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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Supercomputer gettano nuova luce sulla materia oscura

Un team internazionale di astroficici ha creato la simulazione di una galassia in evoluzione e fornito così nuovi indizi su dove i ricercatori dovrebbero cercare per riusire a vedere la materia oscura. Si ritiene che la materia oscura costituisca l'85% della massa dell'Unive...

Un team internazionale di astroficici ha creato la simulazione di una galassia in evoluzione e fornito così nuovi indizi su dove i ricercatori dovrebbero cercare per riusire a vedere la materia oscura. Si ritiene che la materia oscura costituisca l'85% della massa dell'Universo. I suoi effetti gravitazionali ne hanno rivelato l'esistenza, ma i tentativi di vedere la materia oscura con l'aiuto di telescopi sono finora falliti. Una nuova apparecchiatura della NASA, il telescopio Fermi, ha eseguito la mappatura del cielo per alcuni mesi. I suoi creatori sperano che permetterà di individuare la materia oscura e questa simulazione potrebbe aumentare le sue probabilità di riuscita. Il consorzio Virgo (un team di scienziati dalla Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Canada) ha usato alcuni tra i più grandi supercomputer europei per creare la simulazione. Questa ha mostrato che la "materia oscura halo" che circonda la nostra Via Lattea si è espansa seguendo la successione di violenti collisioni tra masse di materia oscure create durante il Big Bang. Le particelle che costituiscono la materia oscura sono di una sostanza sconosciuta. Viene tuttavia ritenuto che nelle giuste condizioni protrebbero produrre raggi gamma, e questo è ciò che le rivelerebbe al telescopio Fermi. I raggi gamma vengono prodotti quando particelle collidono in aree in cui la densità della materia oscura è alta. In precedenza gli scienziati avevano suggerito che il telescopio Fermi andasse alla ricerca dei raggi gamma dei satelliti della Via Lattea, in quanto il centro di quest'ultimi avrebbe dovuto essere di densità elevata. Le scoperte del team Virgo contraddicono questa tesi, dimostrando che il modo più semplice per individuare i raggi gamma è lontano dal centro della Via Lattea. Focalizzare l'attenzione sul centro potrebbe creare confusione, in quanto i raggi gamma provenienti da altre fonti (come le nubi gassose in cui originano le stelle) potrebbero essere confuse con il soffio delle radiazioni emesse dalla materia oscura. "Questi calcoli ci permettono infine di "vedere" come dovrebbe apparire la distribuzione della materia oscura nelle vicinanze del sole, dove magari riusciremo a individuarla," ha detto il professor Simon White, direttore del centro di ricerca Istituto Max Planck, che ha partecipato all'iniziativa. Le simulazioni sono state eseguite presso il Leibniz-Rechenzentrum a Monaco (Germania), l'Università di Durham (Regno Unito) e l'Università di Groningen (Paesi Bassi). "Risolvere l'enigma della materia oscura sarebbe uno dei maggiori successi scientifici della nostra epoca. È notevole come anche i progressi a livello teorico su questi importanti problemi scientifici vengano ora raggiunti da collaborazioni internazionali come la nostra," ha affermato il professor Carlos Frenk, direttore dell'Istituto di cosmologia informatica dell'Università di Durham. I risultati sono stati pubblicati nella rivista Nature

Paesi

Canada, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti

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