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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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La Commissione pubblica la revisione della strategia sulla biotecnologia

Promuovere la ricerca e favorire il trasferimento delle conoscenze: queste le azioni su cui s'incentra la revisione intermedia della strategia sulle scienze della vita e la biotecnologia della Commissione europea. Obiettivo della strategia sulle scienze della vita e la biote...

Promuovere la ricerca e favorire il trasferimento delle conoscenze: queste le azioni su cui s'incentra la revisione intermedia della strategia sulle scienze della vita e la biotecnologia della Commissione europea. Obiettivo della strategia sulle scienze della vita e la biotecnologia, pubblicata nel 2002, è garantire che il settore biotecnologico europeo sia in grado di contribuire alla società basata sulla conoscenza. La revisione esamina i progressi compiuti finora e riorienta il piano d'azione su cinque temi prioritari: ricerca, innovazione, questioni etiche, agricoltura e attuazione della strategia. «Le scienze della vita e le biotecnologie svolgono un ruolo fondamentale per la competitività della nostra industria, ma a mio avviso sono anche determinanti per affrontare sfide quali i rischi della dipendenza dal petrolio, il riscaldamento globale, la sicurezza alimentare e la salute della popolazione», ha commentato il commissario UE per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik. «Il 7PQ [Settimo programma quadro] è stato elaborato per far fronte a queste sfide e sostenere lo sviluppo di una bioeconomia europea basata sulla conoscenza.» Per quanto riguarda la ricerca, il piano d'azione rivisto riconosce l'importanza del Settimo programma quadro dell'Unione europea, ma evidenzia la necessità di mettere a disposizione fondi per la ricerca sulle biotecnologie da altre fonti, ad esempio da organismi pubblici e dal settore privato. Quanto all'innovazione e al trasferimento di conoscenze, il documento rileva che «le imprese europee specializzate in biotecnologie sono nella maggior parte dei casi PMI dotate di risorse limitate, la cui crescita e la cui sostenibilità economica sono intralciate da tre ostacoli fondamentali: il frammentario sistema dei brevetti in Europa, l'offerta insufficiente di capitali di rischio e le carenze nella cooperazione tra mondo scientifico e mondo imprenditoriale.» Alla luce di questa situazione, la Commissione si impegna a sviluppare le migliori pratiche nella concessione responsabile di licenze sulle invenzioni genetiche e incoraggia gli Stati membri a prendere in considerazione l'ipotesi di definire regole specifiche o incentivi a favore di giovani imprese innovative. Tali imprese beneficeranno inoltre del lavoro svolto a livello più generale dalla Commissione in materia di innovazione, teso a promuovere, tra le altre cose, i legami tra la ricerca e l'industria e a risolvere la questione dei brevetti. La terza area d'azione individuata dalla Commissione prevede la promozione di «dibattiti pubblici informati» sui vantaggi e i rischi delle biotecnologie. Secondo un recente sondaggio dell'Eurobarometro, la maggior parte degli europei è ottimista sulla biotecnologia in generale, poiché ritiene che tecnologie quali la terapia genica, i biocombustibili e le bioplastiche possano migliorare la qualità della vita. Tuttavia, quasi il 60% è contrario agli alimenti geneticamente modificati. Nel suo piano d'azione, la Commissione propone la creazione di un'interfaccia istituzionalizzata che permetta alle parti interessate di discutere i pro e i contro della biotecnologia. «Per avviare azioni volte ad associare quanto più strettamente possibile il pubblico e le parti interessate al processo decisionale, occorre innanzi tutto valutare i vantaggi e i rischi delle scienze della vita e della biotecnologia, sulla base di statistiche e dati armonizzati, nonché tenere conto di considerazioni di carattere etico», afferma il documento. Il quarto punto del piano d'azione riguarda l'uso della biotecnologia in agricoltura, che secondo la Commissione ha «un enorme potenziale di sviluppo, in particolare nella sostituzione di processi chimici e combustibili fossili.» Infine, il quinto punto del piano d'azione rivisto è volto a migliorare l'applicazione della normativa e il suo impatto sulla competitività. Nello specifico, il documento sottolinea l'importanza di controllare l'attuazione della strategia a livello di Stati membri e di migliorare il coordinamento delle politiche, ponendo in particolare l'accento sulle nuove questioni emergenti. Il settore biotecnologico ha accolto con favore la revisione; l'associazione delle bioindustrie EuropaBio, infatti, ha descritto le azioni riorientate come «un importante passo avanti verso la costruzione della bioeconomia». Tuttavia, il gruppo deplora che molti Stati membri non abbiano attuato integralmente la strategia. «Gli Stati membri devono assumersi la responsabilità di attuare seriamente la strategia sulla biotecnologia, perché altrimenti l'attuale revisione intermedia della strategia europea non darà origine alla bioeconomia e, nel frattempo, gli Stati Uniti, la Cina e il resto del mondo supereranno l'Europa», ha avvertito Johan Vanhemelrijck, segretario generale di EuropaBio. Nei prossimi mesi i ministri europei della ricerca saranno invitati ad approvare il documento di revisione. La strategia stessa durerà fino al 2010.

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