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Scelto il sistema di riscaldamento per ITER

Una nuova sorgente di ioni a frequenza elevata è stata scelta quale sistema di riscaldamento del plasma nel reattore sperimentale del progetto ITER (reattore sperimentale termonucleare internazionale). Il reattore sperimentale a fusione, la cui sede sarà a Cadarache, nel sud...

Una nuova sorgente di ioni a frequenza elevata è stata scelta quale sistema di riscaldamento del plasma nel reattore sperimentale del progetto ITER (reattore sperimentale termonucleare internazionale). Il reattore sperimentale a fusione, la cui sede sarà a Cadarache, nel sud della Francia, cercherà di ricreare sulla Terra le reazioni nucleari che alimentano il Sole e altre stelle. Per produrre tale energia, il reattore avrà bisogno di riscaldare il plasma a idrogeno a temperature superiori ai 100 milioni di gradi centigradi. Si è stimato che il reattore potrebbe produrre, a impulsi continui, energia di fusione pari a circa 500 megawatt. Sviluppato da ricercatori dell'Istituto di fisica del plasma (IPP) Max Planck di Garching, il nuovo sistema di riscaldamento utilizza un'onda a frequenza elevata, che viene iniettata nel gas di idrogeno, ionizzando in questo modo alcuni degli atomi di idrogeno. Il plasma freddo che ne deriva, una miscela di atomi neutri, elettroni negativi e ioni positivi, scorre verso la sorgente d'irradiazione, sulle sue pareti interne. Se la superficie dell'elettrodo è ricoperta con materiale adeguato, ad esempio cesio, gli elettroni possono essere catturati dalle particelle di plasma, producendo così gli ioni di idrogeno negativi necessari per riscaldare il raggio. Si ritiene che il sistema di riscaldamento dell'IPP abbia molti vantaggi rispetto ad altre sorgenti di ioni. Oltre ad avere costi contenuti di realizzazione e a non richiedere sostanzialmente alcuna manutenzione durante il funzionamento, il progetto del sistema può anche essere comandato a distanza. Si effettueranno ulteriori test sul sistema al fine di garantire che i requisiti necessari per ITER siano soddisfacenti. «Per l'IPP questo è un importante traguardo che corona molti anni di lavoro di sviluppo», ha affermato Eckehart Speth, responsabile dell'équipe che ha messo a punto la nuova sorgente di ioni.

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