Skip to main content
European Commission logo
italiano italiano
CORDIS - Risultati della ricerca dell’UE
CORDIS

The role of innate lymphoid cells in regulating intestinal inflammation

Article Category

Article available in the following languages:

Capire l’intestino umano

I ricercatori del progetto TBET ILC JFN, finanziato dall’UE, hanno sviluppato un nuovo modello per studiare l’intestino umano, finalizzato a una migliore comprensione del suo ruolo nella salute generale.

Salute icon Salute

L’intestino umano è un organo complesso, di importanza essenziale per molti aspetti della salute umana. L’intestino, noto anche come apparato gastrointestinale, comprende sette organi fondamentali: cistifellea, intestino crasso, fegato, esofago, pancreas, intestino tenue e stomaco. Insieme, formano i tre settori principali dell’intestino: lo strato epiteliale, che agisce da protezione dall’ambiente esterno; il sistema immunitario, che protegge l’organismo dalle infezioni; e il microbiota, i microrganismi che vivono negli organi intestinali. Le interazioni anomale fra questi tre settori possono portare al malfunzionamento dell’intestino. Il corretto funzionamento dell’intestino è essenziale per la salute dell’intero organismo, pertanto qualsiasi problema può portare a una gamma di patologie, tra cui tumori, diabete, obesità e malattia infiammatoria intestinale (IBD) Poiché queste patologie costituiscono nell’insieme un notevole problema economico e di salute pubblica, individuare nuovi modi di curare i problemi intestinali è di enorme importanza – e questo è proprio ciò che TBET ILC JFN, il progetto finanziato dall’UE, si è proposto di fare. «L’obiettivo di questo progetto è stato lo studio di cellule linfoidi innate per comprendere il loro ruolo nelle malattie intestinali», ha affermato la Dott.ssa Joana Neves, ricercatrice principale nel progetto TBET ILC JFN. La Dott.ssa Neves spiega che le cellule linfoidi innate (ILC) sono un tipo particolare di cellule immunitarie che si trovano nell’intestino, ciascuna delle quali ha una funzione specifica. «Alcune sottopopolazioni proteggono dalle infezioni intestinali, mentre altre favoriscono l’infiammazione intestinale», afferma la ricercatrice. «Ad esempio, i pazienti affetti da morbo di Crohn spesso accumulano una particolare sottopopolazione di ILC nel loro intestino infiammato, il che indicherebbe che questi ILC hanno un ruolo nella causa della malattia». Un nuovo modello in vitro Evidenziando il modo in cui le ILC interagiscono con le cellule epiteliali dell’intestino, i ricercatori del progetto sono riusciti a sviluppare un nuovo modello in vitro. «Il nostro modello inizia con un piccolissimo frammento di intestino contenente cellule staminali, che crescono per diventare le cellule funzionali adulte dell’intestino», osserva la Dott.ssa Neves. «Queste cellule staminali vengono sviluppate in condizioni molto precise, creando organoidi intestinali, ossia “mini intestini“ tridimensionali coltivati in una piastra». Il modello si è basato su studi precedenti su come sviluppare organoidi intestinali e utilizzarli per definire le condizioni che consentono l’aggiunta di cellule immunitarie nel mini-intestino. Tuttavia, il modello dello studio TBET ILC JFN si è spinto oltre, consentendo ai ricercatori per la prima volta di studiare in vitro il modo in cui le cellule immunitarie, particolarmente le ILC, si sviluppano nell’ambiente intestinale. Secondo la Dott.ssa Neves, il nuovo modello consente ai ricercatori di studiare il modo in cui le cellule immunitarie comunicano con le cellule dell’epitelio intestinale. Come tale, il modello è un importante strumento per identificare percorsi sull’interazione tra queste cellule e per testare l’impatto di farmaci o terapie biologiche su queste interazioni. «La comunicazione tra l’epitelio intestinale e le cellule immunitarie innate è essenziale per la salute intestinale e sistemica», continua la studiosa. «Pertanto, l’impiego del nostro modello potrebbe portare alla scoperta di nuove importanti molecole per la cura di patologie associate all’infiammazione intestinale, aiutando quindi a migliorare la qualità della vita dei pazienti». Ulteriori vantaggi per i pazienti Oltre a condividere i loro risultati attraverso seminari, conferenze e pubblicazioni, i ricercatori del progetto stanno anche ampliando la propria ricerca iniziale. «Stiamo attualmente avviando colture utilizzando campioni da pazienti, a differenza di topi, affetti da malattia intestinale, allo scopo di riuscire a trasferire meglio i nostri studi in ambito umano, portando ulteriore beneficio ai pazienti», aggiunge la Dott.ssa Neves.

Parole chiave

TBET ILC JFN, Unione europea UE, tratto gastrointestinale, cellule linfoidi innate, immunità

Scopri altri articoli nello stesso settore di applicazione