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EURAB accoglie positivamente le proposte "avanzate" sull'EIT

Dopo avere espresso un parere decisamente critico nei confronti delle proposte relative alla creazione dell'Istituto europeo di tecnologia (EIT) nell'aprile 2005, il Comitato consultivo europeo della ricerca (EURAB) sembra essersi ricreduto e descrive l'idea come un "obiettivo...

Dopo avere espresso un parere decisamente critico nei confronti delle proposte relative alla creazione dell'Istituto europeo di tecnologia (EIT) nell'aprile 2005, il Comitato consultivo europeo della ricerca (EURAB) sembra essersi ricreduto e descrive l'idea come un "obiettivo in evoluzione". Nel suo primo parere, l'EURAB aveva riconosciuto la necessità di rafforzare la competitività in Europa attraverso l'innovazione, subordinandola però al conseguimento di obiettivi, quali l'aumento del bilancio destinato al programma quadro e la creazione del Consiglio europeo della ricerca (CER). "I dubbi espressi in precedenza riguardavano la natura dall'alto verso il basso dell'EIT proposto, che concentrava i propri sforzi sugli aspetti materiali piuttosto che sui contenuti", si legge nel nuovo parere. Dalla formulazione del primo parere hanno avuto luogo due cicli di consultazioni e la Commissione ha pubblicato due comunicazioni. L'EURAB ritiene che molte delle sue osservazioni siano state accolte e dichiara che l'EIT rappresenta adesso "una buona occasione per creare uno strumento, assente attualmente sulla scena europea, destinato a colmare questo divario e a cercare di rendere l'Europa competitiva e attrattiva a livello mondiale". L'EURAB ribadisce, tuttavia, che anche altre questioni sono importanti tanto quanto l'EIT, in particolare la riforma dei sistemi fiscali, l'aumento dell'offerta di capitali di rischio in Europa, soprattutto per la scienza e l'innovazione basata sulla tecnologia, la riforma del sistema di tutela dei diritti della proprietà intellettuale, la riforma del sistema universitario e la promozione dell'istruzione nell'imprenditorialità. "Un EIT, da solo, non riuscirà a risolvere il problema, ma l'iniziativa della Commissione europea costituisce un importante contributo in tal senso", afferma l'EURAB. Data la natura complessa dell'EIT, l'EURAB chiede che siano le esperienze acquisite nell'ambito delle attività svolte ai sensi dell'articolo 169 e le piattaforme tecnologiche europee ad ispirarne lo sviluppo. Il Comitato sostiene inoltre che i partecipanti dovrebbero prendere in considerazione la consulenza anche dei "mini EIT" di successo già esistenti e delle agenzie nazionali per l'innovazione. Per quanto riguarda la struttura e la governance, l'EURAB ritiene che l'EIT non dovrebbe essere considerato una "istituzione", bensì uno "strumento". Il parere accoglie inoltre la struttura "leggera" proposta dalla Commissione, che prevede un comitato direttivo indipendente composto da un numero ridotto di membri. Le attività dovrebbero essere imperniate attorno alle "comunità della conoscenza", aggiunge. Il Comitato direttivo deve essere formato per almeno il 50 per cento da industriali e deve garantire la responsabilità nei confronti dell'UE e degli Stati membri. "Si deve garantire che, in qualche modo, i punti di vista degli utenti finali", comunque espressi, siano presi in considerazione, obiettivo questo che può essere realizzato al meglio attraverso [...] un ente di supervisione", ritiene l'EURAB. Per l'EURAB, le comunità della conoscenza sono al centro del concetto dell'EIT. Dovrebbero riunire università, organizzazioni di ricerca, industria e autorità regionali. Per essere selezionata come comunità della conoscenza, una regione deve possedere una consolidata esperienza o essere in grado di dimostrare un potenziale, in particolare in termini di creazione di piccole e medie imprese (PMI) ad alta tecnologia e sostenibili. Una delle proposte più controverse della Commissione era la possibilità per l'EIT di rilasciare diplomi. Nonostante le critiche, questa proposta non è stata eliminata. L'EURAB sostiene che "risulta difficile comprendere come l'EIT, in considerazione della propria struttura, possa rilasciare diplomi con il giusto controllo della qualità". Secondo l'EURAB, invece, in seno a ogni comunità della conoscenza dovrebbe essere presente un autorevole partner accademico incaricato di elaborare uno o più programmi di studio, per consentire così agli studenti di conseguire i diplomi. L'EURAB conclude il parere fornendo alla Commissione europea ulteriori orientamenti sull'EIT. Al riguardo, il Comitato consultivo europeo si trova nella posizione ideale perché rappresenta in modo paritetico sia il mondo accademico sia quello industriale. "Riteniamo di essere un esempio eloquente di partenariato attivo fra accademie e industrie e ci permettiamo di offrire la nostra consulenza continua alla Commissione ai fini dello sviluppo dell'EIT", si legge nel parere.

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