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Contenuto archiviato il 2023-03-07

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Le Ande hanno favorito la biodiversità amazzonica

La foresta pluviale amazzonica è senza dubbio uno degli ecosistemi più lussureggianti e ricchi di specie del nostro pianeta. Ma cosa sappiamo delle origini della sua diversità? In un nuovo studio, un'équipe internazionale di scienziati fa luce sulla sua storia, sottolineando c...

La foresta pluviale amazzonica è senza dubbio uno degli ecosistemi più lussureggianti e ricchi di specie del nostro pianeta. Ma cosa sappiamo delle origini della sua diversità? In un nuovo studio, un'équipe internazionale di scienziati fa luce sulla sua storia, sottolineando come la spettacolare diversità della regione sia imputabile al lento sollevamento della catena montuosa delle Ande. I risultati, pubblicati sulla rivista Science, indicano che questa diversità risale a oltre 20 milioni di anni prima di quanto si pensasse. "Con i risultati che presentiamo in questo articolo, abbiamo riscritto l'intera storia dell'Amazzonia in termini di sviluppo della sua biodiversità", ha spiegato il dott. Alexandre Antonelli del Dipartimento di scienze ambientali e botaniche dell'Università di Göteborg, in Svezia, uno degli autori dello studio. Le teorie sul modo in cui le Ande hanno influenzato la diversità della foresta amazzonica sono abbondate nel corso degli anni, ma i ricercatori non erano stati in grado, finora, di stabilire le relazioni di causa-effetto. Guidati dal dott. Antonelli e dalla dott.ssa Carina Hoorn, dell'Università di Amsterdam (Paesi Bassi), i ricercatori hanno utilizzato dati molecolari, filogenetici e geologici risalenti a 65 milioni di anni fa per comparare l'attuale modello di biodiversità in Amazzonia con i dati di sollevamento delle Ande. "Già alcuni fossili e alcune specie vegetali antiche avevano lasciato supporre che la biodiversità amazzonica avesse avuto origine dalla separazione dall'Africa", ha spiegato il dott. Antonelli. "Questo ci ha spinto a prendere in esame l'intero periodo. Mi sono occupato principalmente di coordinare uno studio sul DNA (acido deossiribonucleico) delle relazioni tra le diverse specie vegetali e animali. Abbiamo esaminato centinaia di pubblicazioni scientifiche scoprendo che pochissime specie sono recenti come si ritiene". Sulla base delle scoperte, la biodiversità amazzonica sarebbe da ricondurre alle Ande, un'area creatasi in seguito alla collisione delle placche tettoniche lungo la costa del Pacifico. "Le Ande centrali e settentrionali si sono sollevate, in parte, nello stesso momento a causa dell'assestamento delle placche", scrivono gli autori. "La subduzione delle placche lungo il margine del Pacifico ha causato il sollevamento delle Ande centrali durante il Paleogene. Le successive rotture delle Placche nel pacifico e la successiva collisione di nuove placche in corrispondenza delle placche di America del Sud e Caraibi hanno intensificato l'orogenesi nel Nord delle Ande. Questo ha poi cambiato radicalmente l'ambiente, costringendo flora e fauna ad adattarsi a nuovi habitat. Il team ha scoperto che i cambiamenti indotti dalla crosta terrestre hanno alterato l'ampia regione paludosa delle regioni settentrionali dell'America del Sud, diventata arida con la formazione del Rio delle Amazzoni. Specie animali e vegetali si sono, dunque, trovate a vivere in un'area incontaminata. "Abbiamo trovato sorprendente che la relazione tra la formazione delle Ande e la biodiversità in Amazzonia sia tanto forte", ha detto il dott. Antonelli. "L'area era considerata una sorta di paradiso in cui l'evoluzione poteva avvenire indisturbata, ma non era questo il caso". Il team ha sottolineato come sia necessario dedicare maggiori ricerche a questa area. "Comprendere il meccanismo alla base della formazione e dell'evoluzione della biodiversità amazzonica continua ad essere una sfida di grande portata che richiede nuove collaborazioni scientifiche interdisciplinari", scrivono gli autori. "Gli studi evoluzionistici sulla filogenesi molecolare e la formazione dei fossili dovrebbero concentrarsi sui campioni del Neogene e su aree ricche di specie ma di cui sono disponibili solo pochi campioni. Le ricerche future dovranno concentrarsi sull'interfacciamento tra l'area cenozoica e quella cratonica e sulla zona di passaggio tra le Ande e l'Amazzonia occidentale (pianeggiante). Quest'area, insieme alle frange meridionali dell'Amazzonia, è stata rapidamente occupata dagli umani, ciononostante resta poco nota dal punto di vista scientifico". A questo studio hanno contribuito ricercatori provenienti da Brasile, Cile, Paesi Bassi, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e Venezuela.

Paesi

Brasile, Svizzera, Cile, Spagna, Paesi Bassi, Svezia, Stati Uniti, Venezuela

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