Secondo Piebalgs, il trattato EURATOM è fondamentale per la futura sicurezza nucleare
Il commissario all'Energia dell'UE Andris Piebalgs si è rivolto il 26 aprile all'Aula del Parlamento europeo intervenendo sulle conseguenze del disastro di Chernobyl, avvenuto venti anni fa, e sugli insegnamenti che se ne sono tratti. Piebalgs ha iniziato rivelando che egli stesso si trovava nell'odierna Ucraina nel momento dell'incidente e che suo cognato era stato selezionato come "liquidatore" per offrire assistenza nelle operazioni di risanamento. I liquidatori sono spesso rimasti esposti ad alte dosi di radiazioni a causa del pericoloso lavoro svolto. Per quanto tutti gli sforzi siano stati concentrati sul ridurre al minimo le possibilità di una seconda Chernobyl, il commissario ha descritto come la ricerca abbia individuato le priorità fondamentali per farsi trovare preparati nel caso dovesse verificarsi un altro incidente. "A livello europeo, ricorderei in primo luogo che il capitolo sulla salute e la sicurezza del trattato EURATOM prevede la protezione della salute sia dei lavoratori sia della popolazione in generale dai pericoli derivanti dalle radiazioni. Il trattato obbliga inoltre gli Stati membri e gli operatori a fornire alla Commissione informazioni regolari sulle installazioni e sul materiale nucleare in loro possesso", ha affermato il commissario. Il trattato EURATOM è uno dei pilastri su cui è stata fondata l'UE. La ricerca nucleare europea viene tuttora condotta sotto la sigla EURATOM, che fa parte oggi dei programmi quadro per la ricerca della Commissione, giunti alla loro sesta edizione (6PQ). Una legislazione aggiuntiva è in vigore per affrontare le conseguenze dei potenziali incidenti; molte zone in Europa continuano a risentire degli alti livelli di radiazioni dovuti al disastro. Ciò ha particolarmente danneggiato l'agricoltura. "Poco dopo l'incidente, sono state adottate restrizioni su talune importazioni agricole e alcuni dei controlli di frontiera sono oggi ancora applicabili. Se mai dovesse essere necessario, un meccanismo comunitario consentirà di stabilire immediatamente i livelli consentiti di contaminazione dei prodotti alimentari e dei mangimi" ha dichiarato. Per quanto riguarda i piani di emergenza, i centri devono elaborare piani dettagliati a livello sia regionale sia nazionale; è necessaria la cooperazione degli altri Stati membri. "Esiste un sistema comunitario per un precoce scambio di informazioni in caso di emergenza radiologica ('ECURIE'). Tutti gli Stati membri, oltre a Svizzera, Bulgaria, Romania e Turchia, prendono parte a tale meccanismo" ha precisato. I territori dispongono adesso di sistemi di allarme preventivo. Nonostante l'Unione Sovietica continuasse a negare, i paesi scandinavi e la Germania avevano già dedotto che si era verificato un "massimo incidente credibile" prima che fosse diffusa o addirittura ammessa qualsiasi informazione su Chernobyl. Tale rete di rilevamento si è adesso estesa a tutti gli Stati membri. La protezione dei cittadini rimane la priorità assoluta. "Informare la popolazione significa fornire sia informazioni in anticipo alle persone che vivono in prossimità di installazioni nucleari sia meccanismi di protezione alla popolazione concretamente coinvolta in un'emergenza simile" ha dichiarato. Il commissario ha proseguito descrivendo come i reattori negli Stati membri e nei paesi candidati siano stati migliorati o addirittura chiusi a causa di potenziali problemi di sicurezza. Ha inoltre ringraziato il Parlamento per l'inclusione della sicurezza nucleare nella risoluzione sulla strategia di Lisbona del 15 marzo 2006. Ciò conferma la posizione dell'UE quale leader mondiale nell'"efficienza e nella qualità delle installazioni produttive e nei processi di disattivazione". "Infine, il Parlamento è consapevole delle proposte legislative specifiche avanzate dalla Commissione e tese a dotare l'Unione di norme comuni in materia di sicurezza nucleare, gestione sicura del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi e fondi di disattivazione. Inoltre, la Commissione farà quanto possibile nell'area della ricerca e sviluppo per contribuire a individuare una soluzione sostenibile alla questione dei rifiuti radioattivi. Una volta ancora, desidero ringraziare il Parlamento per il sostegno mostrato", ha concluso il commissario.