Progetto comunitario mira a rafforzare la sicurezza delle infrastrutture critiche basate sull'informazione
La Commissione ha avviato un nuovo progetto integrato da sette milioni di euro teso a far luce sulle sempre più complesse interconnessioni tra le infrastrutture critiche basate sull'informazione, quali le reti elettriche e le reti di telecomunicazioni, al fine di proteggerle ulteriormente dai guasti. La natura delle reti di infrastrutture ha subito cambiamenti sostanziali negli ultimi anni, in seguito alla maggiore deregolamentazione, all'internazionalizzazione e alla diffusa introduzione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC). Tali cambiamenti hanno dato vita a infrastrutture più complesse, geograficamente distribuite e sempre più interconnesse e pertanto vulnerabili. "Un problema ad una rete di telecomunicazioni in un paese può causare l'interruzione dell'approvvigionamento di gas in un città a migliaia di chilometri di distanza", ha dichiarato al Notiziario CORDIS Uwe Beyer, capo del Fraunhofer Institute per i sistemi autonomi intelligenti. Beyer è il coordinatore del progetto triennale "Integrated risk reduction on information-based infrastructure systems" (IRRIIS - Riduzione integrata dei rischi nei sistemi di infrastrutture basati sull'informazione), finanziato nell'ambito della priorità TSI del Sesto programma quadro (6PQ). Simili interconnessioni esistono poiché oggigiorno i responsabili di singole reti di infrastrutture, o addirittura di sottoreti, possono controllarle cliccando il tasto di un mouse. Ciò significa che, per esempio, il funzionamento corretto delle reti per l'approvvigionamento di energia elettrica è dipendente dalle reti di telecomunicazioni e, aspetto cruciale, viceversa. "In caso di mancanza di energia, le reti di comunicazione non funzionano: ciò comporta un effetto domino che avanza attraverso i sistemi. Si tratta di un circolo vizioso: non è possibile ripristinare l'energia elettrica senza rimettere in funzione la rete di comunicazione, ma è impossibile riavviare quest'ultima senza energia elettrica", ha spiegato Beyer. Per quanto le singole infrastrutture dispongano di procedure di sicurezza molto complete che le proteggono dalle tre minacce principali (guasti tecnici, minacce "asimmetriche" come sabotaggio o terrorismo e sovraccarico causato, ad esempio, dell'utilizzo aziendale), le misure di sicurezza prendono raramente in considerazione le complesse interrelazioni tra i sistemi, anche perché nessuno le comprende realmente appieno. Una sfida fondamentale per i partner del progetto integrato IRRIIS è pertanto rappresentata dal comprendere meglio la complessità dei moderni sistemi interconnessi, individuando i possibili problemi e proponendo soluzioni. Per riuscire in ciò, sarà costruito e utilizzato un ambiente di simulazione artificiale, SYNTEX. Dopo aver individuato le minacce, i partner svilupperanno "tecnologie middleware perfezionate", componenti software che agevolano la comunicazione basata sull'informatica tra le diverse infrastrutture e i vari prestatori di servizi. Dette tecnologie accresceranno la stabilità dei servizi durante le situazioni critiche e sosterranno le azioni di recupero in caso di guasti al sistema, rafforzando sostanzialmente in tal modo la sicurezza delle infrastrutture critiche. Ottenere le informazioni necessarie all'adempimento del lavoro rappresenterà di per sé qualcosa di simile a una sfida, ritiene Beyer. "Talvolta può essere difficile ottenere dati sulla vita reale delle infrastrutture, poiché queste ultime sono strettamente collegate ai programmi aziendali delle società, che potrebbero non sempre essere consapevoli della portata del pericolo. Occorre tentare di comunicare loro il peggiore scenario possibile ancorché le possibilità che esso si verifichi siano ridotte", ha dichiarato. Beyer ritiene che il progetto IRRIIS, oltre a sviluppare strumenti pratici per affrontare le suddette minacce, potrebbe contribuire allo sviluppo di nuovi regolamenti in materia di sicurezza. "In ogni paese sono in vigore regolamenti nazionali e locali che disciplinano la sicurezza delle infrastrutture, ma a mia conoscenza non esistono regolamenti sulle interconnessioni a livello comunitario", ha rivelato. La natura del problema è talmente complessa da far apparire improbabile che un'iniziativa di tre anni conduca direttamente all'elaborazione di raccomandazioni per la legislazione comunitaria; tuttavia Beyer nutre la speranza che IRRIIS sviluppi una base di conoscenza tale da rappresentare il fulcro delle normative future. Inoltre, dato che i nuovi modelli aziendali e le nuove tecnologie comportano infrastrutture che oltrepassano i confini nazionali all'interno dell'Europa, è necessario che il progetto tenga in considerazione la dimensione globale. Tale aspetto sarà conseguito tramite l'organizzazione di conferenze internazionali e la cooperazione con partner in Nord America, Australia e Asia. Infine, il potenziale competitivo di IRRIIS sarà inoltre rafforzato attraverso la diffusa dimostrazione dei risultati nel quadro di uno sforzo teso a incoraggiare l'applicazione delle tecnologie innovative del progetto.