Gli elefanti marini sfidano il cambiamento climatico e hanno la meglio
Alcune delle creature terrestri hanno perso la battaglia contro il cambiamento climatico e il cambiamento di habitat migliaia di anni fa, ma è stato dimostrato che l'elefante marino del Sud (Mirounga leonina) ha avuto un margine evoluzionistico e demografico tale da consentirne la sopravvivenza. Una recente ricerca internazionale ha dimostrato che questi animali hanno spostato il proprio luogo di riproduzione a migliaia di chilometri di distanza dal sito di riproduzione originario, in modo da potersi salvare. I risultati sono stati pubblicati nella rivista Public Library of Science (PLoS) Genetics. I ricercatori, provenienti da Italia, Sudafrica, Regno Unito e Stati Uniti hanno scoperto che gli elefanti marini adottarono il nuovo habitat e diedero vita a una nuova popolazione che prosperò quando i ghiacci antartici del Mare di Ross si ritirarono nel corso dell'era olocenica, vale a dire circa 8.000 anni fa. Il team ha raccolto alcuni campioni di pelle degli elefanti marini per procedere all'estrazione del DNA (acido deossiribonucleico) e alla reazione a catena della polimerasi (PCR) dai resti più antichi degli animali presso il laboratorio per l'analisi del DNA dell'Università di Durnham (Regno Unito). I risultati dimostrano che la colonia antartica presentava livelli elevati di diversità genetica; a essere determinante per la sopravvivenza della colonia è stato con tutta probabilità il numero significativo di esemplari che la componevano. Tracciando i processi evoluzionistici e demografici di questi animali, i ricercatori possono elaborare dati di natura predittiva per quanto concerne gli effetti futuri di alcuni fenomeni, tra i quali il cambiamento climatico. "In linea generale, un approccio di questo tipo, ovvero un approccio che prevede l'analisi del passato per comprendere quanto accadrà in futuro presenta un buon potenziale per prevedere l'impatto ambientale dei sistemi marini e terrestri," ha spiegato il professor Rus Hoelzel dell'Università di Durnham, co-autore dello studio. "Abbiamo dimostrato come le specie marine caratterizzate da un'elevata mobilità hanno reagito alla perdita e alla conquista di un nuovo habitat per la riproduzione. L'adozione del nuovo habitat è avvenuta rapidamente. Ciò è probabilmente imputabile al fatto che gli elefanti marini migravano ogni anno nelle acque antartiche alla ricerca di cibo," ha aggiunto. "Tuttavia, nel momento in cui i ghiacci si riformarono e andò perduto l'habitat solo una piccola parte degli esemplari tornò dalla popolazione originaria. La popolazione antartica si disperse e si verificò una perdita consistente in termini di diversità". Secondo quanto affermato dai ricercatori, l'uso di DNA mitocondriale antico e di modelli evoluzionistici è stato d'ausilio per tracciare le dinamiche relative alla popolazione della colonia nonché alle connessioni tra quest'ultima e i luoghi attualmente utilizzati per la riproduzione. "Utilizzando il DNA antico siamo stati in grado di tracciare le dinamiche e la diversità di una popolazione sin dalle sue origini e durante la fase dell'estinzione nell'ambito del periodo olocenico. Abbiamo appreso che l'emergere di un nuovo habitat nel contesto della migrazione delle specie poteva risultare vantaggioso sul breve termine ma che lo stesso non è vero in caso contrario" ha detto il professor Holzel. Lo studio ha dimostrato che i ricercatori hanno scoperto segni di una rapida espansione nella nuova colonia avvenuta circa 8.000 anni fa, poi seguita da una migrazione di tipo direzionale e da una perdita in termini di diversità 1.000 anni fa. Le informazioni ottenute indicano che le nuove colonie di elefanti marini provenivano originariamente dall'Isola Macquarie, nell'Oceano Pacifico. È improbabile che i percorsi compiuti dagli elefanti marini dai siti di riproduzione antartici possano aver portato gli animali in prossimità di altri possibili luoghi di riproduzione. Perciò, quando si è verificata la perdita dei luoghi di riproduzione, il numero degli animali è sceso drasticamente," ha commentato. "Gli animali che avevano scoperto un nuovo luogo adatto alla riproduzione hanno avuto fortuna poiché vi era cibo in abbondanza e in prossimità del nuovo habitat; tuttavia, quando si riformarono i ghiacci, la nuova colonia scomparse e solo pochi animali fecero ritorno al luogo di origine" ha aggiunto. "Questo illustra l'importanza di comprendere il comportamento e la storia di una specie in modo da poter prevedere in che modo la stessa potrebbe reagire a un cambiamento repentino".
Paesi
Italia, Regno Unito