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Contenuto archiviato il 2023-03-01

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I ricercatori olandesi dimostrano l'efficacia dei vaccini per impedire la diffusione dell'influenza aviaria

Un'équipe di ricercatori dell'Istituto centrale per il controllo delle malattie animali, con sede a Lelystad, dell'Università di Wageningen e del Centro di ricerca dei Paesi Bassi, hanno pubblicato i risultati di uno studio sugli effetti dell'immunizzazione del pollame contro ...

Un'équipe di ricercatori dell'Istituto centrale per il controllo delle malattie animali, con sede a Lelystad, dell'Università di Wageningen e del Centro di ricerca dei Paesi Bassi, hanno pubblicato i risultati di uno studio sugli effetti dell'immunizzazione del pollame contro l'influenza aviaria, giungendo alla conclusione che la vaccinazione potrebbe costituire un'importante misura di controllo in grado di prevenire l'insorgere della prossima pandemia influenzale umana eliminando la fonte delle infezioni. Tutti gli esperimenti dell'équipe sui virus dell'influenza aviaria sono stati eseguiti nel quadro di un progetto comunitario recentemente ultimato, AVIFLU, finanziato nell'ambito del Quinto programma quadro (5PQ). Il progetto ha affrontato il tema della patogenesi e il miglioramento della diagnosi e del controllo delle infezioni da influenza aviaria. In base alla ricerca, pubblicata negli atti dell'Accademia nazionale delle scienze, "la vaccinazione è in grado di ridurre il livello di trasmissione a tal punto da prevenire una grave epidemia". È ampiamente accettata l'idea che la vaccinazione rappresenti una misura potenzialmente efficace per controllare e prevenire le epidemie dell'influenza aviaria altamente patogenica (HPAI). Negli ultimi anni, sono stati messi a punto diversi vaccini contro i virus influenzali H5 e H7 che colpiscono il pollame e tali vaccini hanno dimostrato che la vaccinazione può proteggere il pollame dalla manifestazione della malattia (morbosità) e dalla mortalità. La ragione per cui le epidemie di HPAI sono ancora controllate mediante l'uccisione e la distruzione di pollame infetto anziché ricorrendo alla semplice vaccinazione, come accaduto nel 2003 quando durante l'epidemia sono stati distrutti nei Paesi Bassi 30 milioni di volatili, è che nonostante la vaccinazione abbia dimostrato la capacità di prevenire la mortalità e i sintomi, è stata osservata anche una diffusione virale asintomatica. Era dunque incerto se, indipendentemente dalle epidemie, i volatili immunizzati potessero ancora trasmettere la malattia in modo latente, aumentando il rischio di nuove epidemie e causando una seria minaccia per gli essere umani. Per tale motivo il vaccino ideale dovrebbe non solo arrestare la malattia ma anche prevenirne la trasmissione. Finora le conoscenze sulla capacità dei vaccini AI di ridurre la trasmissione dei virus HPAI nel pollame o sulla quantificazione di tale riduzione erano poco approfondite: le ricerche riguardavano esclusivamente l'efficacia del vaccino nella difesa del pollame contro l'insorgere della malattia. È rimasta quindi una lacuna per quanto concerne le modalità con cui il vaccino riduce la diffusione virale. Ciò rappresentava un punto importante che occorreva chiarire prima dell'avvio delle campagne di vaccinazione su larga scala. La questione è diventata urgente quando la Cina ha annunciato piani relativi alla vaccinazione di miliardi di volatili, e l'Indonesia e il Vietnam sono stati incitati dall'Organizzazione mondiale per la salute animale ad adottare misure analoghe. I ricercatori olandesi hanno studiato l'impatto della vaccinazione sulla diffusione del virus in una popolazione di pollame mediante i cosiddetti esperimenti di trasmissione. In tale esperimento, il pollame infetto viene messo a contatto con pollame non infetto e la catena dell'infezione è oggetto di monitoraggio. Gli esperimenti di questo tipo consentono ai ricercatori di quantificare l'impatto della vaccinazione sulla dinamica della trasmissione. I volatili sono stati contagiati da una variante dell'H7N7, isolata nel corso dell'epidemia di influenza aviaria scoppiata nei Paesi Bassi nel 2003, e sono stati vaccinati per mezzo di due vaccini disponibili in commercio: un vaccino H7N1 (Italia '99) e un vaccino H7N3 (Pakistan '95). La ricerca è stata effettuata come segue: in uno degli esperimenti tutti i volatili sono stati vaccinati anticipatamente; in seguito, cinque unità di pollame sono state poste in una gabbia e inoculate con il virus. 24 ore dopo sono state aggiunte altre cinque unità di pollame ed è stata monitorata la diffusione del virus. Gli esperimenti sono terminati dopo tre settimane. Sono stati effettuati inoltre esperimenti a coppia utilizzando pollame inoculato e vaccinato e pollame sano non vaccinato. In tutti i casi gli esperimenti sono stati svolti applicando rigide misure di sicurezza: la variante H7N7 è nota per aver infettato gli essere umani ed aver ucciso una persona nei Paesi Bassi durante l'epidemia del 2003. Dai risultati emerge che due settimane dopo la vaccinazione, entrambi i vaccini testati erano in grado di arrestare completamente la diffusione della malattia. Per periodi più brevi e nonostante il fatto che una settimana dopo la vaccinazione il pollame non si ammalasse più se inoculato con il virus influenzale, si sono tuttavia verificati casi di trasmissione. Gli esperimenti dimostrano che la vaccinazione non solo protegge il pollame contro la mortalità e la morbosità, ma riduce anche la diffusione del virus nell'ambito di uno stormo, in modo tale da impedire l'insorgere di una grave epidemia. Tuttavia, i ricercatori riconoscono che i programmi di vaccinazione dovrebbero essere considerati come un intervento complementare visto che la vaccinazione probabilmente non impedisce del tutto la trasmissione del virus. Le conclusioni di una precedente ricerca, svolta dalla stessa equipe, mettono in guardia contro il pericolo di discontinuità nell'osservazione delle misure di base relative all'igiene, alle restrizioni sui trasporti e alla sorveglianza dopo l'avvio delle campagne di vaccinazione. Il ricercatore Michiel van Boven ha spiegato, in un'intervista al Notiziario CORDIS, che il suo gruppo di lavoro ha effettuato altri esperimenti inerenti alla vaccinazione sulle anatre e i fagiani contro il virus dell'influenza aviaria H7N7, dai quali è risultato che per ogni combinazione specifica di ospite-agente patogeno è del tutto possibile determinare se la vaccinazione sia uno strumento efficace per prevenire le epidemie. Tuttavia i virus A dell'influenza non solo sono estremamente variabili, ma possono avere anche svariate caratteristiche in diverse specie ospite. Pertanto la vaccinazione dovrebbe essere specifica in termini di tipo di vaccino, dose e numero di iniezioni. Esperimenti analoghi sono stati effettuati in anatre infette con la variante H5N1 isolata durante l'epidemia del Pakistan nel 2004 per mezzo del vaccino H5N2. L'équipe è in procinto di analizzare i risultati e spera di pubblicare i risultati all'inizio dell'anno prossimo.

Paesi

Paesi Bassi