La proteina SUMO lotta nel cervello
Alcuni scienziati hanno scoperto che una piccola proteina di nome SUMO (Small Ubiquitin-like Modifier) aiuta a controllare l'eccitabilità delle nostre cellule cerebrali. I ricercatori auspicano che i risultati del loro studio possano sfociare nello sviluppo di nuovi trattamenti per curare patologie quali l'epilessia e la schizofrenia. Il lavoro, in parte finanziato nell'ambito del Sesto programma quadro dell'UE, è stato pubblicato on line dalla rivista «Nature». I milioni di cellule nervose che compongono il nostro cervello sono fra loro collegate da sinapsi. A livello delle sinapsi, le informazioni sono trasmesse chimicamente al cervello da una cellula nervosa all'altra, tramite proteine chiamate recettori. Nei cervelli sani le sinapsi sono in grado di modificare la quantità di informazioni inviate, mentre nei cervelli di soggetti affetti da patologie quali l'epilessia le sinapsi trasmettono un numero eccessivo di informazioni che causano una sovreccitazione all'interno delle cellule. I recettori kainato svolgono un ruolo importante nella regolazione della quantità di informazioni trasmesse. Nella cellula nervosa che invia il messaggio possono modificare la quantità di sostanze chimiche rilasciate attraverso le sinapsi, mentre i recettori all'interno della cellula nervosa «ricevente» contribuiscono alla trasmissione rapida dell'informazione. I ricercatori hanno osservato che quando il recettore kainato riceve un segnale chimico, una proteina di nome SUMO si attacca al recettore e lo rimuove dalla sinapsi. Questo le impedisce di ricevere informazioni e rende quindi la cellula meno eccitabile. «Questo lavoro è importante perché offre una nuova prospettiva e una più approfondita comprensione della gestione del flusso di informazioni tra cellule cerebrali», ha dichiarato il professor Jeremy Henley dell'Università di Bristol. «È possibile aumentare la quantità di SUMO presente nei recettori kainato, riducendo così la comunicazione fra le cellule, potrebbe essere un modo per curare l'epilessia evitando la sovreccitazione».
 
          