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Contenuto archiviato il 2023-03-01

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Gli eurodeputati approvano una risoluzione sulla R&S nel campo delle malattie trascurate nei paesi in via di sviluppo

La scorsa settimana il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che chiede all'Unione europea di attribuire alle malattie trascurate nei paesi in via di sviluppo una priorità più elevata nel programma di ricerca comunitario. L'eurodeputato John Bowis, portavoce in mat...

La scorsa settimana il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che chiede all'Unione europea di attribuire alle malattie trascurate nei paesi in via di sviluppo una priorità più elevata nel programma di ricerca comunitario. L'eurodeputato John Bowis, portavoce in materia di sanità del gruppo del Partito popolare europeo (PPE), ha ottenuto forte sostegno per la sua relazione, che è stata redatta in risposta a un nuovo programma con cui la Commissione intende affrontare l'HIV/AIDS, la malaria e la tubercolosi. La relazione, adottata nella seduta plenaria svoltasi a Strasburgo l'8 settembre, sottolinea la mancanza nell'Unione europea di attività di ricerca su patologie meno note come la malattia del sonno e la febbre dengue. Tra le malattie trascurate figurano non solo malattie rare (orfane) e disturbi comuni, principalmente trasmissibili, ma anche una serie di altre affezioni che rappresentano un onere molto gravoso in tutti i paesi e per le quali i rimedi efficaci sono pochi o inesistenti. L'epidemia influenzale, ad esempio, compare annualmente e causa ogni anno un milione di morti in tutto il mondo, mentre la pandemia influenzale si verifica a intervalli di alcuni decenni con conseguenze molto più devastanti. Finora l'industria farmaceutica non è riuscita a soddisfare le esigenze delle persone con malattie trascurate, in quanto spesso i profitti potenziali per le parti interessate non sono chiari. Anche se l'industria continua a svolgere un ruolo importante nella scoperta e nello sviluppo di farmaci, secondo la risoluzione è necessario un pluralismo molto maggiore per quanto riguarda il finanziamento e la scoperta di nuove terapie. "È giusto che l'Unione europea affronti l'HIV, la TBC e la malaria nei paesi in via di sviluppo, ma esistono anche molte altre malattie che meritano attenzione", afferma John Bowis. La relazione sostiene che occorre un'azione urgente al fine di sviluppare nuovi farmaci e renderli disponibili ai paesi in via di sviluppo a prezzi che questi ultimi si possano permettere, richiamando inoltre l'attenzione sul numero in rapido aumento di casi di malattie mentali in molti dei paesi in questione. Per la maggior parte di tali disturbi esistono terapie efficienti in termini di costi, ma adeguate normative sulla salute mentale, terapie e servizi di prossimità non ricevono la priorità che dovrebbero. Il relatore sostiene che i sistemi sanitari nei paesi in via di sviluppo avrebbero bisogno di investimenti molto più cospicui per far fronte a queste malattie, ma che l'Unione europea deve anche attribuire loro l'attenzione che meritano quando pubblica le proprie priorità per la ricerca e sviluppo, aggiungendo che la comunità internazionale deve assumersi le sue responsabilità e intensificare gli sforzi volti a migliorare le terapie per la cura di malattie che uccidono milioni di persone nei paesi poveri. Meno dell'uno per cento dei nuovi farmaci commercializzati tra il 1975 e il 1999 è stato sviluppato per combattere le malattie infettive tropicali. I pazienti affetti da infezioni di origine parassitaria, come il tracoma o la leishmaniosi potenzialmente letale, sono spesso trattati con farmaci arcaici che possono essere altamente tossici, inefficaci o difficili da somministrare. La risoluzione del Parlamento, presentata dalla commissione per lo sviluppo, chiede alla Commissione di aumentare i fondi disponibili per la ricerca biomedica sulle malattie legate alla povertà, quali la malaria e la tubercolosi, e che nel Settimo programma quadro (7PQ) venga fatto specifico riferimento al finanziamento della ricerca su tali malattie. Il Parlamento europeo, che vuole che il termine generale di malattie trascurate sia esteso al di là di HIV/AIDS, malaria e tubercolosi, invita anche la Commissione a rafforzare la capacità dei paesi in via di sviluppo di condurre la sperimentazione clinica, la ricerca operativa e quella sui sistemi sanitari. Il Parlamento sostiene che le esigenze di donne, bambini e persone disabili devono essere integrate nelle politiche sanitarie e nelle attività di ricerca ad esse collegate. Tenuto conto della mancanza di un'ovvia redditività per le imprese in questo campo, la relazione chiede che l'industria farmaceutica sia obbligata o incoraggiata a reinvestire una percentuale dei propri utili nella ricerca e sviluppo sulle malattie trascurate. La risoluzione raccomanda di concludere un nuovo accordo globale sulle attività di R&S in campo medico e di integrare il trasferimento delle tecnologie nelle politiche di sviluppo. Non si tratta della prima volta che l'Unione europea sostiene un approccio di questo genere: nel periodo che ha preceduto la Presidenza olandese dell'Unione europea, il governo dei Paesi Bassi ha incaricato l'Organizzazione mondiale della sanità di elaborare un programma di ricerca comunitario basato sulle esigenze di farmaci prioritari da parte della sanità pubblica. La relativa relazione intitolata "A public health approach to innovation" (approccio della sanità pubblica all'innovazione), che fa parte del progetto "Medicine prioritarie per l'Europa e il mondo", è stata pubblicata lo scorso novembre e riguarda un'ampia serie di questioni fondamentali, avanzando molte proposte di ampia portata nel campo della ricerca per l'Unione europea. La risoluzione è coincisa con la pubblicazione di una nuova relazione di un gruppo del centro di ricerca nel campo dell'assistenza sanitaria e sociale della London School of Economics (LSE), guidato dalla dottoressa Mary Moran. La relazione sostiene che un profondo cambiamento nella ricerca su dieci cosiddette "malattie trascurate", fra cui malaria, tubercolosi (TBC), lebbra e malattia del sonno, potrebbe comportare lo sviluppo di almeno otto nuovi farmaci entro il 2010. La relazione sottolinea inoltre che circa tre quarti dei progetti di ricerca sono condotti nell'ambito di partenariati tra settore pubblico e privato, dimostrando che questi ultimi sono stati un fattore determinante di un considerevole aumento delle attività e raccomandando che i responsabili politici li sostengano quando si tratta di ricerca e sviluppo sulle malattie trascurate.

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