Svelata la vita segreta dell'elefante marino
La vita segreta dell'elefante marino che vive intorno all'Antartico è stata svelata grazie a una nuova ricerca di un'équipe internazionale di scienziati. I risultati, pubblicati sulla rivista «Proceedings of the National Academy of Sciences», hanno contribuito a spiegare il motivo per cui alcune popolazioni di elefanti marini sono rimaste stabili, mentre altre sono diminuite e hanno fornito indizi su come questi animali risponderanno al cambiamento climatico. Il lavoro ha previsto l'applicazione di sensori oceanografici dotati di trasmettitori satellitari su 85 elefanti marini in diverse zone dell'Oceano Antartico. Le targhette, grandi quanto un mazzo di carte, sono state incollate alla pelliccia degli animali prima che questi partissero per i loro lunghi viaggi alla ricerca di cibo. Esse sono state recuperate quando gli elefanti marini sono tornati alla stessa spiaggia, circa 10 mesi dopo, per la muta. Mentre erano in mare i sensori hanno raccolto dati sulla posizione degli animali, sulla loro profondità di immersione e sulla temperatura e salinità dell'acqua. Oltre a ciò, gli scienziati sono stati in grado di ottenere informazioni sulle condizioni degli animali studiando le «immersioni in corrente» passive. Se gli elefanti marini trovano abbastanza cibo e accumulano grasso, acquistano una maggiore capacità di stare a galla, mentre quelli che hanno difficoltà a trovare cibo perdono peso e la loro capacità di stare a galla si riduce. Gli elefanti marini trascorrono la maggior parte dell'anno in mare e, fino ad oggi, l'unico momento in cui i ricercatori potevano studiarli in dettaglio era quando ritornavano a riva per accoppiarsi. I nuovi dati hanno permesso ai ricercatori di scoprire la destinazione dei viaggi degli elefanti marini alla ricerca di cibo e dove riescono a trovarlo più facilmente. «Questi dati sono molto interessanti», ha commentato Mike Fedak dell'Università di St Andrews nel Regno Unito, che ha condotto la ricerca. «Questa nuova tecnologia ci ha permesso di scoprire dove vanno gli elefanti marini e di comprendere il loro comportamento in presenza di differenti caratteristiche dell'acqua nell'Oceano Antartico. La maggior parte degli animali provenienti dalla Georgia meridionale si cibavano nell'ambito della corrente circumpolare antartica, mentre quelli provenienti da altre zone adottavano una strategia molto diversa e visitavano le acque più fredde vicino alla piattaforma continentale.» Queste diverse strategie di riproduzione presentano implicazioni per il successo di riproduzione degli animali. «Gli elefanti marini dell'Oceano Pacifico e Indiano devono viaggiare per oltre 100 chilometri durante la loro migrazione invernale rispetto agli elefanti marini dell'Oceano Atlantico», ha spiegato il professor Mark Hindell dell'Università della Tasmania, coautore dello studio. «Il maggiore dispendio di energia comporta una minore capacità di riproduzione negli anni in cui le quantità di cibo sono scarse.» Secondo gli scienziati, questo potrebbe spiegare il motivo per cui le popolazioni di elefanti marini nell'Oceano Indiano e Pacifico sono diminuite negli anni '50 e '70, mentre le popolazioni dell'Atlantico sono rimaste stabili. Quel periodo ha visto una riduzione dei ghiacci al largo dell'Antartide orientale: poiché gli elefanti marini preferiscono cercare cibo nelle zone dei ghiacci marini, il calo di questi ultimi può aver contribuito alla diminuzione di quelle popolazioni. Conoscere le temperature e i livelli di salinità preferiti dagli animali è importante per favorire la conservazione di questa specie. Le temperature del mare, secondo le previsioni, aumenteranno di circa 2°C nei prossimi 100 anni. Gli animali dell'Antartico come l'elefante marino devono affrontare una duplice sfida: l'aumento della temperatura dell'acqua e la competizione con le specie di acqua calda che si sposteranno in quella regione a causa del suo riscaldamento. I dati raccolti attraverso le immersioni degli animali sono utili anche agli oceanografi. «L'Oceano Antartico è il luogo che presenta più ostacoli in assoluto nel mondo per raccogliere dati oceanografici, specialmente nella stagione invernale», ha commentato il dott. Mike Meredith del British Antarctic Survey. «Gli elefanti marini hanno svolto una funzione di "campionatori" per raccogliere dati relativi alle profondità marine che non avremmo potuto esplorare normalmente, a causa della loro lontananza e del loro ambiente inospitale.» Il lavoro è stato condotto nell'ambito del progetto internazionale «Southern Elephant Seals as Oceanographic Samplers» (SEaOS) che è stato coordinato dall'unità di ricerca sui mammiferi marini presso l'Università di St Andrews e che unisce ricercatori britannici, francesi, australiani e americani.
Paesi
Antartide, Australia, Francia, Regno Unito, Stati Uniti