European Commission logo
italiano italiano
CORDIS - Risultati della ricerca dell’UE
CORDIS

Article Category

Notizie
Contenuto archiviato il 2023-03-16

Article available in the following languages:

Gli scienziati esortano i professionisti della sicurezza alimentare a non trascurare i social media

Considerando che sono circa due miliardi gli utenti di Internet nel mondo, una ricerca scientifica ha spiegato perché i professionisti della sicurezza alimentare non si possono permettere di respingere l'uso dei social media come strumento di comunicazione. L'articolo scient...

Considerando che sono circa due miliardi gli utenti di Internet nel mondo, una ricerca scientifica ha spiegato perché i professionisti della sicurezza alimentare non si possono permettere di respingere l'uso dei social media come strumento di comunicazione. L'articolo scientifico, intitolato "The use of social media in food risk and benefit communication", è stato pubblicato nell'importante rivista internazionale Trends in Food Science and Technology. Gli autori sono ricercatori dell'Università di Gand in Belgio, dell'University College di Dublino in Irlanda e di una società di comunicazione nel Regno Unito. La loro ricerca in questo campo è parte del progetto FoodRisC ("Food Risk Communication - Perceptions and communication of food risk/benefits across Europe"), che è finanziato nell'ambito del Settimo programma quadro (7° PQ) della Commissione europea. I ricercatori ritengono che si stiano aprendo molte opportunità per i comunicatori del settore dei rischi alimentari grazie alla grande varietà di applicazioni dei social media e all'ambiente digitale. Come conseguenza, gli utenti dei social network svolgono un ruolo fondamentale come divulgatori delle informazioni su rischi e benefici alimentari. Quindi, per i professionisti del settore alimentare, essere in grado di monitorare le conversazioni online potrebbe fornire una migliore comprensione di come gli utenti percepiscono le questioni alimentari. Questo permette inoltre di individuare e seguire le questioni incombenti e i dibattiti in corso su argomenti come ingegneria genetica e clonazione animale. Tuttavia, a causa dell'ampio panorama dei social media, spesso essi possono essere visti come un campo minato disseminato di informazioni inaccurate o fuorvianti. Lo studio spiega che è qui che i comunicatori dei rischi alimentari devono essere attivi sui social media. Questo potrebbe efficacemente aumentare la loro visibilità per il grande pubblico e i principali creatori di opinione (ovvero blogger popolari e giornalisti) e aiutare a fare sì che i professionisti alimentari si affermino come fonti interattive attendibili di informazioni, permettendo una comunicazione tempestiva con il pubblico. Avere una presenza nei social media, affermano i ricercatori, è fondamentale allo scopo di affrontare e correggere rapidamente sviluppi contenenti inesattezze e disinformazione, ostacolando così la diffusone di notizie errate. Questo è particolarmente importante nelle situazioni di crisi alimentare, quando i social media si possono prestare all'allarmismo e creare panico e isteria potenzialmente immotivati. Un coinvolgimento attivo con i social media, in particolare il monitoraggio continuo e la correzione di informazioni sbagliate, probabilmente richiederà un considerevole sforzo, risorse e spesa a lungo termine (tempo ed efficacia in termini di costo di diversi strumenti popolari sui social media sono classificati come basso, medio o alto nello studio). Commentando le conclusioni dell'analisi, il coordinatore del progetto di ricerca FoodRisC, il professor Patrick Wall, ha detto: "La tendenza vede sempre più imprese private che investono nei social media. Altri comunicatori di rischi e benefici alimentari, come le autorità per la sicurezza alimentare, sono state lente nell'usare i social media e c'è una reale necessità di sfruttare questa risorsa, in modo da farla diventare uno strumento produttivo per la comunicazione riguardante rischi e benefici alimentari". I ricercatori concludono che la diffusione di informazioni non è l'unico compito dei comunicatori dei rischi alimentari in periodi di crisi. Un'organizzazione che si assume la responsabilità o che esprime solidarietà durante una crisi è considerata più onorevole e comprensiva. Le applicazioni dei social media sono particolarmente utili in questo campo poiché danno la possibilità di comunicare e interagire direttamente con il pubblico.Per maggiori informazioni, visitare: Consiglio europeo di informazione sull'alimentazione: http://www.eufic.org Rivista Trends in Food Science and Technology: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0924224412002142 Progetto FoodRisC: http://www.foodrisc.org

Paesi

Belgio, Regno Unito

Articoli correlati