Nuovi batteri scoperti nel Mediterraneo a una profondità di 3,3 km
Alcuni ricercatori che partecipano al progetto BIODEEP finanziato dall'UE hanno pubblicato i risultati delle loro ricerche nella rivista Nature, rivelando l'esistenza, nei fondali del Mediterraneo, di un ecosistema diverso in "laghi" sottomarini ostili. Nelle profondità delle acque azzurre del Mediterraneo, a tre-quattro chilometri dalla superficie, lontano dai nuotatori, dalle navi e persino dai pesci, si nascondono "laghi" ipersalini a densità estremamente elevata, le cui acque presentano una salinità dieci volte superiore all'acqua marina e subiscono una pressione di 400 atmosfere. Per tale motivo i laghi in questione sono rimasti a lungo separati dal mare. L'acqua salmastra ad elevata salinità e l'acqua marina non si mescolano e sono separate da un'interfaccia di uno spessore di circa 2,5 m. Il professor Timmis del Centro tedesco di ricerca per le biotecnologie (GBF) è un membro dell'équipe che ha esplorato i laghi di acqua salmastra, e spiega: "Nonostante l'esistenza di tali ambienti sul nostro pianeta, sappiamo così poco che la nostra esplorazione è emozionante tanto quanto una missione interplanetaria. Il grande interrogativo che ci siamo posti è: scopriremo nuove forme di vita?". Per l'esplorazione delle acque l'équipe ha inviato un robot sottomarino al fine di prelevare campioni di acqua e ricercare forme di vita in quell'habitat ostile. I ricercatori hanno scoperto, a una profondità di 3,3 km al largo della costa settentrionale dell'Africa, nel cosiddetto bacino Bannock, una quantità considerevole di batteri anaerobici tolleranti alla salinità e alla pressione. Questi batteri sarebbero in grado di produrre sostanze chimiche o enzimi che potrebbero essere utili nell'industria chimica, dei cosmetici, in quella alimentare o biotecnologica. L'articolo dell'équipe esamina nello specifico i batteri che vivono al limite tra le condizioni anaerobiche delle acque ipersaline e le acque superiori più fresche. L'interfaccia sembrava trattenere sia la materia in decomposizione che andava a fondo sia i gas come il metano che risalivano in superficie e conteneva all'incirca dieci milioni di cellule microbiche per litro. I laghi di acqua salmastra sottostanti e le acque profonde superiori contenevano l'un per cento dei batteri presenti nell'interfaccia. Sebbene i batteri siano già stati osservati in quei bacini ipersalini, questa volta l'équipe è stata in grado di individuare quattro nuovi gruppi: Mediterranean Sea Brine Lake (MSBL) 3-6. L'équipe inoltre ha rilevato che in determinate zone di salinità, nell'interfaccia, vivevano batteri specifici, nelle vicinanze immediate di batteri diversi. "Le nostre attuali ricerche mostrano che la diversità filogenetica [in funzione dell'evoluzione] è il riflesso della diversità funzionale, ossia i nuovi organismi svolgono attività diverse e creano nuovi bioprodotti che potrebbero essere utilizzati nei settori della medicina e della chimica", dichiara il professor Timmis. "Gli habitat discretamente stratificati delle interfacce dei laghi di acqua salmastra costituiscono un ambiente eccezionale per l'evoluzione di nuovi organismi. L'esplorazione sistematica di tali ambienti e di altri habitat estremi, e la caratterizzazione delle proprietà biologiche dei nuovi organismi scoperti porteranno indubbiamente a importanti scoperte sui processi vitali e a nuove e interessanti applicazioni biotecnologiche".
Paesi
Germania