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Patata OGM: deciderà la Commissione

La Commissione europea dovrà decidere se autorizzare o meno la coltivazione di una patata geneticamente modificata nell'UE, in seguito al mancato raggiungimento di un accordo al riguardo in seno al Consiglio dell'agricoltura UE. La società tedesca di prodotti chimici BASF ha...

La Commissione europea dovrà decidere se autorizzare o meno la coltivazione di una patata geneticamente modificata nell'UE, in seguito al mancato raggiungimento di un accordo al riguardo in seno al Consiglio dell'agricoltura UE. La società tedesca di prodotti chimici BASF ha richiesto alle autorità svedesi di immettere questo tipo di patata sul mercato per essere impiegata in processi industriali come quello della fabbricazione della carta. La patata OGM «Amflora» produrrebbe infatti elevate quantità di amido. Alla riunione del Consiglio del 16 luglio l'Austria, l'Irlanda e l'Italia hanno guidato i paesi contrari all'autorizzazione, mentre la Germania, il Regno Unito e la Svezia si sarebbero schierati tra i paesi favorevoli. Alcuni paesi si sono astenuti. I regolamenti UE affermano che, non essendo stata raggiunta la maggioranza qualificata, la decisione ora spetta alla Commissione europea. Barbara Helfferich, portavoce della Commissione in materia di ambiente, ha dichiarato che la Commissione sosterrà la coltivazione della patata con l'approvazione formale prevista nei prossimi mesi. La Commissione adotterà la sua decisione in base a un parere dell'Autorità per la sicurezza alimentare (EFSA). Secondo tale parere è improbabile che la patata OGM abbia effetti negativi sulla salute degli animali e dell'uomo, o sull'ambiente, nell'ambito dell'impiego proposto. Alcuni gruppi ambientalisti, tuttavia, hanno messo in guardia contro la patata OGM, la quale potrebbe contaminare la catena alimentare e le future coltivazioni. Particolari preoccupazioni emergono in relazione ad un gene che può causare resistenza agli antibiotici e al rischio che alcune patate non vengano raccolte e siano lasciate nuovamente crescere negli anni successivi, contaminando i raccolti non OGM. La società BASF ha inoltre richiesto di impiegare la stessa patata negli alimenti e nei mangimi e ha riconosciuto che la contaminazione della catena alimentare è possibile.