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"Il futuro inizia oggi": Parlamento europeo adotta risoluzione sui cambiamenti cimatici

Il 4 febbraio il Parlamento europeo ha varato una risoluzione che stabilisce obiettivi chiari per quanto riguarda la politica dell'UE sui cambiamenti climatici. La relazione "2050: Il futuro inizia oggi - Raccomandazioni per una futura politica integrata dell'UE sul cambiament...

Il 4 febbraio il Parlamento europeo ha varato una risoluzione che stabilisce obiettivi chiari per quanto riguarda la politica dell'UE sui cambiamenti climatici. La relazione "2050: Il futuro inizia oggi - Raccomandazioni per una futura politica integrata dell'UE sul cambiamento climatico", sottolinea l'importanza della riduzione delle emissioni di gas serra nei paesi sviluppati rispetto ai livelli del 1990: dal 25% al 40% per il 2020 e dell'80% per il 2050. La risoluzione è stata adottata con 570 voti a favore, 78 contrari e 24 astenuti. La "Relazione 2050" propone di applicare misure precise nei settori principali e di estendere le questioni riguardanti il clima "a tutte le aree e politiche". Cosa importante, la relazione fa notare che è fondamentale l'impegno per un'istruzione a lungo termine, particolarmente per combattere lo scetticismo; perché i cittadini devono essere coinvolti completamente nel processo per affrontare i cambiamenti climatici. "I cambiamenti climatici avvengono più rapidamente e sono più gravi in termini di effetti provocati, di quanto si credesse in precedenza," dicono al Parlamento. È importante "non arrendersi difronte alla complessità del problema, occorre invece mostrare un forte desiderio di fare la differenza," hanno scritto i MEP (membri del Parlamento europeo), aggiungendo: "Siamo ad un punto di svolta nella politica energetica e sul clima." Le misure previste dalla risoluzione apparentemente toccano tutti i settori della società: energia, biocarburanti, efficienza energetica, mobilità, cattura e stoccaggio del carbonio, agricoltura, foreste, protezione del suolo, gestione idrica, pesca, gestione dei rifiuti e delle risorse e sanità, per nominarne solo alcuni. Gli eurodeputati ritengono che gli impegni per affrontare i cambiamenti climatici apporteranno notevoli benefici economici e sociali per i cittadini europei. "Sono molto contento di vedere in tutta la relazione, un riconoscimento esplicito del fatto che la crisi economica non rappresenta un motivo valido per rimandare le azioni contro i cambiamenti climatici," ha detto il commissario per l'Ambiente Stavros Dimas. "Ritardare le cose renderà molto più difficile e più costosa la riduzione delle emissioni. Invece, occorre vedere lo stimolo di cui le nostre economie hanno bisogno in questo momento, come un'opportunità per accelerare gli investimenti nell'industria a basso tasso di carbonio e nelle occupazioni "verdi" del futuro. La Commissione ha accolto questa opportunità nel suo Piano europeo di ripresa economica, che è incentrato sugli investimenti intelligenti per promuovere la prosperità sostenibile." La "Relazione 2050" raccomanda all'UE e agli Stati membri di "offrire sostegno alla ricerca e allo sviluppo (R&S) per quanto riguarda le tecnologie come l'idrogeno, l'elettricità, le celle aa combustibile, gli ibridi o i biocarburanti avanzati". L'UE dovrebbe creare "un settore energetico europeo rinnovabile, per promuovere ulteriormente la ricerca e i progetti pilota in questo campo," si legge nella relazione. Dovrebbe inoltre essere sviluppata una "supergriglia", accessibile a tutti i fornitori di elettricità. La relazione pone in evidenza l'importanza del Settimo programma quadro (7°PQ) per lo sviluppo di fonti "verdi" di energia e fa appello al Consiglio e alla Commissione che diano appoggio alle priorità energetiche nei futuri programmi quadro per la ricerca. "Una migliore efficienza energetica non riuscirà, da sola, a scatenare una rivoluzione tecnologica," stando alla realzione, "occorrerà una strategia integrata a livello comunitario, nazionale e locale per dare una spinta alla R&S relativa alle tecnologie e ai processi innovativi e avanzati, e per rafforzarne l'applicazione. Da parte loro le PIM sostengono: "Dovrebbero essere messi a disposizione dei cittadini degli incentivi per ridurre le emissioni in modo economicamente praticabile, ad esempio attraverso lo sviluppo di informazioni sul contenuto di carbonio nei prodotti e nei servizi." Gli obiettivi a lungo termine per il settore delle costruzioni dovrebbero, inoltre, prevedere un "consumo di energia al netto pari a zero per i nuovi edifici residenziali entro il 2015 e per gli edifici commerciali e pubblici entro il 2020". Gli Stati membri dovrebbero fornire audit energetici gratuiti affinché i cittadini abbiano la possibilità di ridurre il loro consumo di energia e le loro emissioni, fa notare la relazione. Per quanto concerne l'energia nucleare basata sulla fissione, a prescindere dall'approccio individuale dei singoli Stati membri, occorre dare maggiore importanza alla gestione dei rifiuti nucleari e al suo ciclo completo, con un occhio al miglioramento della sicurezza. Riguardo alla fusione nucleare, la relazione osserva che "la ricerca sulla praticabilità tecnologica della fusione nucleare nel Reattore termonucleare sperimentale internazionale, rappresenta il primo passo verso l'obiettivo dell'utilizzo commerciale di questa forma di energia, e sottolinea che il raggiungimento di questo obiettivo dipende fortemente dalle garanzie di finanziamenti a lungo termine per tali ricerche." La relazione 2050 ha posto in evidenza che i partenariati per l'energia solare dovrebbero essere creati con paesi terzi della zona mediterranea. Si dovrebbero inoltre mettere a disposizione finanziamenti R&S destinati a nuovi metodi di coltivazione e gestione agricola orientati alla salvaguardia dell'ambiente, nonché finanziamenti di ricerca per le nuove tecnologie relative alla desalinazione dell'acqua marina, ai nuovi sistemi di irrigazione e consumo idrico agricolo e urbano, e per progetti pilota per la riduzione dei danni causati dalla siccità e dalle innondazioni. Insieme a queste raccomandazioni, il Parlamento invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere l'appello delle Nazioni Unite di un "Green New Deal" ("Nuovo accordo verde"). "Questa relazione completa dimostra ancora una volta l'impegno del Parlamento europeo per una politica UE per il clima ambiziosa e un contributo attivo al suo sviluppo," ha fatto osservare il commissario Dimas. "Questa convergenza di vedute tra le istituzioni è essenziale per mantenere la leadership dell'Europa nelle negoziazioni internazionali sul nuovo accordo per il clima globale. Dobbiamo lavorare insieme e sfruttare tutte le risorse disponibili per assicurare che a dicembre si raggiunga un accordo forte ed efficace alla conferenza sul clima [delle Nazioni Unite]."

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