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Family life courses, intergenerational exchanges and later life health

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«Vite in relazione» e il loro impatto sulla nostra salute

Il progetto FAMHEALTH ha fatto progredire considerevolmente la nostra comprensione delle complesse interazioni tra la situazione familiare e la salute nel corso della vita.

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Non si può negare il fatto che la decisione di costituire una famiglia, e la scelta delle persone con cui crearla, ha un forte impatto sul modo in cui conduciamo la nostra vita. I nostri cari spesso ci influenzano e determinano in noi dei cambiamenti tanto da comportare, a volte, delle ripercussioni persino sulla nostra salute. Si tratta di un processo che la prof.ssa Emily Grundy, direttrice dell’Institute for Social and Economic Research (ISER) presso l’Università di Essex, conosce molto bene: da quando cinque anni fa ha preso parte al progetto FAMHEALTH, studia l’influenza esercitata dalle traiettorie familiari sulla salute e il benessere nella tarda età adulta. Il team della prof.ssa Grundy ha utilizzato una gamma di set di dati su larga scala e applicato metodi statistici avanzati per mettere in relazione cambiamenti importanti a impatti sulla salute. I ricercatori hanno effettuato confronti tra fratelli, paesi e periodi di tempo giungendo a scoperte molto importanti e, a volte, sorprendenti. «Eravamo già a conoscenza del fatto che avere bambini in giovane età, crescere un figlio da soli, sostenere parti ravvicinati, avere famiglie allargate e affrontare eventi quali il divorzio sono tutte circostanze che determinano stress, soprattutto nel caso in cui si aggiunga una situazione economica precaria. Persino una volta cresciuti, i figli, oltre a un sostegno, possono portare preoccupazioni», spiega la professoressa. «Ma questa ricerca ci ha consentito di spingerci ben oltre. Ad esempio, abbiamo rilevato un declino nella qualità della vita di genitori anziani con un figlio adulto rimasto disoccupato. Al contrario, la qualità della vita di genitori con un figlio che si è sposato è migliorata». In base ai risultati di FAMHEALTH, gli svantaggi subiti durante l’infanzia aumentano la possibilità di diventare genitori in giovane età, avvenimento che, almeno nell’Europa occidentale, tende a essere associato a peggiori condizioni di salute e un minore avanzamento professionale. Nei paesi dell’Europa dell’Est, tuttavia, non è necessariamente così, il che potrebbe essere dovuto all’inclinazione dei regimi socialisti nazionali del passato a incoraggiare l’occupazione femminile e a fornire un forte sostegno alle famiglie con bambini. Secondo la professoressa è interessante notare che, «inoltre, la mancanza di figli o di un partner era maggiormente associata a un rischio più elevato di depressione nelle persone anziane nei paesi dell’Europa orientale, piuttosto che in quelli dell’Europa occidentale. Molto probabilmente, ciò è il risultato del fatto che oggi, rispetto al passato, il sostegno da parte dei figli adulti è molto maggiore, dato il crollo dell’assistenza fornita dai sistemi nazionali precedenti». Sono state riscontrate inoltre alcune differenze tra i paesi dell’Europa settentrionale e quelli del resto della Comunità. «Nell’Europa orientale e meridionale, le vedove anziane erano più felici di vivere con un figlio piuttosto che da sole, mentre nell’Europa settentrionale vivere con un figlio era una situazione associata a una minore felicità. Analogamente, nei paesi nordici i genitori di mezza età i cui figli adulti erano tornati a vivere alla casa natale avevano registrato una diminuzione della propria qualità di vita, mentre per altre regioni europee non è stato così», sottolinea la prof.ssa Grundy. Un’altra importante scoperta per quanto riguarda la salute è che, in Norvegia, gli uomini non sposati, e in particolare gli uomini mai sposati, avevano molte meno probabilità rispetto agli uomini sposati di assumere farmaci per la riduzione del rischio di malattie cardiache e ictus. Secondo la prof.ssa Grundy, questa potrebbe essere una delle ragioni alla base del loro maggior rischio di morire a causa di queste condizioni rispetto agli uomini sposati. Nel complesso, la prof.ssa Grundy si augura che le scoperte di FAMHEALTH aiutino i responsabili delle politiche a riconoscere come le «vite in relazione» implichino sempre più che ciò che accade ai genitori può incidere sulla vita dei loro figli e viceversa. Spera inoltre che le scoperte del progetto in merito agli stress cumulativi relazionati con il crescere i figli determinino un sostegno più elevato alle famiglie, originando di conseguenza vantaggi a lungo termine per la salute.

Parole chiave

FAMHEALTH, programmi per la famiglia, salute, infanzia

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