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Contenuto archiviato il 2023-03-06

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Gene collegato all'aumentato peso alla nascita dei bovini

Ricercatori tedeschi e giapponesi hanno individuato un meccanismo genetico nei bovini collegato alle grandi differenze riscontrate nella crescita prenatale. La scoperta aiuterà allevatori e scienziati a comprendere le ragioni della sovracrescita anormale del feto, che ha grand...

Ricercatori tedeschi e giapponesi hanno individuato un meccanismo genetico nei bovini collegato alle grandi differenze riscontrate nella crescita prenatale. La scoperta aiuterà allevatori e scienziati a comprendere le ragioni della sovracrescita anormale del feto, che ha grandi ricadute sull'industria del bestiame. I risultati dello studio sono pubblicati nella rivista Genetics della Genetics Society of America. La scoperta è il risultato di uno sforzo di collaborazione tra cinque istituti tedeschi e giapponesi: l'Istituto Leibniz per la biologia degli animali d'allevamento (FBN), l'Helmot Zentrum München, il Politecnico di Monaco di Baviera, l'Istituto Shirakawa di genetica animale e l'Istituto per lo sviluppo dell'allevamento del bestiame della Prefettura di Kagoshima. Lo studio è parte di SEGFAM ("Segregating Families"), un progetto di ricerca a lungo termine sulla crescita e la lattazione del bestiame. L'equipe ha scoperto una variante genetica del gene NCAPG (non-synonymous polymorphism in the non-SMC condensin I complex, subunit G) del cromosoma bovino 6. Una delle varianti dell'NCAPG individuate è strettamente collegata alla crescita fetale intrauterina. La dottoressa Krista Kühn dell'FBN spiega che, da un punto di vista evolutivo, la variante del gene NCAPG sembra piuttosto recente. "Essa è tuttavia già presente in molti allevamenti. La funzione del gene nei mammiferi è per lo più sconosciuta, anche se si ritiene che sia responsabile della divisione cellulare in organismi inferiori, come la mosca della frutta", spiega la dottoressa Kühn. Lo studio ha interessato oltre 700 mandrie Charolais e Holstein tedesco (rispettivamente, da carne e da latte); si sa che questi allevamenti sono molto diversi in termini di crescita fetale. È stata creata una prima generazione di prole (F1) con inseminazione artificiale e trasferimento di embrione, seguita da una seconda generazione di prole (F2), generata dall'accoppiamento del bestiame del gruppo F1. Il problema che si poneva all'equipe era la determinazione della variazione genetica alla base dell'elevato peso corporeo dei vitelli nell'utero. Il risultato della ricerca potrebbe permettere agli allevatori l'identificazione della variante genetica tramite l'utilizzo un test genetico convenzionale. A sua volta, questo permetterà alle parti interessate del settore di studiare la futura selezione delle mandrie e di ridurre i casi di vitelli con peso elevato alla nascita. Diversi studi hanno evidenziato che la fase postnatale di un mammifero caratterizzato da elevato peso prenatale può presentare problemi. Inoltre, un maggiore peso alla nascita per un vitello risulta spesso in un aborto spontaneo, se non nella nascita di un feto morto. La comprensione di questa crescita è stata quindi per molto tempo l'obiettivo delle parti interessate del settore, come ad esempio coloro che si occupano della salute e dell'allevamento del bestiame. Nello studio in questione, gli autori spiegano che una maggiore comprensione dei fattori che sottendono alla crescita fetale "aiuterebbe la riproduzione artificiale e l'allevamento animale tradizionale, e contribuirebbe, inoltre, ad una migliore comprensione dei percorsi che regolano lo sviluppo fetale." Due le direzioni identificate per lo studio futuro del gene NCAPG nelle mandrie: ulteriori studi sul potenziale dei test genetici e sui meccanismi funzionali del gene.

Paesi

Germania, Giappone

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