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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Allarme carenza brevetti per l'Europa, ma il personale dell'UEB sciopera a causa della maggiore mole di lavoro

Secondo una nuova relazione, l'Europa rischierebbe di "perdere il treno" del ritorno commerciale della nanotecnologia, visto che il numero delle richieste di brevetto rimane ben al di sotto di quello di USA e Asia. La relazione è stata pubblicata nella stessa settimana in cu...

Secondo una nuova relazione, l'Europa rischierebbe di "perdere il treno" del ritorno commerciale della nanotecnologia, visto che il numero delle richieste di brevetto rimane ben al di sotto di quello di USA e Asia. La relazione è stata pubblicata nella stessa settimana in cui gli esaminatori dell'Ufficio europeo dei brevetti (UEB) hanno scioperato per protestare contro l'eccessivo carico di lavoro. Gli esaminatori ritengono che la quantità sempre più elevata di richieste che devono valutare metta a repentaglio la qualità del loro operato. Dedicata alla nanotecnologia e redatta da Marks & Clerk, studio legale leader nella consulenza su marchi e brevetti, la relazione analizza l'impennata delle richieste di brevetto negli USA e in Estremo Oriente in tre settori nanotecnologici chiave: nanoelettronica, nano energia e nanotecnologia applicata alla salute e all'assistenza sanitaria personale. Tali richieste di brevetto, come si legge nel testo, non corrispondono ad altrettante richieste in Europa negli stessi settori, nonostante che l'investimento in questi ultimi sia notevole. Globalmente sono quasi triplicate tra il 2000 e il 2003 le richieste prioritarie annuali, ossia le prime richieste di brevetto, in tutti e tre i settori analizzati nella relazione. Valutando però la ripartizione dei totali si apprende che l'Europa non ha contribuito a tale aumento tanto quanto i suoi concorrenti, Stati Uniti e Asia. Nel settore della nanoelettronica, analizzando i 30 principali operatori - che contano per la metà circa del totale delle famiglie di brevetti - solo l'8 per cento delle domande è stato depositato da richiedenti europei, a fronte del 24 per cento dei richiedenti USA e del 51 per cento dei richiedenti giapponesi. Il quadro si presenta analogo per la nano energia: 398 delle richieste prioritarie presentate tra il 2000 e il 2005 provenivano dagli USA (benché tra queste possano essere state calcolate quelle dei richiedenti non statunitensi che scelgono di depositare un brevetto negli USA per via dell'importanza di tale mercato). Nello stesso periodo sono state presentate 278 richieste prioritarie in Giappone, 77 in Corea del Sud e 43 in Cina. A paragone, la Germania ne ha presentate solo 35, il Regno Unito 18 e la Francia 10. All'Ufficio europeo dei brevetti (UEB) sono state presentate 28 richieste. La performance europea appare relativamente modesta nonostante i livelli record di investimenti in nanotecnologia. Numerosi Stati membri dell'UE hanno fatto della nanotecnologia una priorità a livello nazionale, e la Commissione europea ha messo a disposizione 1.429 miliardi di euro nell'ambito del Sesto programma quadro, dal 2002 al 2006. "Mentre da un lato si constata con soddisfazione in Europa un notevole investimento pubblico, dall'altro l'esiguo numero di brevetti depositati di cui si parla nella nostra relazione solleva gravi preoccupazioni" afferma il dott. Rhian Granleese, partner di Marks & Clerk e coautore della pubblicazione. Secondo alcune stime, il valore del mercato dei prodotti e dei servizi legati alla nanotecnologia supererà il trilione di dollari USA [0,78 trilioni di euro] entro il 2015, ma le istituzioni e le imprese europee potrebbero dover rinunciare a ottenere un ritorno commerciale se non depositeranno i brevetti relativi alle loro ricerche. "È possibile che alcune istituzioni e imprese non colgano il valore potenziale della ricerca che svolgono. Alcuni dei brevetti depositati oggi saranno giudicati inutili, ma altri risulteranno di enorme valore. La Commissione europea e il progetto NanoRoadMap, finanziato dall'UE, hanno dimostrato di conoscere il problema, sebbene i risultati tardino ad arrivare", ha precisato Granleese. L'Europa fa registrare risultati relativamente migliori sul fronte della nanotecnologia applicata alla salute e all'assistenza sanitaria personale. Benché gli USA e l'Asia mantengano il primato delle richieste di brevetto, le distanze si ravvicinano. Tra il 2000 e il 2005 il maggior numero di richieste prioritarie si è rilevato negli USA (380), seguiti dalla Cina (147) e dal Giappone (41). L'Europa è stata rappresentata dalla Germania (38), dalla Francia (32) e dall'UEB (20). La relazione fa notare che i maggiori operatori del settore della nanoelettronica stanno in gran parte trascurando i potenziali mercati chiave, in primo luogo la Cina. Mentre i 30 maggiori operatori depositano le loro richieste negli USA, in Giappone e in Europa, solo quattro (Samsung, Infineon, Philips e IBM) hanno richiesto il rilascio di brevetti in Cina. "Dalla nostra ricerca emerge una crescita nel numero di richieste di brevetto di base depositate dalle istituzioni nazionali, fenomeno che potrebbe sollecitare i principali operatori internazionali a registrare brevetti relativi alla nanoelettronica nel territorio cinese", ha commentato Granleese. Per quanto la relazione pubblicata da Marks & Clerk metta in luce la carenza di brevetti provenienti dall'Europa, gli esaminatori dell'UEB ritengono che venga loro imposto di valutare troppe richieste in tempi troppo stretti. I dipendenti hanno difeso il loro diritto a garantire un lavoro di qualità elevata incrociando le braccia il 9 maggio. I dipendenti in sciopero, sotto pressione a causa della mole sempre maggiore di richieste di brevetto, ritengono che i dirigenti li obblighino a esaminare ogni anno un numero sempre più elevato di pratiche. Il numero di richieste che giungono all'UEB è aumentato di quasi il 50 per cento negli ultimi dieci anni, a fronte di un incremento della produttività dell'Ufficio solo del 30 per cento. L'UEB sta progettando l'introduzione di un nuovo sistema di valutazione dell'attività degli esaminatori, i quali, a loro volta, ritengono che ciò li costringerà a elaborare una quantità ancora maggiore di richieste. Sono queste prospettive ad aver condotto allo sciopero il 9 maggio.