale nel finanziamento della R&S [ricerca e sviluppo], occorrente perché l'Europa dei 25 possa arrivare al 3% del PIL entro il 2010, è del 6,5%. Dai dati dell'istantanea si può ricavare che l'attuale tasso di crescita è del 2,07%, cifra significativamente inferiore al livello richiesto', ha detto Busquin. Allo scopo di considerare anche l'impatto degli sforzi indiretti per aumentare l'investimento nella ricerca in seno al settore privato, la Commissione ha compilato inoltre una tabella che valuta il contributo delle misure fiscali alla crescita degli investimenti nella ricerca e sviluppo. 'Sebbene debbano essere considerate come entrate previste piuttosto che come spesa pubblica nella ricerca [...] le misure fiscali ed altre misure indirette sono pari ad una percentuale significativa del finanziamento pubblico complessivo dell'Europa dei 25 per la R&S per il 2004', afferma la relazione. Busquin ha messo in luce l'Austria come esempio di miglior prassi nell'offerta di agevolazioni fiscali alle aziende affinché investano di più nella ricerca; anche la Lettonia, i Paesi Bassi, la Francia e il Regno Unito hanno avuto ottimi punteggi sotto questo aspetto. L'istantanea conclude che 'si debbono compiere sforzi maggiori [...] per incrementare il finanziamento pubblico della R&S allo scopo di conseguire l'obiettivo di Barcellona, in particolare da parte delle maggiori economie', ed aggiunge che i paesi dovrebbero riconoscere il ruolo che il finanziamento pubblico della ricerca riveste nel generare crescita e occupazione, e rispecchiarlo nei loro bilanci nazionali. Quanto agli altri punti del piano d'azione, Busquin ha detto che la Commissione 'mantiene le promesse', ed ha messo in rilievo il proposto raddoppiamento del bilancio per il prossimo programma quadro di ricerca, il ricentramento dei Fondi strutturali in modo da stimolare la competitività regionale, e l'introduzione di nuove misure studiate per agevolare la mobilità dei ricercatori come esempi di promesse che l'Unione europea ha mantenuto. Busquin ha spiegato che, per monitorare meglio gli investimenti nella ricerca e sviluppo del settore privato - un elemento fondamentale dell'obiettivo di Barcellona - la Commissione metterà a punto un tabellone delle 500 prime aziende europee e dei paesi terzi in termini di spesa, che sarà reso noto in autunno. Alla domanda se intendesse additare un particolare paese per la sua inadempienza agli standard stabiliti, Busquin ha dichiarato: 'Le critiche non si appuntano su nessun paese in particolare, ma si rivolgono a tutti i paesi che hanno sottoscritto l'obiettivo del 3% e che non introducono ancora le misure necessarie per raggiungerlo'.