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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Secondo una relazione, la competitività della Tigre celtica è in declino

Il consiglio nazionale irlandese della competitività ha pubblicato una relazione in cui avverte che nonostante la straordinaria prestazione economica registrata negli ultimi anni, sono riscontrabili segni che indicano che la competitività globale del paese è in fase discendent...

Il consiglio nazionale irlandese della competitività ha pubblicato una relazione in cui avverte che nonostante la straordinaria prestazione economica registrata negli ultimi anni, sono riscontrabili segni che indicano che la competitività globale del paese è in fase discendente. Per quanto riguarda i settori della ricerca e sviluppo (R&S) e dell'istruzione superiore, due degli indicatori della relazione per misurare i futuri progressi, c'è ancora molto lavoro da fare affinché l'Irlanda possa conseguire il suo ambizioso obiettivo di diventare una «economia della conoscenza» di portata mondiale. La relazione annuale sulla competitività è la prima di due pubblicazioni elaborate dal consiglio, un ente di partenariato sociale che riferisce al primo ministro irlandese in merito ad aspetti chiave della competitività con cui deve confrontarsi l'economia del paese. Gli indicatori impiegati dal consiglio per misurare la prestazione della competitività irlandese sono 130 e spaziano da crescita economica, produttività, commercio e occupazione a innovazione, istruzione e ricerca. Il testo conferma che dal 1995 l'economia dell'Irlanda ha registrato una crescita e continua a mantenere questa tendenza con un tasso eccezionale rispetto agli standard di altre economie avanzate. Grazie agli elevati livelli di investimenti esteri da parte di multinazionali, a un sistema fiscale favorevole alle imprese, all'istruzione e alle relazioni industriali, l'Irlanda ha fatto il suo ingresso nel nuovo millennio come una «Tigre celtica» e una delle economie più competitive al mondo. Nel 2004 il PIL nazionale è cresciuto del 5,5%, il secondo tasso più elevato tra tutti i paesi OCSE, rispetto alla crescita media nella zona euro e all'area OCSE, che nello stesso anno hanno registrato rispettivamente l'1,8% e il 3,4%. A dispetto di una prestazione economica dal ritmo sostenuto, la relazione sottolinea tuttavia che il paese sta perdendo slancio a causa, tra le altre cose, di un'inadeguata infrastruttura della conoscenza. Nel settore della R&S, una delle forze trainanti della competitività, nel 2003 l'Irlanda ha speso appena l'1,2% del PIL e prevede di raggiungere il 2,5% del prodotto nazionale lordo (PNL) entro il 2013. Questi dati mettono in dubbio che l'Irlanda sia in grado di rispettare l'obiettivo di Barcellona, ossia una spesa per la R&S pari al 3% del suo PIL entro il 2010. Di recente il governo irlandese ha pubblicato la sua strategia in materia di scienze, tecnologia e innovazione, in cui afferma che una quota rilevante dei futuri investimenti del paese nel settore della ricerca e sviluppo arriverà dal mondo imprenditoriale. A un primo esame ciò sembra plausibile, se si considera che nel 2003 la spesa delle imprese del settore della R&S è aumentata del 19,4% e nel 2004 il contributo dell'industria all'importo globale destinato alla ricerca è stato dell'ordine del 64,7%. La maggior parte degli investimenti proveniva da multinazionali straniere attratte in Irlanda da particolari incentivi fiscali nel settore della R&S. La relazione fa tuttavia presente che questo forte flusso di investimenti delle imprese nella R&S, proporzionale all'attività produttiva, non si è protratto nel tempo, ed è attualmente in stallo. Questa situazione è forse imputabile al recente declino osservato negli investimenti delle multinazionali che preferiscono investire nelle economie emergenti dell'Asia. Il documento pone comunque in risalto un aspetto più positivo che riguarda il settore dell'istruzione superiore, in cui gli investimenti nella ricerca e sviluppo sono aumentati in misura significativa, passando dai 322 Mio EUR del 2002 ai 492 Mio EUR del 2004, un aumento pari al 53%. La relazione attribuisce tale crescita al finanziamento diretto del governo di iniziative quali la National Science Foundation of Ireland (SFI) e il programma per la ricerca negli istituti di terzo livello promosso dalla Higher Education Authority (autorità per l'istruzione superiore, HEA). Il testo indica tuttavia che occorre instaurare ulteriori legami tra industria e mondo accademico al fine di garantire un efficace trasferimento di conoscenza e innovazione, nonché un aumento degli investimenti nel settore della R&S da parte dell'industria. Per quanto riguarda l'istruzione formale, altro fattore essenziale per la creazione di un'economia della conoscenza, la relazione ritiene che il settore prescolastico e quello relativo ai dottorati siano tuttora di dimensioni ridotte rispetto alle realtà di altri paesi europei, ma prevede che possano migliorare nel tempo grazie all'attuale flusso di investimenti che il paese sta convogliando in queste aree.

Paesi

Irlanda