L’influenza della temperatura dell’Oceano Atlantico sui climi del Mediterraneo e del Pacifico
Le condizioni meteorologiche nelle regioni del Mediterraneo e del Pacifico sono influenzate dal riscaldamento o dal raffreddamento della superficie dell’Atlantico, secondo quanto svelato da una serie di studi effettuati presso il Centro di supercalcolo di Barcellona (BSC, Barcelona Supercomputing Center). Il lavoro svolto nell’ambito del progetto INADEC ha inoltre gettato nuova luce sulla variabilità multidecennale dell’Atlantico (AMV, Atlantic Multidecadal Variability), ovvero le fluttuazioni che si verificano nella temperatura della superficie dell’Oceano Atlantico settentrionale nell’arco di diversi decenni. I ricercatori hanno rivelato le ragioni per cui le attuali simulazioni stanno sottovalutando i suoi effetti sul clima dell’Europa e di altre regioni. «Tutti gli studi mettono in evidenza il fatto che per simulare in modo preciso l’impatto esercitato dall’AMV sul clima è necessario migliorare lo stato medio dei modelli climatici», ha scoperto il borsista di ricerca Yohan Ruprich-Robert, che lavora presso il gruppo di previsione climatica del BSC. Il suo lavoro è stato sostenuto dalle azioni Marie Skłodowska-Curie. Le notevoli fluttuazioni nella temperatura oceanica dell’Atlantico settentrionale nell’arco di vari decenni stanno esercitando un impatto particolarmente importante sulla temperatura e le precipitazioni estive nel Mediterraneo, afferma Ruprich-Robert. «Nello specifico, l’AMV modula la frequenza delle ondate di calore in tutto il bacino del Mediterraneo di circa il 20 %», spiega il ricercatore. Ruprich-Robert ha divulgato i suoi risultati nell’articolo pubblicato sulla rivista «Journal of Climate» intitolato «Modulation of the occurrence of heatwaves over the Euro-Mediterranean region by the intensity of the Atlantic Multidecadal Variability» (ovvero «Modulazione della frequenza delle ondate di calore nella regione euro-mediterranea da parte dell’intensità della variabilità multidecennale dell’Atlantico»). Grazie a quanto dimostrato da simulazioni climatiche mirate, la ricerca ha concluso che una fase calda dell’AMV sta provocando un incremento nel movimento dell’aria discendente nella troposfera della regione mediterranea. Ciononostante, la capacità dei modelli di prevedere la teleconnessione tra AMV e Mediterraneo è variabile, e sono pertanto necessarie ulteriori ricerche per verificarne i motivi.
Precise stime dei modelli
Il progetto ha inoltre approfondito le simulazioni delle teleconnessioni dell’AMV durante l’inverno, scoprendo che tutti i modelli climatici simulano una risposta alla circolazione atmosferica molto più debole rispetto a quella che è stata osservata. «Abbiamo messo in evidenza un legame tra le risposte dei modelli all’AMV e gli errori nelle condizioni climatiche medie stimate da tali modelli», afferma Ruprich-Robert. «I modelli per cui sono stati riscontrati gli errori più lievi hanno simulato la più intensa risposta climatica all’AMV.» Questi risultati sono stati presentati nell’articolo pubblicato sulla rivista «Journal of Climate» intitolato «Atlantic Multidecadal Variability and North Atlantic jet: a multimodel view from the Decadal Climate Prediction Project» (ossia «Variabilità multidecennale nell’Atlantico e corrente a getto dell’Atlantico settentrionale: il punto di vista a più modelli del Decadal Climate Prediction Project», che a sua volta significa «progetto sulla previsione climatica decennale»). «Questo risultato contribuirà a rendere più precise le stime sulla risposta della circolazione atmosferica all’AMV proposte dai nostri modelli», aggiunge Ruprich-Robert. «Nel futuro, effettueremo una ulteriore selezione dei modelli contraddistinti dagli errori più lievi in condizioni medie per valutare gli impatti climatici esercitati dall’AMV.»
L’influenza degli oceani
Il team si era inizialmente prefisso di effettuare una ricerca sull’impatto esercitato dall’AMV sulla regione mediterranea, ma i risultati ottenuti in tal senso lo hanno condotto a considerare anche gli effetti sull’El Niño-Oscillazione Meridionale e sul Pacifico. I membri del team si augurano che gli esiti di queste ricerche miglioreranno le previsioni sul clima per altre regioni di tutto il mondo. I ricercatori hanno rilevato una grande variazione nelle stime proposte dai modelli sulla quantità di raffreddamenti del Pacifico equatoriale nel corso di una fase calda dell’AMV, con valori decuplicati tra le varie stime. Queste differenze sono state ancora una volta associate agli errori riscontrati nelle condizioni climatiche medie stimate dai modelli, in particolare per quanto concerne le simulazioni delle precipitazioni. Correggendo tali errori sulle precipitazioni, i ricercatori hanno concluso che un riscaldamento di 0,26 ºC nell’Atlantico ha comportato un raffreddamento nel Pacifico equatoriale di 0,16 ºC. Secondo quanto ritenuto da Ruprich-Robert, il suo lavoro dimostra che gli attuali sistemi di previsione decennale potrebbero essere ottimizzati qualora fossero in grado di simulare in modo migliore le teleconnessioni associate con l’Atlantico. «Una migliore comprensione di questi meccanismi al fine di migliorarne la rappresentazione nei modelli climatici potrebbe incrementare le nostre capacità di prevedere il clima dei prossimi decenni.»
Parole chiave
INADEC, teleconnessioni, sistemi di previsione decennale, variabilità multidecennale dell’Atlantico, Atlantico settentrionale