Più donne che uomini nella forza lavoro della S&T, ma non ancora nella scienza e nell'ingegneria
Nella maggior parte degli Stati membri dell'UE, la presenza femminile è più elevata rispetto a quella maschile nei settori della scienza e tecnologia. Tuttavia, secondo quanto emerge dalle nuove cifre pubblicate da Eurostat, l'ufficio statistico dell'UE, solo una minoranza di donne occupa posti di lavoro in qualità di scienziato o ingegnere. La relazione dal titolo "Measuring gender differences among Europe's knowledge workers" offre una panoramica delle risorse umane europee nella fascia d'età di 25-64 anni che nel 2004 svolgevano un'attività nel campo della scienza e tecnologia (S&T). È risultato che dei 76 milioni di persone che lavorano in questo settore, quasi 30 milioni sono lavoratori "fondamentali" della S&T, ovvero professionisti o tecnici che hanno completato gli studi universitari. In media, le donne rappresentano più del 50 per cento della forza lavoro nella scienza e tecnologia, rispetto al modesto 44 per cento nella forza lavoro totale. Ma per alcuni Stati membri, la percentuale di donne professioniste è superiore alla media. Ad esempio, in Estonia, Lettonia e Lituania, la quota di lavoratrici nella scienza e tecnologia si attestava rispettivamente al 69,2 per cento, 65,7 per cento e 65,6 per cento. La Bulgaria si posiziona al quarto posto: qui le donne rappresentano il 64,9 per cento della forza lavoro nei settori in questione. Anche Portogallo, Slovenia e tre regioni polacche registravano più del 60 per cento di donne occupate nella S&T, sebbene nella maggior parte delle regioni polacche la percentuale fosse inferiore, pari a poco più del 50 per cento. All'altra estremità della classifica, Svizzera e Lussemburgo presentavano dati ben al di sotto della media europea, con meno del 40 per cento di posti detenuti da donne nella S&T. Tuttavia, sebbene in Europa una piccola maggioranza di professionisti nei settori della scienza e tecnologia sia costituita da donne, emergono significative disparità di genere quando si osserva la percentuale di presenza femminile tra scienziati e ingegneri. Nell'UE, nel 2004 solo il 29 per cento dei posti nella scienza e ingegneria era occupato da donne. Solo nei tre Stati baltici le donne rappresentavano più della metà degli scienziati e degli ingegneri. La Lituania registrava il numero più elevato (55,5 per cento), seguita dalla Lettonia (51,4 per cento) e dall'Estonia (51,0 per cento), eguagliando le elevate percentuali di donne attive nella S&T in questi paesi. Germania, Francia e Regno Unito erano al di sotto della media comunitaria: le donne rappresentavano rispettivamente solo il 21,8 per cento, il 21,6 per cento e il 20,1 per cento dei posti di lavoro nella scienza e ingegneria. Nel 2004 il dato più basso è stato registrato in Lussemburgo, dove le donne costituivano solo il 17,7 per cento degli scienziati e degli ingegneri del paese. La relazione fornisce inoltre una suddivisione, per genere, dei tassi di disoccupazione nei settori S&T. È emerso che le donne rimangono disoccupate con maggiore probabilità rispetto agli uomini in questi campi. Nel 2004, 1,4 milioni di lavoratrici dei comparti di S&T erano disoccupate, rispetto a 1,2 milioni di uomini. La relazione rileva, tuttavia, che la differenza fra i tassi di disoccupazione fra uomini e donne è inferiore nel 2004 rispetto al 2000. Questi ultimi dati di Eurostat sono la continuazione logica di quelli raccolti nell'ambito del dibattito sulle donne nella scienza. All'inizio di quest'anno, la Commissione europea ha pubblicato la relazione "She Figures 2006" per l'Europa in base alla quale, mentre il numero di laureati di sesso femminile è in aumento, la partecipazione delle donne nella ricerca è nel complesso modesta in tutta Europa, ovvero appena il 18 per cento nel settore privato e il 35 per cento in quello pubblico. Ad avviso della Commissione europea, tali dati sono allarmanti dal momento che l'Europa ha bisogno di un ulteriore mezzo milione di ricercatori per soddisfare gli obiettivi di Lisbona di diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva del mondo, e le donne non stanno procedendo a occupare questi posti a ritmo sufficientemente sostenuto.