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Rivista Research*eu
Contenuto archiviato il 2024-05-15

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Satelliti: una mini rivoluzione in corso su di noi

All’inizio del 2019, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico (UNOOSA, United Nations Office for Outer Space Affairs), quasi 5 000 satelliti erano in orbita attorno alla Terra, con un incremento del 2,68 % rispetto all’anno precedente. Da quando per la prima volta nel 1957 l’Unione sovietica lanciò in orbita lo Sputnik, circa 8 378 satelliti sono stati inviati nello spazio. Inoltre, altri sette satelliti sono in orbita attorno a pianeti diversi dalla Terra. Tuttavia, non tutti questi quasi 5 000 satelliti sono ancora attivi: solo circa 2 000 sono ancora in funzione, il che significa che meno del 40 % dei satelliti attualmente in orbita sono pienamente operativi.

Un piccolo passo per lo Sputnik, un enorme passo per l’innovazione satellitare

Vi sono molte ragioni diverse alla base della permanenza in orbita attorno al nostro pianeta di questi quasi 2 000 satelliti pienamente operativi: le comunicazioni e l’osservazione della Terra costituiscono una delle principali raison d’être, e rappresentano l’unica finalità della maggior parte dei satelliti lanciati nel 2018. In effetti, la maggior parte dei satelliti sono geocentrici e stanno divenendo una componente sempre più importante nel funzionamento della società del XXI secolo. Nel frattempo, una percentuale minore di satelliti viene inviata appositamente per «guardare fuori» nello spazio profondo e catturare immagini straordinarie di stelle, nebulose, esopianeti e altre galassie, fornendo dati inestimabili per aiutare a espandere la comprensione che l’uomo ha dell’universo. Tuttavia, man mano che altri satelliti vengono lanciati nello spazio, l’intero settore si va caratterizzando per una rapida evoluzione tecnologica e una fiorente innovazione. Come espresso nel titolo della sezione speciale di questo numero, una delle tendenze centrali degli ultimi anni è che i satelliti stanno diventando infinitamente più piccoli (alcuni pesano appena 1 kg). Dal 2012 al 2016, il peso medio dei satelliti si è ridotto di quasi l’80 % e, da allora, il numero di piccoli satelliti lanciati in orbita è aumentato del 300 %. I satelliti più piccoli sono più economici da produrre, possono essere fabbricati in serie e possono essere lanciati in gruppi (chiamati «sciami»), il che significa che hanno un costo di lancio inferiore. D’altra parte, i satelliti più piccoli tendono ad avere una durata più breve e la loro orbita attorno alla Terra ha maggiori probabilità di decadere rapidamente. Le loro dimensioni limitano anche la quantità di hardware che possono trasportare e mancano di grandi sistemi di alimentazione e propulsione. Tuttavia, le tendenze attuali sembrano indicare che i pro dei satelliti più piccoli superano di gran lunga i contro: il mercato dei piccoli satelliti è in piena espansione. Le entrate totali del mercato globale dei servizi satellitari dovrebbero superare i 5 miliardi di EUR nel 2021, rispetto ai 2 miliardi di EUR del 2016, con il settore privato che svolge un ruolo crescente nell’innovazione dei satelliti. Così naturalmente, i ricercatori europei e le aziende, tra cui molte PMI innovative, vogliono prendere parte alle operazioni e conquistarsi una fetta della torta. Infatti, dei sette progetti sostenuti da Orizzonte 2020 che mostriamo nella sezione speciale di questo numero, tre sono finanziati attraverso lo strumento dedicato alle PMI. Dal lavoro pionieristico sui nuovi sistemi di lancio per la nuova generazione di satelliti, alla ricerca d’avanguardia su come garantire che i satelliti più piccoli siano in grado di agire in team e di coordinarsi e comunicare tra di loro, i nostri contenuti speciali mettono chiaramente in evidenza quanto l’Europa sia protesa al cielo e determinata a giocare il suo ruolo in questa rivoluzione tecnologica in atto. Saremo lieti di ricevere le vostre opinioni. Potete inviare domande o suggerimenti a editorial@cordis.europa.eu.

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