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BREEDing Coffee for AgroForestry Systems

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Un caffè ibrido resiliente ai cambiamenti climatici che offre maggiori guadagni

La produzione di caffè è sensibile ai cambiamenti climatici, per cui le coltivazioni di questa pianta non possono incentrarsi esclusivamente sulla produttività e la qualità in tazza, ma devono tenere conto anche di resistenza allo stress, tolleranza agli organismi nocivi e alle malattie, nonché adattabilità. BREEDCAFS ha sviluppato nuovi metodi di selezione del caffè intesi a sostenere i piccoli agricoltori.

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É probabile che le crescenti variazioni nelle temperature e nelle precipitazioni causate dai cambiamenti climatici riducano la crescita, la fioritura e la fruttificazione del caffè, aumentino il numero di organismi nocivi presenti e diminuiscano sia la resa, sia la qualità in tazza di questa bevanda per numerose regioni che ne coltivano la pianta. I sistemi agroforestali (AFS, agroforestry system) dove si coltiva il caffè all’ombra di alberi più alti sono diffusi nei paesi tropicali in cui sono comuni le piantagioni di Coffea arabica. Dato che questa pianta è tollerante all’ombra, un’adeguata gestione degli AFS può rivelarsi altamente sostenibile e consentire ai piccoli agricoltori di trarre un reddito stabile. Inoltre, i chicchi di caffè coltivati in queste condizioni hanno un gusto acido intenso e sono caratterizzati da un piacevole aroma. Sfortunatamente, a causa dei tradizionali metodi di selezione del caffè, gli agricoltori che impiegano gli ASF utilizzano solitamente le varietà di Arabica sviluppate per sistemi agricoli intensivi a piena luce solare, il che comporta una riduzione della produttività compresa tra il 15 % e il 40 %. Il progetto BREEDCAFS, sostenuto dall’UE, ha sfruttato la variabilità della specie Arabica per selezionare genotipi che si adattano particolarmente bene all’ombra allo scopo di concepire nuovi metodi di selettocoltura arborea. «A differenza di numerose specie, quando sono sottoposte a livelli elevati di CO2 o a condizioni di calore e siccità le cultivar di Arabica rafforzano la propria capacità fotochimica e quella di riparare le cellule, nonché i loro meccanismi di difesa, il che rappresenta una sorpresa positiva», afferma Benoit Bertrand, coordinatore del progetto e ricercatore presso il Centro di ricerca agricola francese per lo sviluppo internazionale (CIRAD, Centre de Coopération Internationale en Recherche Agronomique pour le Développement), l’ente che ha ospitato BREEDCAFS. Secondo quanto scoperto dal progetto, alcuni ibridi F1 e certe tipologie di caffè selvatico etiope hanno manifestato una forte adattabilità all’ombra, mantenendo al contempo un’elevata produttività. Le cultivar di ibridi F1 di Arabica sono create dall’incrocio di varietà americane con accessioni etiope selvatiche.

Approfondire i genotipi

BREEDCAFS ha condotto esperimenti nell’arco di quattro anni instaurando collaborazioni in Vietnam con NOMAFSI, in Camerun con Irad e in Nicaragua con FNF. Il team ha caratterizzato le varietà di caffè sotto l’influenza di diversi fattori di stress, tra cui temperature elevate, siccità, ombra, ecc. I ricercatori hanno inoltre svolto studi in condizioni più controllate, ovvero all’interno di serre e camere climatiche presso l’Università di Copenaghen, CIRAD in Francia e l’Università di Lisbona. Il progetto si è avvalso di test transcrittomici e metabolomici per individuare i geni e i percorsi biochimici che vengono espressi in risposta a segnali ambientali allo scopo di caratterizzare, a livello molecolare, la variazione tra i genotipi vegetali. I lavori sul trascrittoma hanno messo in evidenza che la temperatura e l’intensità della luce alterano i ritmi circadiani negli ibridi F1, apparentemente come reazione chiave di adattamento ai cambiamenti climatici. BREEDCAFS ha rilevato che gli ibridi F1 producono un rendimento più elevato rispetto alle cultivar convenzionali in condizioni di AFS, oltre a fornire una qualità in tazza superiore. Per di più, le varietà di ibridi F1 sono più resilienti agli stress abiotici in quanto utilizzano un sistema basato sull’ombra combinato con un’adeguata fertilizzazione azotata e approcci agroecologici al controllo delle malattie. «Gli ibridi F1 garantiscono una maggiore redditività ai sistemi agroforestali. I programmi di selettocoltura possono incrementare le entrate dei piccoli agricoltori, apportando al contempo benefici per la biodiversità e l’industria del caffè mediante la fornitura di un ventaglio di saporite varietà di caffè dotate di un’elevata resilienza ai cambiamenti climatici», aggiunge Bertrand.

Sviluppare cluster agroforestali

BREEDCAFS ha intrapreso una valutazione in loco di oltre 100 aziende agricole situate in America centrale, Vietnam e Camerun, rilevando che l’uso continuato delle varietà convenzionali di caffè potrebbe rappresentare una minaccia per l’intero settore, con una conseguente impennata dei prezzi, ma che il passaggio a nuove varietà di ibridi F1 comporta un rischio economico per i piccoli produttori. BREEDCAFS ha stabilito alcuni vivai e laboratori di micropropagazione a livello locale per gli ibridi F1 in Nicaragua e in Vietnam. Ai fini di una propagazione economica su vasta scala per i piccoli agricoltori, il team sostiene l’ibrido F1 chiamato «Starmaya», l’unico ibrido attualmente prodotto a partire da semi mediante il metodo della sterilità maschile citoplasmatica, in antitesi a quello della clonazione. «Con un costo associato pari a solo 2 o 3 milioni di EUR per la fornitura dei semi ai paesi produttori, questo ibrido è alla portata dell’industria», osserva Bertrand. «Proponiamo inoltre l’istituzione di cluster agroforestali che consentiranno uno scambio diretto tra produttori e torrefattori, consentendo di tracciare gli standard ambientali al 100 %.»

Parole chiave

BREEDCAFS, caffè, ombra, ibrido, genotipo, Arabica, cambiamenti climatici, siccità, sapore, selettocoltura, agroforestale

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