Scienziati britannici illustrano il loro contributo al progetto SKA
Alcuni scienziati dell'Università di Manchester (Regno Unito) stanno mettendo a punto tecnologie per lo Square Kilometre Array (SKA), un enorme telescopio che è stato definito dal Forum strategico europeo sulle infrastrutture di ricerca (ESFRI) come una «macchina in grado di trasformare la nostra visione dell'universo». L'università sta svolgendo tale lavoro nel quadro del progetto SKADS (Square Kilometre Array Design Studies), finanziato dall'UE nell'ambito della priorità «Infrastrutture» del Sesto programma quadro (6°PQ). L'Università di Manchester sta coordinando due delle otto fasi di lavoro del progetto e partecipa ad ulteriori due fasi. Lo SKA consentirà agli astronomi di raccogliere informazioni su un milione di metri quadrati, cosa che rende questo telescopio di gran lunga più potente rispetto a quelli esistenti. Grazie al telescopio gli scienziati potranno investigare l'universo primordiale, mettere alla prova la teoria della relatività, conoscere meglio la materia oscura e persino cercare forme di vita aliene. «Questo nuovo telescopio sarà così grande e potrà operare in modi talmente svariati che con ogni probabilità scoprirà cose inaspettate», ha commentato il docente universitario Peter Wilkinson, direttore del programma SKADS britannico. «Questo spiega perché SKA è così appassionante.» Un gruppo di ricercatori presso l'università sta lavorando sulla tecnologia per un «schiera di aperture» che sarà composta da decine di migliaia di piccole antenne fissate al terreno. Una volta completato, il telescopio SKA avrà circa 250 schiere di aperture. Si farà uso di valori di ritardo per accoppiare i segnali ricevuti da ogni antenna al fine di trasformarli in un unico grande «fascio», riproducendo digitalmente quello che attualmente accade quando un telescopio tradizionale viene puntato verso un punto specifico del cielo. Tuttavia, mentre la maggior parte dei telescopi può essere puntata in una sola direzione alla volta, il telescopio SKA potrà «puntare» in varie direzioni e quindi coprire immediatamente una vasta area del cielo. La sfida dei ricercatori è quella di sviluppare un sistema che possa gestire l'enorme quantità di dati generata da oltre 100 000 ricevitori. «Stiamo tentando di elaborare un'enorme quantità di dati a velocità straordinarie e di riunire tali dati per creare un sistema con capacità senza precedenti», ha dichiarato l'ingegnere del progetto, il dott. Andrew Faulkner dell'osservatorio di Jodrell Bank. L'università collabora con il gigante dell'informatica IBM, per poter fornire ai suoi ricercatori l'accesso ai più potenti sistemi di elaborazione dati in tempo reale. «La partecipazione di IBM Research al progetto SKA è molto importante; inoltre, la sfida di progettare i sistemi di elaborazione dati per questo progetto apporterà una serie di nuove idee alla nostra ricerca multi-core», ha dichiarato David Cohn dell'IBM Research. La conclusione del progetto SKADS è prevista per il 2009, ma i lavori di costruzione del telescopio non inizieranno prima del 2012. Il Sudafrica e l'Australia stanno gareggiando per poter ospitare l'enorme progetto; la decisione finale in merito verrà presa alla fine del decennio. Il completamento del telescopio SKA è previsto per il 2020.
Paesi
Regno Unito