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Il censimento degli oceani rivela l'immensa diversità dei microbi marini

Un nuovo studio ha rivelato che la biodiversità dei microbi marini potrebbe essere molto più elevata rispetto a quanto stimato in passato: un'équipe di ricercatori provenienti da Paesi Bassi, Spagna e Stati Uniti ha scoperto oltre 20.000 tipi di batteri in un solo litro di acq...

Un nuovo studio ha rivelato che la biodiversità dei microbi marini potrebbe essere molto più elevata rispetto a quanto stimato in passato: un'équipe di ricercatori provenienti da Paesi Bassi, Spagna e Stati Uniti ha scoperto oltre 20.000 tipi di batteri in un solo litro di acqua marina. Gli scienziati marini amano puntualizzare che la superficie della Luna è più conosciuta di quanto non lo siano gli oceani. Quest'ultima attività di ricerca è stata avviata nell'ambito di un progetto volto a cambiare tale situazione: il censimento della vita marina riunisce oltre 1.700 ricercatori di più di 70 paesi che intendono valutare e spiegare la diversità, la distribuzione e l'abbondanza della vita negli oceani. I ricercatori impegnati nel presente studio hanno prelevato campioni di acqua marina a varie profondità in otto siti del Pacifico e dell'Atlantico. Tra i siti campione figurano un camino idrotermale su un vulcano sotterraneo nel Pacifico e varie zone tra Groenlandia e Irlanda. Gli scienziati hanno potuto identificare una notevole quantità di microbi diversi grazie a una nuova tecnica di sequenziamento con marcatura denominata "454 tag sequencing", in grado di identificare un organismo a partire da minuscoli frammenti di codice genetico. Secondo gli scienziati, la nuova tecnica di sequenziamento offre alla biologia un contributo paragonabile a quello dato da Hubble all'astronomia. "Osservare una goccia di acqua marina attraverso un microscopio da laboratorio è come guardare le stelle in una notte limpida", ha dichiarato Victor Gallardo, vicepresidente del censimento della vita marina. "Siamo in grado di osservare una diversità microbica sinora sconosciuta". I ricercatori sono rimasti colpiti dal numero di specie rivelato dalla ricerca. "Tali osservazioni fanno tabula rasa di tutte le stime precedenti sulla diversità batterica negli oceani", ha osservato Mitchell L. Sogin del Laboratorio di biologia marina (MBL) di Wood Hole, Massachusetts. "I microbiologi hanno descritto formalmente oltre 5.000 specie di microbi. Lo studio dimostra che ne abbiamo registrati solo una minima parte. Il numero dei vari tipi di batteri negli oceani potrebbe superare i 5-10 milioni". I ricercatori hanno osservato che, se un numero contenuto di specie dominava tutti i campioni studiati, gran parte della diversità era imputabile a migliaia di popolazioni di batteri più rari. Gli scienziati presumono che questi microbi meno comuni siano in realtà fondamentali e svolgano un ruolo significativo nella comunità, producendo ad esempio un composto essenziale. In alternativa, essi potrebbero rappresentare una riserva di innovazione genetica, assumendo una funzione più rilevante nei cambiamenti ambientali. "È impossibile prevedere le implicazioni di un importante cambiamento ambientale a lungo termine senza conoscere le specie che ne sono all'origine", ha spiegato Julie Huber dell'MBL. "Le specie poco presenti in un ambiente potrebbero prevalere in un altro. E in caso di cambiamenti ambientali di grande entità, i microbi meno numerosi potrebbero divenire dominanti". Il dott. Sogin ha sottolineato l'importanza dei microbi, precisando che essi costituiscono la maggior parte della biomassa marina e costituiscono il motore principale della biosfera della Terra. "Si tratta dei catalizzatori fondamentali della trasformazione energetica, fondamentali per i cicli biogeochimici che strutturano l'atmosfera e l'ambiente del pianeta, ha spiegato, aggiungendo che tutte le forme di vita multicellulari dipendono da processi microbici. "I microbi possono esistere senza di noi, mentre per sopravvivere noi ne siamo completamente dipendenti". Il Laboratorio biologico marino dispone attualmente di finanziamenti per esaminare campioni provenienti da 1.200 siti marini, che comprendono acque di superficie, acque vicine a emissioni di metano dal fondale marino e sedimenti di mare profondo.

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