Risultati di un progetto TSI alla base di una norma ISO sulla gestione dell'identità
Il lavoro di una Rete di eccellenza (NoE) finanziata dall'Unione europea sarà alla base di una nuova norma internazionale che fornirà un quadro per la definizione dell'identità digitale e la gestione sicura delle informazioni relative all'identità. La Rete di eccellenza FIDIS (future of identity in the information society, futuro dell'identità nella società dell'informazione) è finanziata a titolo della priorità "Tecnologie della società dell'informazione" (TSI) del Sesto programma quadro (6PQ). Si affronteranno i nuovi modi in cui si identificano gli individui, o anche semplicemente le "entità", nella società dell'informazione, ad esempio utilizzando pseudonimi o persino ricorrendo alla totale anonimità. Stando alle informazioni fornite nel sito FIDIS, "le cosiddette identità virtuali [...] vengono create per motivi di sicurezza, profitto, convenienza o persino a scopo di divertimento. Queste nuove identità stanno entrando a far parte del mondo economico e sociale, offrendo un misto di identità plurali e mettendo in discussione i tradizionali concetti di identità". Poiché i singoli paesi europei presentano già approcci nettamente diversi alle più tradizionali forme di gestione dell'identità, ad esempio nel caso dei documenti di riconoscimento, si è istituita la rete FIDIS allo scopo di superare la profonda frammentazione della ricerca sul futuro dell'identità instaurando una cooperazione fondata su un insieme comune di attività. "Effettivamente la frammentazione rappresenta un problema. Non è pratico ricevere risposte prive di coordinamento alla stessa questione", sostiene il coordinatore del progetto, Kai Rannenberg, della Goethe University, in Germania. "Occorre adottare un sistema armonizzato per varie ragioni. Pensiamo alla mobilità. Gli europei si muovono, molti di loro lavorano all'estero. La Commissione europea ha stabilito che la ricerca sull'identità è una questione importante che deve essere integrata e coordinata in tutta Europa". Il consorzio, costituito da 24 partner, riunisce università, istituti di ricerca e imprese di ogni parte dell'Unione europea. Le loro attività sono organizzate su sette temi di ricerca distinti: identità dell'identità, profiling, interoperabilità dei documenti di riconoscimento e sistemi per la loro gestione, implicazioni legali, deidentificazione, carte d'identità ad alta tecnologia, e mobilità e identità. I risultati della ricerca sono messi a disposizione dei cittadini, dei ricercatori e in particolare delle piccole e medie imprese (PMI) dell'Unione europea. Dando prova di intuito, il professor Rannenberg aveva precedentemente affermato: "Dalla condivisione di approcci e culture diverse nasce una sinergia che si rivelerà utile nella ricerca di una soluzione europea. Una soluzione europea coordinata potrebbe anche diventare un prodotto destinato all'esportazione, proprio come il GSM, una norma di grande successo che ora viene utilizzata a livello globale". In realtà, sebbene il consorzio FIDIS abbia avviato la propria attività solo nell'aprile 2004, il suo lavoro viene già utilizzato proprio come base di questa norma. L'Organizzazione internazionale di normalizzazione (ISO) ha iniziato a lavorare all'elaborazione di una norma per la gestione dell'identità basandosi sulle specifiche fornite dal progetto FIDIS. Oltre a dotare le organizzazioni di un quadro comune per definire l'identità e gestire in modo sicuro informazioni relative all'identità, il progetto è inoltre volto a rafforzare la fiducia nelle tecnologie digitali, a proteggere la vita privata delle persone e a sensibilizzare sulle possibilità che in sostanza la gestione dell'identità offre per contribuire a creare una società dell'informazione più equa. "Sono fortemente favorevole all'iniziativa avviata dall'ISO al fine di elaborare una norma per la gestione dell'identità e constato con molto piacere l'importante ruolo svolto dal consorzio FIDIS a tale proposito", ha concluso Jacques Bus, capo dell'unità "TIC per la fiducia e la sicurezza" della DG Società dell'informazione della Commissione europea.