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Il destino della carta da regalo natalizia

Natale è alle porte e i regali sono già sotto l'albero: tanti pacchetti che aspettano solo di essere aperti da persone di tutte le età. Ma cosa ne è della carta da regalo? I britannici utilizzano in media 120 grammi di carta da regalo di plastica per impacchettare i propri reg...

Natale è alle porte e i regali sono già sotto l'albero: tanti pacchetti che aspettano solo di essere aperti da persone di tutte le età. Ma cosa ne è della carta da regalo? I britannici utilizzano in media 120 grammi di carta da regalo di plastica per impacchettare i propri regali, la maggior parte della quale non è riciclabile. Un'équipe di ingegneri dell'Università di Warwick (Regno Unito) ha messo a punto una nuova tecnica per lo smaltimento della carta da regalo di plastica e altra plastica utilizzata normalmente nelle case. Un'innovazione, questa, che rappresenterà un vero e proprio toccasana per il nostro pianeta. Secondo gli esperti, appena il 12% della plastica viene riciclata in modo completo. Nella maggior parte dei casi (88%) la plastica viene bruciata o finisce in discarica. Sono tuttavia molti i consumatori che separano la plastica dagli altri rifiuti, pensando che venga riciclata. Uno dei problemi è costituito dal fatto che, negli impianti di riciclaggio, i tempi per la separazione dei rifiuti sono estremamente lunghi. Il processo dello smistamento è reso più complesso dal fatto che molti oggetti sono costituiti da più tipi di plastica che richiedono, di fatto, trattamenti diversi. La nuova tecnica messa a punto dai ricercatori è innovativa in quanto può essere utilizzata a prescindere dal tipo di plastica ed è addirittura in grado di rompere i polimeri (polistirene) e riportarli allo stato di monomeri. La tecnica utilizza la pirolisi (ovvero la scomposizione dei materiali in assenza di ossigeno) in un reattore a "letto fluidizzato". Il team è riuscito a inserire in un'unica unità diversi tipi di plastica che nel reattore sono poi stati convertiti in prodotti utilizzabili, alcuni dei quali sono stati prodotti ricorrendo alla distillazione semplice. Il team è riuscito a ricavare una serie di materiali dalla miscela delle materie plastiche: cera utilizzabile come lubrificante, monomeri (ad es. stirene) utilizzabili per la produzione di polistirene, acido tereftalico riutilizzabile per la produzione di polietilene tereftalato (PET), metalicrato di metile utilizzabile per la produzione di fogli di acrilico e carbonio da utilizzare come nero di carbone per i pigmenti delle vernici e per i pneumatici. Anche il materiale bruciacchiato rimasta alla fine di alcune reazioni può essere commercializzato per essere usata come carbone attivo. Questa tecnica, oltre a portare dei vantaggi economici per le autorità locali, sarà di grande beneficio per l'ambiente. Nei test condotti in laboratorio sono stati prodotti solidi e liquidi distillati, che possono essere sfruttati per la fabbricazione di nuovi prodotti. I ricercatori stanno lavorando fianco a fianco con la Warwick Ventures, il ramo dedicato al transfer tecnologico dell'Università di Warwick, al fine di sviluppare dispositivi che possano attirare l'interesse di autorità e aziende che si occupano di smaltimento dei rifiuti. L'obiettivo ultimo è la creazione di reattori su larga scala a livello municipale che consentano la produzione di ingenti quantità di materiale riutilizzabile. "Quello che immaginiamo è un impianto su larga scala con la capacità di smaltire in media 10.000 tonnellate di rifiuti plastici all'anno", ha spiegato il professor Jan Baeyens, ingegnere e a capo del progetto. "Ogni anno le autocisterne potranno portare via dagli impianti sostanze chimiche riciclate per il valore di oltre 5 milioni di sterline [5,9 milioni di euro] e per ogni impianto verranno risparmiati 500.000 sterline [598.000 euro] all'anno di imposte. Il team calcola che i costi energetici si aggireranno attorno alle 50.000 sterline [58.900 euro] all'anno. Il sistema sarà molto interessante sotto il profilo commerciale e avrà tempi di ammortizzazione dei capitali e dei costi d'esercizio estremamente rapidi".

Paesi

Regno Unito

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