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La Commissione autorizza le importazioni di mais transgenico per l'alimentazione animale

Il mais modificato dalla società statunitense Monsanto ha ricevuto l'autorizzazione della Commissione europea che ne rende possibile l'importazione nell'UE e la lavorazione come mangime animale. La decisione non riguarda l'utilizzo per l'alimentazione umana o la coltivazione. ...

Il mais modificato dalla società statunitense Monsanto ha ricevuto l'autorizzazione della Commissione europea che ne rende possibile l'importazione nell'UE e la lavorazione come mangime animale. La decisione non riguarda l'utilizzo per l'alimentazione umana o la coltivazione. Il mais in questione, conosciuto con la sigla MON 863, è stato geneticamente modificato affinché divenisse tollerante alla diabrotica del mais. È stato oggetto di una rigorosa valutazione del rischio ed è ritenuto sicuro come qualsiasi mais convenzionale dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare. L'autorizzazione è valida per dieci anni. Il MON 863 è il secondo prodotto ad essere valutato ed approvato dopo l'entrata in vigore di una direttiva del 2001 sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati. Il mais sarà ora sottoposto ad una rigida etichettatura e alle norme in materia di tracciabilità. La Monsanto ha inizialmente presentato richiesta per poter immettere sul mercato il MON 863 in Germania. Le autorità locali non hanno riscontrato prove scientifiche di un qualsiasi rischio per la salute umana e per l'ambiente, mentre altri Stati membri hanno sollevato obiezioni all'estensione dell'autorizzazione a tutta l'Unione europea. Tali obiezioni includono: caratterizzazione molecolare, allergenicità, tossicità, inadeguatezza del progetto di monitoraggio, disseminazione accidentale, presenza di un gene marcatore di resistenza agli antibiotici e individuabilità. L'EFSA ha esaminato le obiezioni senza rilevarvi motivi di preoccupazione. L'EFSA ha pubblicato il proprio parere nell'aprile 2004. Il Consiglio dei ministri non è poi riuscito a raggiungere una posizione comune sulla proposta della Commissione di introduzione sul mercato e di conseguenza, come stabilito dalla legislazione UE, spettava alla Commissione approvare una decisione finale.

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