Via libera del Regno Unito alla clonazione terapeutica
Tre anni dopo la legalizzazione nel Regno Unito della clonazione terapeutica, la HFEA (Human Fertilisation and Embryology Authority) ha concesso la prima licenza che autorizza gli scienziati a clonare gli embrioni umani per estrarne le cellule staminali. La licenza è stata concessa l'11 agosto agli scienziati del Centre for Life dell'università di Newcastle, che sperano di dar vita a cellule in grado di produrre insulina da trapiantare nei pazienti diabetici. L'obiettivo finale è comprendere i meccanismi di sviluppo degli embrioni e sfruttare le conoscenze ottenute per mettere a punto trattamenti delle malattie degenerative quali il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson e il diabete. Gli scienziati di Newcastle useranno gli ovuli in sovrannumero donati dalle coppie che si sono sottoposte alla fecondazione in vitro. Gli embrioni verranno distrutti prima che abbiano raggiunto i 14 giorni di vita e non potranno superare la grandezza di una capocchia di spillo. Suzi Leather, capo della HFEA, ha annunciato la decisione con una dichiarazione in cui afferma: 'Dopo un attento studio di tutti gli aspetti scientifici, etici, legali e medici del progetto, il comitato di autorizzazione dell'HFEA ha deciso di concedere una licenza di ricerca iniziale di un anno al Newcastle Centre of Life'. 'Si tratta di un'area di ricerca importante e di un uso responsabile della tecnologia. L'HFEA è qui per garantire che ogni ricerca sugli embrioni umani sia esaminata e opportunamente regolata', ha aggiunto. Il dottor Colin McGuckin, lettore di biologia delle cellule staminali alla Kingston University, ha detto: 'La prospettiva di clonare cellule umane per capire le malattie genetiche, in particolare le malattie rare, è eccitante, e il passo verso la clonazione terapeutica come mezzo di ricerca per arrivare a curare le malattie genetiche è estremamente importante. Non bisogna però credere che costituisca una risposta a tutte le malattie genetiche, e certamente non alle malattie degenerative, perché in un prevedibile futuro la complessità di queste alterazioni potrà difficilmente essere risolta dalla terapia genetica'. In effetti, gli scienziati che partecipano al progetto hanno avvertito che ci vorranno almeno cinque anni prima che i pazienti possano essere sottoposti a trattamenti derivati dal loro lavoro sulle cellule staminali. Si prevede che l'annuncio dell'autorizzazione riaccenderà il dibattito in corso sulla portata etica della riproduzione artificiale di materiale genetico umano per scopi scientifici e medici. Il gruppo inglese contro l'aborto Pro Life Party ha già annunciato che sta prendendo in esame la possibilità di ricorrere in giudizio contro la decisione dell'HFEA di autorizzare il prosieguo della ricerca. Il dottor David King, biologo molecolare e direttore di Human Genetic Alert, ha dichiarato: 'La ricerca è uno spreco di denaro pubblico, e per la prima volta supera i limiti imposti dall'etica'. In Italia sono in molti ad avere reagito alla notizia esprimendo indignazione e disapprovazione. 'La decisione non può essere assolutamente giustificata', ha detto Francesco D'Agostino, direttore del Comitato nazionale di bioetica italiano. Il direttore della Associazione dei medici italiana, Giuseppe Del Barone, ha aggiunto: 'Sono favorevole all'uso delle cellule staminali per la ricerca medica, ma sono assolutamente contrario all'idea stessa di clonazione'. Nel Regno Unito la tendenza generale sembra comunque favorevole alla ricerca, nei limiti in cui viene applicata una severa regolamentazione. Un portavoce della British Medical Association ha detto alla BBC: 'Siamo a favore di una severa regolamentazione, in modo che la clonazione terapeutica per estrarre cellule staminali embrionali destinate a trattamenti in grado di salvare vite, che la maggior parte dei cittadini appoggia, possa proseguire, mentre la clonazione riproduttiva umana, che la maggior parte dei cittadini non appoggia, venga impedita'. Il parlamentare Ian Gibson, presidente del comitato per la scienza e tecnologia della Camera dei comuni, si è detto compiaciuto del fatto che il Regno Unito abbia autorizzato un tale sviluppo, ma ha ammesso che se da un lato i progressi medici che ne risulteranno potrebbero aiutare i malati di morbo di Alzheimer, di Parkinson e di varie altre malattie, dall'altro alcuni potrebbero considerare che 'è stato aperto il vaso di Pandora'. Ha dunque promesso che il suo comitato procederà a un riesame complessivo dell'intera questione. Nel mese di ottobre le Nazioni Unite discuteranno una proposta di divieto internazionale della clonazione, sia riproduttiva che terapeutica. La licenza ora concessa rende ben chiara la posizione del Regno Unito nella discussione sulla clonazione terapeutica in seno alle Nazioni Unite. Il Regno Unito e alcuni altri paesi - tra cui Belgio, Giappone e Svezia - sollecitano un accordo che bandisca la clonazione a fini riproduttivi, ma che lasci liberi i singoli paesi di decidere se permettere o meno la clonazione terapeutica.
Paesi
Belgio, Italia, Svezia, Regno Unito