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Contenuto archiviato il 2023-03-07

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OCSE: investire nell'innovazione per stimolare la crescita

L'innovazione è la chiave per la crescita economica e i governi non devono cedere alla necessità di tagliare i fondi destinati alle attività "essenziali per il futuro di un paese", questa la raccomandazione dell'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico)...

L'innovazione è la chiave per la crescita economica e i governi non devono cedere alla necessità di tagliare i fondi destinati alle attività "essenziali per il futuro di un paese", questa la raccomandazione dell'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Angel Gurria, segretario generale dell'OCSE, in occasione del lancio della nuova Strategia per l'Innovazione OCSE ha affermato: "Numerosi paesi hanno incrementato la quantità d'investimenti pubblici a favore di istruzione, ricerca e infrastrutture efficienti in modo da rafforzare la propria crescita". Ma oggi, la mole dei deficit fiscali potrebbe indurli a tagliare questi investimenti. Ma questo sarebbe un errore considerevole. "Sebbene i tagli possano apportare benefici fiscali a breve termine, essi ostacolano la crescita sul lungo termine e compromettono la capacità di far fronte in modo adeguato, per esempio, alle sfide rappresentate dal cambiamento climatico, dalla fame e dalle malattie. Tutti problemi, questi, che richiedono soluzioni innovative". La strategia incoraggia i governi ad adottare un approccio più ampio per l'innovazione. "Le nostre politiche d'innovazione devono essere caratterizzate da una portata più ampia e non limitarsi a promuovere scienza e tecnologia", ha spiegato Gurria. "I paesi hanno bisogno di strategie di innovazione che consentano la partecipazione di tutti gli attori di governo, ovvero strategie in grado di coinvolgere ministeri, politiche e riforme in una vera e propria 'crociata per l'innovazione' di portata nazionale". Secondo l'OCSE, i governi devono assicurarsi che i fondi investiti per la promozione dell'innovazione non vadano sprecati. Alcune semplici misure, quali, per esempio, la riduzione degli ostacoli burocratici, la concessione di maggiore indipendenza alle università e l'ottimizzazione dell'accesso ai risultati delle ricerche pubbliche possono migliorare l'efficienza dei fondi pubblici investiti nell'innovazione. I governi, inoltre, devono minimizzare gli ostacoli amministrativi che rendono difficoltosa la creazione di nuove imprese e devono orientare le politiche fiscali all'innovazione e all'imprenditoria. La Strategia per l'Innovazione dell'OCSE individua cinque aree prioritarie in cui governi sono chiamati ad intervenire. Per quanto concerne l'aspetto più umano dell'innovazione, la relazione raccomanda ai governi di mettere i propri cittadini nella condizione di innovare. Tra i vari aspetti descritti nella relazione, viene posta in evidenza l'importanza dello sviluppo di politiche sull'istruzione che possano favorire la cultura imprenditoriale e garantire che il mercato del lavoro incoraggi la mobilità internazionale dei lavoratori altamente qualificati. La seconda priorità riguarda invece l'innovazione a livello aziendale, poiché "le aziende sono essenziali perché le migliori idee possano tradursi in posti di lavoro e benessere". In un commento ottimistico, Gurria ha poi sottolineato come spesso i periodi di recessione siano associati alla nascita di aziende dall'alto profilo innovativo. "Aziende come Microsoft, Nokia, Google e Blackberry (RIM) sono state create, o rilanciate, in un momento caratterizzato da una congiuntura economica sfavorevole", ha sottolineato. "Infatti, più del 50% delle aziende che figurano nella lista Fortune 500 del 2009 hanno avviato la propria attività in periodi di recessione o in cui i mercati erano in ribasso". Tuttavia, i dati dimostrano che il 40% delle aziende falliscono entro due anni. "Il carico fiscale per gli imprenditori dovrebbe essere alleggerito" - scrive l'OCSE, aggiungendo che - "la politica può aiutare inoltre le piccole e medie imprese a migliorare la propria capacità di innovazione, per esempio, promuovendo l'acquisizione di competenze importanti". Per quanto concerne invece la diffusione della conoscenza, la strategia invita i governi a sostenere le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC), in modo particolare le reti a banda larga. Nella relazione viene poi posto l'accento sul contributo dei diritti di proprietà intellettuale come incentivi all'innovazione. La quarta priorità fissata dalla relazione è dedicata al ruolo dell'innovazione all'interno delle strategie attuate per far fronte alle sfide più pressanti. A questo proposito, la strategia incoraggia i governi a collaborare attivamente per risolvere alcune delle sfide più importanti che la società si trova ad affrontare. "Si rende necessario sperimentare l'implementazione di un nuovo modello di cooperazione multilaterale internazionale per la scienza, la tecnologia e l'innovazione", si legge nella relazione. Un modello di questo genere - suggerisce l'OCSE - potrebbe essere dedicato alla definizione di strategie, finanziamenti e accordi internazionali oltre che alla creazione di strategie in grado di garantire l'accesso alla conoscenza. Infine, l'OCSE esorta ad apportare miglioramenti sul piano governativo e a valutare le politiche per l'innovazione. "La valutazione costituisce, infatti, un passo essenziale per migliorare l'efficacia e l'efficienza delle politiche nella promozione dell'innovazione e nella creazione di benessere sociale", si afferma nella strategia. In strategia comunitaria Europa 2020 pone proprio l'innovazione al centro degli sforzi intrapresi per consentire all'UE di uscire rafforzata dall'attuale crisi economica. Máire Geoghegan-Quinn, nuovo commissario europeo per la ricerca, l'innovazione e la scienza presiede un gruppo di commissari il cui lavoro è legato all'innovazione.

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